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Al Secolo la resistenza di An al regno di B.
Un giorno al quotidiano di via della Scrofa: Fini sarà il futuro leader ma ora va difeso
di Wanda Marra
Un giorno al quotidiano di via della Scrofa: Fini sarà il futuro leader ma ora va difeso
di Wanda Marra
“L’editoriale oggi dovrebbe essere sul fatto che un giornale non può dettare la linea al Pdl”. La riunione di redazione del Secolo d’Italia, un open space a via della Scrofa, il portone accanto alla sede della ex Alleanza nazionale, è rapida e informale. Assieme al direttore, Flavia Perina, il direttore responsabile, Luciano Lanna e i responsabili delle pagine degli Interni.
Gente abituata a discutere di politica da sempre, con una tradizione “solida” alle spalle. E infatti, si capisce anche dall’equilibrio dei pezzi “forti” del giorno, disegnati sul timone: uno dedicato alle donne, come la Polverini o la Bonino che hanno uno stile “diverso” da quello di altre, come la Santanchè.
E una pagina sull’anniversario della strage di Acca Larentia (tre giovani militanti missini furono uccisi il 7 gennaio 1978 da un commando dell’ultra-sinistra).
Uno sguardo alla destra moderna, che si smarca dal berlusconismo, un altro alle radici storiche, che affondano nel passato, fino ad arrivare al fascismo.
E poi, un’intervista a Donato La Morte e Franco Pontone su come funziona la fondazione che gestisce il patrimonio della ex An.
Un modo per rispondere all’ultimo attacco di Vittorio Feltri, che aveva accusato Fini di “far sparire le case”.
Vista dall’interno, la redazione del Secolo assomiglia più che a una trincea a un avamposto della politica che resiste. Resiste all’idea del partito di un uomo solo, non si lascia schiacciare sulle posizioni del berlusconismo e della Lega e rivendica una tradizione politica “pesante”. Anche se sono mesi ormai che il giornale è al centro della guerra mediatica, che lo vede opporsi al Giornale di Feltri.
Vista dall’interno, la redazione del Secolo assomiglia più che a una trincea a un avamposto della politica che resiste. Resiste all’idea del partito di un uomo solo, non si lascia schiacciare sulle posizioni del berlusconismo e della Lega e rivendica una tradizione politica “pesante”. Anche se sono mesi ormai che il giornale è al centro della guerra mediatica, che lo vede opporsi al Giornale di Feltri.
“Questa è più che altro una semplificazione giornalistica – afferma però la Perina, capelli castani, aria pratica ed efficiente, accento romano marcato e un passato nel Msi – Noi non abbiamo certo gli stessi mezzi del Giornale. E poi, sia chiaro: il problema non è che Feltri non può scrivere quello che vuole, ma quale posizione prendono i vertici del Pdl sulle cose che dice”.
Una richiesta precisa, alla quale nessuna risposta chiara è stata data. Ma al Secolo si aspettano che entrando nel vivo delle regionali i toni della polemica si abbassino. Quanto meno per una scelta di intelligenza politica. Mentre sono più o meno tutti concordi nel dire che al momento non esiste la questione scissione, evocata in questi giorni da un titolo dello stesso quotidiano di via della Scrofa. Come negano che ci sia in programma una riunione per formare un eventuale gruppo di finiani.
Si vuole Fini futuro leader, allora?
“Fini è già un leader”, dice perentoria Annalisa Terranova, responsabile delle pagine politiche insieme con Girolamo Fragalà, al Secolo dal 1990 e anche lei un passato politico nel Msi.
Sì, ma del Pdl? “Sul Pdl dei dubbi li avrei”, si lascia scappare lei fuori dai denti.
Mentre Antonio Marras, che Fini lo conosce da 35 anni: “È chiaro che sarà lui il prossimo leader naturale. Non ci sono dubbi. Però, comunque, lo voglio dire: questo è il miglior governo italiano dal 1945”.
Ma i giornalisti del Secolo si sentono una corrente? “Siamo un giornale problematico”, – dice Filippo Rossi, che fa parte della nuova guardia ed è anche direttore di FareFuturo webmagazine, che fa riferimento alla fondazione omonima vicina al presidente della Camera – a me interessa sottolineare la nostra visione del giornalismo più che della politica”.
Sarà, ma intanto il Secolo è di fatto in prima linea nella battaglia interna al Pdl. “Ci hanno dato un ruolo”, spiega Luca Maurelli. “È Feltri che ha cominciato ad attaccarci a settembre”, lo corregge la Perina. Mentre la Terranova ci tiene a ricordare: “Ci siamo scontrati sui temi. Già da quest’estate abbiamo dato spazio a posizioni diverse da quelle della Lega, per esempio sul decreto sicurezza”. “In alcuni casi è stato Fini a venire su posizioni anticipate da noi: per esempio contro l’islamofobia noi siamo schierati da anni”, spiega Lanna. A proposito di islamofobia, l’ingresso della Santanchè nel governo è osteggiato con forza dai finiani. “Sì, ma questa cosa esiste davvero? – si chiede la Perina – mica il Pdl si è riunito e lo ha deciso”. La collegialità, appunto. Ma è mai accaduta una cosa del genere? “È un partito nuovo, un percorso tutto da organizzare e da fare. Però, questo delle decisioni è sicuramente un tema centrale per il futuro del Pdl”.
Ma i giornalisti del Secolo si sentono una corrente? “Siamo un giornale problematico”, – dice Filippo Rossi, che fa parte della nuova guardia ed è anche direttore di FareFuturo webmagazine, che fa riferimento alla fondazione omonima vicina al presidente della Camera – a me interessa sottolineare la nostra visione del giornalismo più che della politica”.
Sarà, ma intanto il Secolo è di fatto in prima linea nella battaglia interna al Pdl. “Ci hanno dato un ruolo”, spiega Luca Maurelli. “È Feltri che ha cominciato ad attaccarci a settembre”, lo corregge la Perina. Mentre la Terranova ci tiene a ricordare: “Ci siamo scontrati sui temi. Già da quest’estate abbiamo dato spazio a posizioni diverse da quelle della Lega, per esempio sul decreto sicurezza”. “In alcuni casi è stato Fini a venire su posizioni anticipate da noi: per esempio contro l’islamofobia noi siamo schierati da anni”, spiega Lanna. A proposito di islamofobia, l’ingresso della Santanchè nel governo è osteggiato con forza dai finiani. “Sì, ma questa cosa esiste davvero? – si chiede la Perina – mica il Pdl si è riunito e lo ha deciso”. La collegialità, appunto. Ma è mai accaduta una cosa del genere? “È un partito nuovo, un percorso tutto da organizzare e da fare. Però, questo delle decisioni è sicuramente un tema centrale per il futuro del Pdl”.
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