giovedì 31 dicembre 2009

Il ritorno del popolo viola-a gennaio meeting a Napoli


di ALESSANDRA LONGO


Sono riusciti a convocare in venti giorni centinaia di migliaia di persone e poi sono mediaticamente scomparsi, quasi inghiottiti nel nulla, se si usano i parametri, da loro considerati vetusti, delle comparsate televisive. Dove sono e che cosa fanno quelli del "No B Day", dov'è quel "Popolo viola" che ha così infastidito certo establishment? Ebbene, la prima notizia è che il "movimento" respira, è vivo, ma comunica solo in rete e dunque per questo può sembrare invisibile ai non internauti. La seconda notizia è che gli organizzatori del "No B Day" del 5 dicembre scorso si rendono conto di "essere entrati nell'immaginario collettivo", di aver conquistato un patrimonio che va speso e non dilapidato. Ma come? Prima di tutto, occorre, come ai vecchi tempi, un po' di "fisicità".

Il primo appuntamento nazionale è già stato fissato. I "referenti locali del Popolo Viola" si troveranno il 9 gennaio a Napoli, ospiti del Centro culturale "La città del sole". Tanto per dare l'idea, non sarà una riunione della serie chi c'è c'è. I rappresentanti periferici sono invitati a "intervenire in numero non superiore a due per ragioni di carattere organizzativo". Occorre confermare la presenza "entro e non oltre il 4 gennaio" e la tavola rotonda con i giornalisti ha già un orario parecchio rigido: "Dalle 15 alle 16".

Sarà pure vero, come si legge sul sito, che "nessuno può controllare l'onda che si sta propagando alla velocità delle idee", però la sensazione non è quella di un movimentismo senza testa e regole. Gianfranco Mascia, antiberlusconiano storico, uno dei volti più noti ad aver sposato la causa dei viola, si aspetta una "bella riflessione": "Dobbiamo lanciare e raccogliere idee. Evitando la trappola della ricerca a tutti i costi di un'identità, un approccio vecchio, ideologico, di partito. Il movimento vuol essere invece un'altra cosa, vuol capire dove andrà questo flusso di persone e emozioni, vuol soprattutto sfruttare fino in fondo l'intelligenza collettiva".

Affidarsi all'"intelligenza collettiva", sfuggire alle sirene dei partiti: una bella scommessa. Per ora questo è lo schema di gioco. Uno schema che non è cambiato nemmeno dopo l'aggressione al capo del governo. "Noi abbiamo chiesto le dimissioni di Berlusconi allora e le chiediamo ora - dice Mascia - e il gesto di Tartaglia, così come la spinta di quella giovane donna malata al Papa, non c'entrano nulla con la politica". Come lo vedete il costituendo "partito dell'amore?" "Nemmeno quello ci interessa. E comunque sia credo che chi vive da anni un lavoro precario o combatte la mafia vede con i suoi occhi qual è il vero partito dell'amore".

Intendiamoci: in ossequio al principio dell'intelligenza collettiva, Mascia parla a titolo personale. E, a titolo personale, scarta l'idea che il Popolo Viola si occupi delle scadenze elettorali prossime venture: "I contatti con i partiti per ora sono in stand-by". Quelli con altri movimenti invece no. Esce oggi un numero di Micromega in cui Mascia e altri ragionano sul futuro "dell'onda". A fine gennaio "l'intelligenza collettiva" aveva proposto un "primo meeting nazionale del Popolo Viola a Firenze".

Sul sito c'è ancora l'annuncio con oltre trenta commenti grondanti entusiasmo. Non è detto che questo raduno si faccia. Lo decideranno a Napoli. Sempreché sia facile "decidere". Leggiamo sul sito: "È chiaro che in questa fase nessuno può pensare di dare indicazioni su cosa fare e cosa non fare".

(31 dicembre 2009)

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