«Io ingenuo su Fini? Mi chiedo se non sia ingenuo lui. Pensa di continuare a lungo a essere una delle più amate icone della sinistra e puntare a ereditare la guida del centro-destra? A mettere in campo una rottura profonda, direi quotidiana, con il premier e costruire la futura leadership del Pdl? Da ex coautore della legge Bossi-Fini, a dissociarsi continuamente da Bossi, a partire dai temi dell'immigrazione, restando tutt'uno con la Lega?».
Per Francesco Rutelli, leader di Alleanza per l'Italia, per l'ex leader di An «l'approdo verso un nuovo schieramento è praticamente naturale. Io non dico nulla di più. Aspetto». Intervistato dal Sole 24 Ore, Rutelli definisce il suo partito «una start up nata per unire altre forze deluse dal bipolarismo inefficace di cui è vittima il paese». Con l'Udc «c'è una forte consonanza», mentre Di Pietro «pensa solo a massimizzare gli interessi di un piccolo gruppo» e «sta alimentando un percorso suicida: accreditare la possibilità di far cadere Berlusconi nelle aule dei tribunali è l'estremizzazione di un cammino che in 15 anni si è rivelato la migliore assicurazione sulla vita politica del premier».
Per Rutelli «l'opposizione non è in grado di presentarsi come forza di governo alternativa». Nel Pd «vedere i leader sfilare al congresso dei socialisti europei dimostra che si è tornati indietro. Niente di male: porta chiarezza». In ambito economico, la Finanziaria è «una manovra senza coraggio strategico», dice Rutelli, che per rilanciare l'Italia propone di «ridurre le tasse sul lavoro e premiare chi assume a tempo indeterminato», oltre a «rivoluzionare la promozione all'estero». Per le piccole imprese, «occorre che la Pa organizzi la domanda pubblica in modo da favorirle». La riforma delle pensioni, infine, «va fatta partendo da uno scambio: età per le donne-sostegni per maternità e famiglia».
08 dicembre 2009
Per Francesco Rutelli, leader di Alleanza per l'Italia, per l'ex leader di An «l'approdo verso un nuovo schieramento è praticamente naturale. Io non dico nulla di più. Aspetto». Intervistato dal Sole 24 Ore, Rutelli definisce il suo partito «una start up nata per unire altre forze deluse dal bipolarismo inefficace di cui è vittima il paese». Con l'Udc «c'è una forte consonanza», mentre Di Pietro «pensa solo a massimizzare gli interessi di un piccolo gruppo» e «sta alimentando un percorso suicida: accreditare la possibilità di far cadere Berlusconi nelle aule dei tribunali è l'estremizzazione di un cammino che in 15 anni si è rivelato la migliore assicurazione sulla vita politica del premier».
Per Rutelli «l'opposizione non è in grado di presentarsi come forza di governo alternativa». Nel Pd «vedere i leader sfilare al congresso dei socialisti europei dimostra che si è tornati indietro. Niente di male: porta chiarezza». In ambito economico, la Finanziaria è «una manovra senza coraggio strategico», dice Rutelli, che per rilanciare l'Italia propone di «ridurre le tasse sul lavoro e premiare chi assume a tempo indeterminato», oltre a «rivoluzionare la promozione all'estero». Per le piccole imprese, «occorre che la Pa organizzi la domanda pubblica in modo da favorirle». La riforma delle pensioni, infine, «va fatta partendo da uno scambio: età per le donne-sostegni per maternità e famiglia».
08 dicembre 2009
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