Paolo Berlusconi non si capacita ancora di quello che è successo a suo fratello. Le immagini che le televisioni mandano in onda ossessivamente, non fanno altro che aumentare la paura per quello che è gli è capitato e che di peggio poteva accadere. «Il primo pensiero che ho avuto è stato un pensiero strano. Meno male che mio padre e mia madre non ci sono più. Avrebbero sofferto troppo vedendo quello che hanno fatto a Silvio».
Dottor Paolo Berlusconi, come sta suo fratello?
«Prova molto dolore. Ha il volto bendato. E’ a letto. Continua a voltarsi da un fianco all’altro per i dolori. Ma ovviamente con quello che è successo non c’è solo il dolore fisico».
Altri che lo hanno visto, dicono che suo fratello è molto combattivo ma allo stesso tempo sgomento per quello che è successo e che non immaginava che potesse accadergli...
«Il suo morale ondeggia tra lo sbigottimento e la voglia di reagire con forza come solo lui sa fare. Soltanto quando è arrivato in ospedale si è reso conto di quello che ha rischiato. Se fosse stato colpito in un occhio... Se il colpo fosse arrivato più forte... Se non gli avessero lanciato solo un oggetto di marmo... Poteva finire peggio, molto peggio di così. Le immagini di mio fratello con il volto coperto di sangue sono sotto gli occhi di tutti. Noi con lui non riusciamo a capacitarci che si possa essere arrivati a tanto. Silvio è nei nostri cuori, nelle nostre menti...».
Non crede che sia sempre imprevedibile il gesto di uno psicolabile? E’ vero che suo fratello, per cercare di capire, vorrebbe incontrarlo?
«Di questo quando sono andato a trovarlo non abbiamo parlato. Io però non vorrei che con la scusa delle condizioni mentali di quella persona, si voglia minimizzare quello che è stato fatto a Silvio».
Crede che ci sia un retroterra politico dietro al gesto di chi ha aggredito suo fratello?
«Io penso che non si possa far finta di niente. Penso che quello che è successo in piazza del Duomo è stato il raccolto dopo la semina. E’ un concetto molto semplice. Ci sono persone che non pensano minimamente a quello che Silvio sta facendo per il nostro Paese. Se solo lo conoscessero davvero, sono convinto che molti di quelli che lo attaccano cambierebbero idea. Ma lo sa il segretario del Pd Bersani cosa sta facendo Silvio? Ma lo sa quando lo chiama “il miliardario con il piffero che incanta le persone”?».
Suo fratello però lo ha voluto incontrare.
«Mio fratello è buono. Non porta odio né rancore per nessuno. Certo quando ha saputo che su Facebook c’erano dei siti dove si inneggiava all’aggressione di Massimo Tartaglia è rimasto male, molto male. E’ un dolore vero che si aggiunge al dolore fisico che sta provando. E che a stento riescono a contenere gli analgesici».
Avete parlato anche di questo, di Facebook...
«Non ci sono molte considerazioni da fare. Si sono messi in 50 mila ad inneggiare per quello che è capitato a Silvio. La cosa che fa più male è la vigliaccheria dell’anonimato che consentono quei siti. Si sono messi in branco per nascondersi meglio. Ma io resto convinto che se uno ad uno potessero trovarsi faccia a faccia con lui e avessero l’opportunità di conoscerlo davvero, capirebbero tutto. Capirebbero chi è mio fratello. Capirebbero che anche dal suo letto di ospedale Silvio non smette di pensare al lavoro del governo e al bene del Paese».
Gliene ha parlato?
«E’ il suo vero rammarico. Aveva un’agenda fitta di appuntamenti che ovviamente non può rispettare. Mi ha anche detto: “Povero Gianni Letta, adesso il lavoro è tutto sulle sue spalle”. Chi attacca mio fratello, non si rende minimamente conto di quello che sta facendo. Poi succedono cose come questa».
Suo fratello però lo ha voluto incontrare.
«Mio fratello è buono. Non porta odio né rancore per nessuno. Certo quando ha saputo che su Facebook c’erano dei siti dove si inneggiava all’aggressione di Massimo Tartaglia è rimasto male, molto male. E’ un dolore vero che si aggiunge al dolore fisico che sta provando. E che a stento riescono a contenere gli analgesici».
Avete parlato anche di questo, di Facebook...
«Non ci sono molte considerazioni da fare. Si sono messi in 50 mila ad inneggiare per quello che è capitato a Silvio. La cosa che fa più male è la vigliaccheria dell’anonimato che consentono quei siti. Si sono messi in branco per nascondersi meglio. Ma io resto convinto che se uno ad uno potessero trovarsi faccia a faccia con lui e avessero l’opportunità di conoscerlo davvero, capirebbero tutto. Capirebbero chi è mio fratello. Capirebbero che anche dal suo letto di ospedale Silvio non smette di pensare al lavoro del governo e al bene del Paese».
Gliene ha parlato?
«E’ il suo vero rammarico. Aveva un’agenda fitta di appuntamenti che ovviamente non può rispettare. Mi ha anche detto: “Povero Gianni Letta, adesso il lavoro è tutto sulle sue spalle”. Chi attacca mio fratello, non si rende minimamente conto di quello che sta facendo. Poi succedono cose come questa».
1 commento:
LEGGENDO QUESTA 'INTERVISTA' SI CAPISCE PERCHE' IL CAVALIERE NON HA PIU' VOLUTO GIULIO ANSELMI ALLA DIREZIONE DE LA STAMPA.
ANSELMI NON CREDO AVREBBE AVALLATO QUESTA C.D. "INTERVISTA".
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