mercoledì 30 dicembre 2009

Di Pietro attacca il Colle: “Si ricordi che era un corrotto”


Non c’è due senza tre. E questa, sembra la volta buona che una via di Milano, dedicata a Bettino Craxi, ci sarà, anche se la Lega, per bocca del capogruppo a Palazzo Marino, Matteo Salvini, si dice contraria. Il sindaco Letizia Moratti, indifferente al curriculum giudiziario dell’ex presidente del Consiglio, pensa che si tratti di un giusto riconoscimento a chi “diede una svolta al nostro Paese” e, in alternativa a una via del centro, sta pensando a un parco.
Sul fronte governativo è una melassa unica: “Ho profonde radici socialiste, mi auguro che l’idea di intitolare una strada o un parco a Bettino Craxi vada finalmente a buon esito”, ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti.
“Intitolargli una strada di Milano non ci restituisce l’uomo, ma rende giustizia alla sua memoria di statista e un pezzetto di orgoglio a quei socialisti che ancora si sentono esiliati”, ha affermato Jole Santelli, vice presidente della Commissione affari costituzionali della Camera.
A ricordare il passato di Craxi, è stato Antonio Di Pietro: “Credo che ci sia una distorsione della realtà, attraverso tentativi di riabilitazione di una persona condannata per corruzione e illecito finanziamento ai partiti. Continua a essere scambiato per una persona in esilio, in realtà era latitante. La differenza tra lui e Berlusconi è che Craxi per sfuggire alla giustizia è scappato, Berlusconi invece è andato in Parlamento per farsi le leggi che gli servivano per non farsi processare”.
L’ex pm di Mani Pulite è intervenuto anche sulla possibile partecipazione del presidente Napolitano a un’iniziativa di commemorazione in Senato, non ancora confermata: “Mi auguro che il presidente, se parteciperà a un ricordo su Craxi, lo ricordi per quello che è stato: un presidente del Consiglio, un corrotto, un condannato, un latitante”.
Apriti cielo. In automatico sono partite le dichiarazioni di esponenti del “partito dell’amore”. Le riassume tutte quella di Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, iscritto alla P2: “Con i suoi insulti a Craxi, estesi a Berlusconi, e con le sue minacce e intimidazioni al presidente Napolitano, Di Pietro conferma che purtroppo esiste nel nostro sistema politico e mediatico un grumo di inciviltà, di odio, di rozzezza del quale l’ex pm e il suo partito sono la punta dell’iceberg. Di Pietro è il portavoce di un network che ha capacità di fuoco che non può essere sottovalutata”. (a.m.)

2 commenti:

Francy274 ha detto...

Cicchito ha ragione, la voce di Di Pietro non può essere sottovalutata.. da loro stessi, prima o poi il popolo potrebbe svegliarsi e finalmente credergli!!
I socialisti si sentono "esiliati"? Perchè non se ne vanno anche loro ad Ammamet?? Restare in Italia non può dare il senso dell'esilio è ridicolo!! Ma poi Craxi chi lo ha mai esiliato?? Gli italiani volevamo che rispondesse delle sue malefatte in Italia e non che se la desse a gambe correndo fra le braccia dei magnati arabi suoi grandi amici ai quali ha consegnato l'economia italiana. Alla faccia del bicarbonato di sodio!! Direbbe il Principe De Curtis :)

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Bettino si sottrasse alla giustizia italiana, rifugiandosi in Tunisia, dunque era un latitante ed è morto da latitante.