All'entrata, a ridosso di un muro ingiallito
in penombra sostava, alonato da rame ossidato,
uno specchio di verno, in declino,
coinvolgeva quell'oasi antica.
Il cristallo sotto coltre del tempo
sfumeggiava tra ombre un riflesso argentato.
Un barlume di luce da un'imposta scostata
rimandava l'incanto di due occhi cinigia.
S'animò fra le ciglia una vita passata,
le soste sfiziose di una dama distinta,
la veletta fatale, il brillio del rossetto,
orecchini pendenti nel profumo da intrigo,
era chiaro il mistero di un incontro proibito.
Quanto osa la mente, e quel vetro silente
che adombrava geloso un amore rubato.
(Francy274)
5 commenti:
Grazie, mi emozioni sempre quando pubblichi un mio scritto sul Tuo blog.
La musica, come sempre all'unisono con le parole, l'inverno... la stagione che ha tutti i colori del tempo passato, anora grazie.
SOLO PERCHE' NE VALE LA PENA.
Eccezionale.
Poesia stupenda.
Complimenti!
bellissime parole....e poi...Vivaldi!..quanto (troppo) tempo che non l'ascoltavo....bellismo regalo ..grazie..
ECCO, LA MUSICA E' UNA GRANDE CONSOLAZIONE ED UNA COMPAGNIA MIGLIORE DI TANTI C.D. "ESSERI NUMANI DI OGGI.
E' UNA STRADA DA BATTERE.
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