L’EX LEADER DEI DS: LE VICENDE UNIPOL E TELEKOM SERBIA SONO STATE GESTITE PER DELEGITTIMARCI
di Wanda Marra
“Se le cose fossero come appaiono e dovrà dircelo la magistratura avremmo la conferma di ciò che si era facilmente capito fin dall’inizio. Sia le vicende Unipol sia Telekom Serbia sono state gestite con un obiettivo di de-legittimazione politica mia personale, dei Ds e del centrosinistra”. Sullo scoop pubblicato ieri dall’Unità, secondo il quale Berlusconi avrebbe ricevuto il file dell’intercettazione tra Fassino e Consorte (“Abbiamo una banca”), pubblicato solo pochi giorni dopo sul Giornale (il 31 dicembre 2005), il diretto interessato, Piero Fassino dà una lettura netta e decisa. E nel Pd prendono posizione denunciando la “vicenda allarmante e inquietante” sia i capigruppo di Camera e Senato, Franceschini e Finocchiaro, sia il vicepresidente del Senato Chiti e il responsabile Giustizia, Orlando.
Se la questione raccontata dall’Unità fosse vera, cosa significherebbe?
Naturalmente è doveroso aspettare le conclusioni della magistratura. Ma sembra si tratti della ripetizione della vicenda Telekom Serbia in cui Igor Marini era solo uno strumento in una trama preordinata. Anche in quel caso il Giornale fu megafono e amplificatore. Sulla questione Unipol, la mia era una conversazione privata con una battuta ironica, talmente innocua che la magistratura la valutò irrilevante.
Una battuta rimasta negli annali...
Proprio perché è stata usata in modo spietato e cinico per un’operazione di battaglia politica.
Lei che idea si è fatto?
A me non spetta fare illazioni: la magistratura vada fino in fondo. E se ci sono responsabilità emergano con chiarezza e a quel punto risulterà evidente all’opinione pubblica l’attacco strumentale di cui sono stato vittima.
In questi ultimi mesi sembra che Palazzo Chigi sia una centrale di smistamento di notizie scomode, che finiscono direttamente sul Giornale...
È certamente anomalo e per qualche aspetto anche inquietante che tutti coloro che vogliono usare fatti, informazioni o dossier per attaccare questo e quello sentano il dovere di farlo sapere al presidente del Consiglio. Non credo che avvenga in nessun paese civile e normale. Come in nessun paese civile e normale capita che l’avvocato difensore del presidente del Consiglio sia l’ispiratore di provvedimenti legislativi non di interesse generale ma del suo assistito. Nello stesso periodo della vicenda Unipol c’è stato un episodio sconcertante mai chiarito di invasione delle banche dati del ministero delle Finanze per rovistare nelle documentazioni fiscali e patrimoniali di Prodi. Ricordo che negli Usa un presidente, Nixon, per aver fatto spiare i suoi avversari politici ha dovuto dimettersi.
Alla luce di quel che sta dicendo, non crede che il Pd avrebbe potuto fare una scelta diversa rispetto al NoB. Day?
Non ho detto che Berlusconi deve dimettersi, ho solo fatto l’esempio di quel che succede in altri paesi. Noi abbiamo guardato con simpatia e fiducia alla manifestazione, nella quale c’era tanta gente nostra, oltre a dirigenti autorevoli e rappresentativi, come Bindi e Franceschini. Bersani ha avuto un atteggiamento di rispetto, ma non di dissociazione.
Quando uscì quell’intercettazione, i sondaggi registrarono un calo consistente, perché l’opinione pubblica cominciò a dubitare della superiorità morale della sinistra. Quanto ha inciso la vicenda Unipol sulla vostra vittoria di misura alle politiche del 2006?
La causa principale per cui il nostro vantaggio elettorale forte fu eroso dipese da alcuni errori, come la proposta di tassare il 20% dei titoli di Stato in un momento in cui Berlusconi proponeva di ridurre le tasse. Non credo che la vicenda Unipol abbia avuto un’incidenza particolare. Ma è chiaro che si scelse la vigilia delle elezioni per metterci in difficoltà. Anche se non mi risultano particolari cali nei sondaggi.
Nel pezzo dell’Unità si adombra l’esistenza di una centrale di intercettazioni in Italia, ma con impianti in un paese dell’est Europa. Berlusconi sembra continuare a scavare negli archivi del Kgb. Cosa potrebbe trovare che vi danneggi?
Non so se sia vero che va a cercare negli archivi. Ma il Muro di Berlino è caduto da 20 anni e la maggior parte dei protagonisti della vita politica di oggi non ha nulla da temere.
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