di Oliviero Beha
Non so voi, ma, in particolare da qualche settimana, mi trovo come avvolto in una nuvola nera. Per capirci, da quando dopo il lodo Alfano bocciato, il “processo breve” in agguato, i tentativi di Berlusconi di non “subire” il processo/i processi a qualunque costo, le rivelazioni dei pentiti che ci riportano alle stragi di inizio anni Novanta, mi sembra di star dentro al finale del film di Nanni Moretti. All’epoca mi sembrava un finale forzato anche se simbolico e quindi metasignificativo, una specie di post scriptum appiccicato. “Il Caimano” che viene portato via mentre il tribunale brucia… Adesso mi sento in quella scena, con i brividi. Eppure devo ammettere che malgrado tutto Berlusconi è quello che mi stupisce di meno. E’ un Caimano lineare, previsto, se non altro da Moretti (ma non solo). Si affida a una stagione di Eros e Thanatos che teme ultima, o penultima, e combatte con qualunque mezzo la sua battaglia per la sopravvivenza politica ed economica senza più cura alcuna dell’immagine cui una volta teneva. Non era il sovrano della comunicazione di fronte ai “mortadellari”? Adesso il premier non ha più immagine, né il Re Sole di Arcore più ombra: coincide ormai solo con la sua fisicità dichiarata continuamente in pericolo, e solo le sue parole in codice (mafioso? Ah, saperlo…) si distinguono e colpiscono nell’abituale flusso indistinto di affermazioni e smentite senza più peso. No, benché sia al momento in testa al gruppo, non è Berlusconi a colpirmi. E’ piuttosto la scena corale del film di Moretti che mi tramortisce, in questa nuvola nera che ci fa tossire e ci impedisce di vedere, che non chiamo virus per non confonderla con quello “impreciso” dei vaccini anti H1N1. E qui, vaccini ancora meno... Per rendere l’idea devo andare indietro nel tempo, precisamente nel 2001, nell’epoca in cui germogliarono i primi moti di protesta girotondini purtroppo poi potati da troppi giardinieri di professione o sfioriti intrinsecamente.
Èil 22 agosto quando il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti del neonato Berlusconi bis, Pietro Lunardi, dice le cose chiare: “Bisogna convivere con mafia e camorra”, in una specie di ineluttabilità che si vorrebbe indiscutibile. Realismo politico o conoscenza di alcune radici? Fatto sta che immediatamente nello scalpore generale risponde Luciano Violante, capogruppo diessino alla Camera: “Un ministro che dice queste cose non può restare al suo posto”, e ne chiede le dimissioni. Parrebbe una reazione “normale” nei confronti di un ministro “anormale”. Pareva. Oggi le cose si sono rovesciate: distinguo nella nuvola nera cresciuta a dismisura in questi otto anni un Violante che ripetutamente in tv chiede uno “scudo” costituzionale per Berlusconi, così da riempire il fossato tra democrazia e legalità. Non basta. Mentre tutt’intorno il Pd, erede quasi alla lettera dei Ds di allora, gli fa eco, insiste: una decisione politica che permetta a Berlusconi di evitare il processo sarebbe “la prevalenza del principio democratico sul principio di legalità”. Trasecolo: è vero che quando sembrava possibile una sua candidatura al Colle Violante era parso disponibile nei suoi dialoghi con la controparte (?) di destra a far passare anche Hitler per un simpatico imbianchino, ma pensavo che a tutto ci fosse un limite. Che la Costituzione, sconosciuta, ostica o ritardante per i senza memoria che si affollano in Parlamento o al governo, restasse un baluardo quasi esistenziale e non soltanto politico o intellettuale per uno come lui o per quelli come lui. La Costituzione è opera anche di Togliatti, se non erro. Mi sbagliavo, immerso come sono nella tossicità di questa nuvola nera che non fa respirare e ingoia tutto. Si rivedano in quella scena finale de “Il Caimano”, e rabbrividiranno.
3 commenti:
L'UOMO NERO!
TERRIBILE!
Madda
Più ci penso più mi accorgo che Moretti sia stato una Cassandra, gli italiani hanno osannato il "cavallo di Troia. Troppe cose gli stanno piombando addosso tutte insieme proprio quando credeva d'aver vinto su tutto. La frase pronunciata verso la Corte, lo sguardo per il pm. dopo la sentenza con quel sorrisetto di chi sa cosa gli resta ancora da fare.. Un finale.. da brivido, qua mi auguro che Moretti si sia ampiamente sbagliato, ma l'odierno scenario fa supporre che potrebbe andare proprio così!
Hai ragione: da brivido!
Però quella di Moretti è una metafora per rendere visivamente lo sfascio delle istituzioni, così ben descritte in un post, doierno, di Micromega che riporta il discorso pronunciato ieri dal magistrato Domenico Gallo, a questo link:
http://ilgiornalieri.blogspot.com/2009/12/la-costituzione-e-la-nostra-patria-no-b.html
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