“Io non sono un politico. Non entrare nel dibattito politico. Loro parlano politichese io parlo il linguaggio della strada” dice Giuseppe Grisorio, il Griso, uno dei portavoce del comitato No Berlusconi Day. Eppure a Bersani direbbe “che per me non è ancora tutto perduto e che siamo ancora in tempo per fare una grande festa, un grande evento di piazza che avrebbe come principale effetto benefico quello di iniziare un confronto non tra i partiti ma tra le basi”.
Mancano ormai pochi giorni alla manifestazione per “chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi”. Appuntamento sabato alle 14:30 in Piazza della Repubblica, a Roma, per un corteo che arriverà in Piazza del Popolo (secondo gli ultimi dati sono 500 gli autobus “pagati e confermati”). Mentre aumentano le pressioni nei confronti del Pd per una sua aperta partecipazione, ieri, dalle colonne di Repubblica, il segretario Bersani ha fatto una timida apertura: “Non ho mai guardato al 5 dicembre con ostilità e sufficienza – dice - Osservo anche mutazioni evidenti in quel corteo, sia dal punto di vista dei promotori che delle parole d'ordine. Sembrava essere nata più per strattonare il Pd che Berlusconi. Ora forse appare un'altra cosa. Un'iniziativa dei movimenti e non dei partiti. Se nessuno ci mette il cappello, se nessuno punta a creare una frattura delle opposizioni facendo un regalo al premier, saranno presenti militanti e dirigenti democratici”. Un’apertura felpata con tanti “se” che Griso fa fatica a comprendere: “Le parole d'ordine sono sempre quelle, quelle dell'appello” dice al Fatto Quotidiano. Che è rimasto immutato dal 9 ottobre, giorno della sua pubblicazione su Facebook, e vale ancora oggi: “Non capisco – dice Grisorio – questo 'mutamento' dove l'abbiano visto. Noi abbiamo detto sempre le stesse cose. Su questo si sono aggregati tutti. E bisogna dire anche che se questa iniziativa è cresciuta, è stato perché le parole d'ordine erano poche e molto chiare. Sono solo due, infatti: Berlusconi dimettiti”.
Non ha confini precisi questo movimento No B. Day. E anche “se a noi non ci ha chiamato nessuno” non sarebbe stato facile per il Pd avere come interlocutori decine di migliaia di persone: “Se mi chiedono chi sono gli organizzatori, io dico che sono i 340.000 che per ora hanno aderito al gruppo Facebook”. Poi, certo, nessuno sa come sarà questa piazza. “Gli interventi dal palco parleranno di questioni reali, di storie, persone di solito escluso dalla visibilità mediatica saranno leggitimate a dire la loro dalla vita che vivono ogni giorno”.
Quello che sa il cittadino Giuseppe Grisorio è che il 5 dicembre è già stato un successo: “È stato strano, ci siamo parlati tra tutti, senza sapere l’appartenenza di ognuno. Questo è stato possibile solo perchè avevamo un obiettivo comune. È la base che parla in maniera circolare. In questi giorni mi sono trovato a parlare con gente che si firma come ‘nonno preoccupato’: non mi sarei mai sognato di parlare al telefono con un uomo di 83 anni che diceva ‘andate avanti’”. Inutile chiedergli anche di Enrico Letta, vicesegretario Pd, che ha detto di considerare legittimo che Berlusconi si difenda dal processo e nel processo”. “Da giurista – risponde Grisorio - A me hanno insegnato come difendere un imputato nel processo e non dal processo. Poi, io penso che se una persona è innocente ha tutto l'interesse che la sua posizione sia chiarita”. Per questo Berlusconi si deve dimettere e farsi processare, come tutti cittadini, in Tribunale.
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