Lo ha confidato Berlusconi ai suoi fedelissimi riuniti ad Arcore dopo l'uscita dall'ospedale. Il premier è scioccato dall'aggressione. E teme il peggio
Quindi è pronto a farsi da parte, a cedere il testimone del governo a un giovane da lui designato. Questa, la possibilità di designare il suo successore, pare sia l'unica vera condizione che il Cavaliere ponga, in primis su tutti al presidente della repubblica Giorgio Napolitano, per trarre definitivamente il dado e rinunciare a palazzo Chigi.
Se Napolitano accettasse lo schema di gioco che il Cavaliere ha in testa, allora il prossimo inquilino i palazzo Chigi diventerebbe Angiolino Alfano. L'attuale ministro di grazia e giustizia è ormai come un figlio per Berlusconi che lo ha “ospitato” ad Arcore negli ultimi anni. Lo stima e di lui si fida anche perché sempre Alfano si ritroverebbe da premier a gestire la partita riforma della giustizia. Ascoltandolo i suoi fedelissimi sono un po' stati presi in contropiede dal nuovo scenario prospettato dal Cavaliere, tanto che Gianfranco Miccichè per ben due volte ha chiesto al leader se il dado era già tratto o se si trattasse di una semplice intenzione, di un desiderata da portare a maturazione col tempo magari nella prossima legislatura.
Ma il premier ha ripetuto per ben due volte di essere intenzionato ad andare avanti nella nuova direzione e di voler far concludere la legislatura in corso ad un giovane primo ministro da lui indicato a Napolitano.
Il Cavaliere che si fa da parte è un autentico ribaltone nelle dinamiche della politica italiana. Toglie di mezzo la strategia della tensione ad oltranza che alcune forze politiche hanno da tempo deciso di perseguire. Fa uscire di scena il problema mai risolto del conflitto di interessi. E, soprattutto, sgombera il campo delle relazioni internazionali dalle semplicistiche accuse troppo spesso rivolte all'Italia. Berlusconi, infine, affiderebbe la guida del paese alla generazione dei politici quarantenni da lui selezionata e già portata al governo.
Taglierebbe definitivamente i legami con il passato e la stagione dei vecchi partiti per aprirne una nuova nella quale lui vorrebbe protagonisti accanto ad Alfano altre giovani ministre come la Brambilla e la Gelmini. E un vicepremier forte nella figura di Giulio Tremonti, il matador dello scudo fiscale e della recessione.
Se quello comunicato da Berlusconi ai suoi fedelissimi non è un ballon d'essai ma una autentica decisione personale, allora il presidente Napolitano farebbe bene a dare seguito alle intenzioni del Cavaliere.
Stavolta il premier sta agendo da autentico statista, anteponendo in qualche modo gli interessi del paese ai suoi. Ma chiedere di poter designare il proprio successore per un leader politico con il consenso e la forza politica di Berlusconi è una pretesa quasi scontata. Il compromesso minimo che con il fondatore del Pdl va cercato e raggiunto. Adesso che la ripresa economica sta prendendo slancio, se l'Italia trovasse anche un duraturo equilibrio politico di legislatura non permanentemente conflittuale, potrebbe essere il giusto cambio di passo per lasciare crisi e paure dietro le spalle.
8 commenti:
Questo articolo mi ha fatta ridere.. "tutto fuorchè la morte!!"
Avranno fatto i conti senza l'oste coloro che lo ha "scaraventato" in politica??
Il suo profilo umano l'ho stilato da tempo ed una mossa del genere non mi sorprende, ammesso che la porterà fino in fondo, bisogna vedere se rischia di più "abdicando" o continuando come ha fatto finora.
Sarà il tempo a dircelo.
Alfano come successore non è male, a carisma è una schiappa, quindi speriamo non sia una delle sue solite mosse per attrarre allodole.
Io credo che sia una mossa molto astuta: governare da vero ventriloquo. Angelino Alfano è l'ideale, un perfetto 'uomo di paglia'. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha le fattezze del Presidente del Consiglio Angelino Alfano.
Se sarà così allora quell'uomo è veramente diabolico, luciferino, infernale.
E credo che Napolitano acconsentirà.
Ciò che dici è più che possibile, sfrutterebbe comunque il potere mediatico a favore di Alfano, ma... c'è un ma.. gli elettori puniscono sempre il leader che li abbandona, e poi non saremo più tartassati attraverso i media con B.che starnutisce e B.che soffre di stipsi..
Anche Achille aveva il suo punto debole, quello di B.è la paura della morte, sarebbe disposto a fare un patto con Lucifero ma fortunatamente per Noi non esiste :DD
Un punto che occorre precisare: sfrutterebbe Alfano a favore di sè stesso mediante il controllo dei mass-media.
Inoltre, il timore della morte, meglio di essere ammazzato secondo te sarà letto dal popolo di destra come esecrabile e da punire con l'abbandono politico? Fino ad ora il popolo che lo segue si rifugia nel non voto quando il PdL (quello che era prima) è litigioso al suo interno, così come fa il popolo della sinistra per gli identici motivi.
A nessuno piace morire, peggio ancora morire ammazzato, quindi questa circostanza non sarà letta in chiave negativa. Se poi aggiungi che è una furbata ... gli italiani amano i furbi!
Certo che hai ragione da vendere, pensandoci dalla morte di Berlinguer esiste un partito diretto da furbi e furbetti che pochi hanno abbandonato perchè nulla aveva, e ha,a che vedere con il partito diretto da Enrico.
Pensi che B.non tiene conto del rischio che correrebbe comunque pur tramando nell'ombra?
Hai dimenticato lo "stalliere" Mangano? Se l'è tenuto in casa per due anni!
NON CI CREDO!
Madda
Mi sa che questa volta non c'è solo fumo ma anche arrosto!
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