mercoledì 2 dicembre 2009

Fuorionda, Scajola attacca Fini. "Sei fuori dalla linea del Pdl"


Il fuori onda (VIDEO) con le parole severe nei confronti di Berlusconi. Poi la reazione irata di Berlusconi e la controreplica del presidente della Camera: "Non devo spiegazioni". Ma lo scontro nella maggioranza sembra solo all'inizio. Dai giornali vicini al premier e dai berluscones del Pdl partono attacchi diretti. Bondi dice di essere "amareggiato", Gasparri sostiene che a proposito delle inchieste di mafia "certe cose non solo non bisognerebbe dirle, ma nemmeno pensarle". Ma le parole più dure sono quelle del minsitro delle Attività produttive: "Le dichiarazioni di ieri dimostrano una volontà e un'azione che è diversa dalla considerazione e dalla linea del Popolo della Libertà". E poi: "Credo che ognuno debba mantenere la propria coerenza fino in fondo, si discuta pure, ma la linea deve valere per tutti. "Da troppo tempo ci sono dei distinguo fuori dalla linea del programma". Di fatto, sembra un invito alle dimissioni.

I giornali della destra. Leggendo i titoli di apertura del Giornale e di Libero, le due testate 'berlusconiane', si capisce subito di quanto l'attacco all'ex leader di An sia esplicito e duro. Il quotidiano diretto da Vittorio Feltri arriva a chiedere le dimissioni dell'ex leader di An: ''Fini si e' tradito, chiarisca o si dimetta'', riporta il titolo a cinque colonne.

Sulla stessa linea Libero che titola "Fini ormai è fuori onda" e aggiunge: ''Ha fretta di archiviare Berlusconi e per farlo spera in pentiti e pm''.

Il Secolo difende Fini. "Complotti inventati e tradimenti veri" è il titolo del corsivo del direttore de 'Il Secolo d'Italia, Flavia Perina. Nel testo una chiara allusione a chi soffia sul fuoco: "Siccome è chiaro che nessuna linea è stata messa in discussione, e che quando il presidente della Camera ha voluto fare critiche al Pdl le ha espresse apertamente, nelle sedi opportune (vedi Gubbio), accettando le dinamiche delle dialettica e della critica interna, ci si domanda chi ha interesse a forzare la polemica oltre ciò che è legittimo?" A cosa punta questa escalation minacciosa, questa catena di ultimatum per di più espressi da soggetti politicamente non legittimati a nulla, da Feltri ('Rientri nei ranghi, oppure...') a Capezzone?"

"Non amiamo la dietrologia - continua Perina -, ma qua è evidente l'obiettivo: esasperare Fini e sospingerlo altrove a forza di provocazioni, invettive, maldicenze, grossolani aut-aut".

Gasparri e Bondi all'attacco. "Certe cose bisognerebbe evitare non solo di dirle, ma perfino di pensarle" è il duro commento alla Stampa del capogruppo dei senatori Pdl Maurizio Gasparri. Che, alla domanda se non sia importante avere la verità sulle stragi di mafia, replica: "Questa verità già l'abbiamo, c'è stato un processo con delle condanne, ora non è che arriva Gaspare Spatuzza, un assassino che ha sciolto dei bambini nell'acido, e si rifà tutto da capo". Del premier, il senatore Pdl afferma con nettezza: "Noi pensiamo sia vittima di una persecuzione, se Fini la pensa diversamente lo dica". Intanto il ministro della Cultura Sandro Bondi dice che "l'intervento di Fini a Ballarò ieri sera lo ha lasciato molto amareggiato". Perché, secondo Bondi, "il presidente del Consiglio non ha mai preteso di confondere il consenso di cui gode nel paese con un sorta di immunità. Se mai, dal 1992 ad oggi, è accaduto esattamente il contrario, e cioè che una minoranza di magistrati ha ritenuto possibile ribaltare il verdetto elettorale degli italiani". Diverso l'atteggiamento di Italo Bocchino, presidente del gruppo Pdl alla Camera che definisce Fini e Berlusconi "la più solida coppia politica italiana".

Casini: "Berlusconi ostaggio di Bossi". Le affermazioni di Fini non scuotono il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini quanto "le parole di bossi che ha ricordato come berlusconi sia un leader a sovranità limitata perché senza i voti della Lega andrebbe a casa. Così come Di Pietro tiene in ostaggio il centrosinistra, la Lega comanda nel centrodestra".

Bersani: "Pdl in confusione". "Il centrodestra è in confusione" taglia corto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Che punta il dito sull'incapacità dell'esecutivo nel fronteggiare la crisi economiche: ""Siamo di fronte al paradosso di un governo che non è nemmeno in grado di far approvare i propri emendamenti", dice il segretario riferendosi alla bocciatura ieri in commissione Bilancio di 12 emendamenti alla Finanziaria su 14 presentati dal governo".

(2 dicembre 2009)

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