martedì 22 dicembre 2009

Il Pd e la tentazione suicida di salvare il Caimano



Le menti pensanti, si fa per dire, della destra berlusconiana, hanno ideato uno schema aggiuntivo a quello già collaudato del partito dell'odio e dell'amore. Potremmo chiamarlo schema antichi romani, oppure degli Orazi e dei Curiazi.

"Volete il dialogo? Volete una grande intesa? Volete la pacificazione? Allora dovete cacciare questo o quello e presentarvi soli, quasi come l'agnello da sacrificare, davanti al trono del nostro signore...".

Così, uno dopo l'altro, nell'elenco delle pecore nere da cacciare dal gregge degli amici e degli alleati del Pd sono finiti: Eugenio Scalfari, Ezio Mauro, l'intero gruppo Repubblica-Espresso, il Fatto di Antonio Padellaro, Marco Travaglio, Furio Colombo, l'Unità di Concita De Gregorio, quasi tutti gli autori di Rai3, ovviamente Michele Santoro e Annozero, per non parlar della Cgil che è già stata espulsa dai tavoli delle trattative. Come se non bastasse il Pd di Bersani dovrebbe anche dimostrare di aver rotto con Di Pietro e con la sinistra radicale e magari prendere il solenne impegno a non fare alleanza con questi signori, in modo tale da non avere possibilità di vincere neppure nel più piccolo comune.

Non sappiamo cosa decideranno di rispondere i principali dirigenti del Pd, ma vorremmo ricordare loro che, magari sommessamente, con grande garbo e infinita pacatezza, potrebbero preparare una lista simile e "vedere l’effetto che fa", come cantava Enzo Iannacci.

Potrebbero metterci dentro qualche direttore di famiglia, qualche giornalista killer, qualche ricettatore di dossier falsi, qualche spione che insegue i giudici per strada, quelli già condannati e quelli che inneggiavano al mafioso Mangano, oppure quei mazzieri che hanno preparato l'agguato al direttore dell'Avvenire Boffo, o alla signora Veronica, oppure al presidente Napolitano, a Gianfranco Fini; per non parlare dei quintali di immondizia riversati sulla Corte Costituzionale e sulla Costituzione medesima.

Come se non bastasse, i dirigenti del Pd, sempre con grande sobrietà, potrebbero presentare un elenco di ex iscritti alla P2 con i quali non vogliono trattare oppure indicare i nomi di quei fascisti non pentiti e di quei razzisti xenofobi che tanta parte hanno in questa maggioranza.

A noi le liste di proscrizione non piacciono, ma questa lista avrebbe molto più senso di quella presentata a Bersani e compagni.

Siamo sicuri che a nessuno nel centro sinistra verrà più in mente di ripercorrere le rovinose strade del passato, ma se qualcuno conservasse ancora questa tentazione luciferina, dovrà rassegnarsi a perdere i rapporti non con Di Pietro e Scalfari, Santoro e Ezio Mauro, ma con qualche milione di elettori e elettrici.

Dopo averci diviso, ci colpirà, politicamente s'intende, ad uno a uno, e celebrerà il suo trionfo finale realizzando l'antico e mai archiviato progetto gelliano di costruire una repubblica presidenziale a (tele)comando unificato.

Sarà il caso di non dargli una mano...

Giuseppe Giulietti

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