Capodanno, la “resurrezione” del premier tra gite al supermarket e megacene. E un altro strano incontro: con l’avvocato di Marrazzo
di Luca Telese
di Luca Telese
Dice che ha ricevuto Bartolo Pellegrino, un signore che è sorvegliato speciale per mafia. Malelingue: lui, probabilmente, è convinto che si tratti solo di uno stalliere (vedi articolo di Sandra Amurri). Dice (La Repubblica) che ha incontrato l’avvocato di Piero Marrazzo, che gli aveva chiesto un colloquio. Che c’è di male? Per lui nulla. Bisogna capire per Marrazzo, invece: l’ultima volta che ha chiesto consiglio a Palazzo Chigi, Piero era ancora presidente della Regione (e non era coinvolto in nessuna inchiesta). Di cosa si saranno mai parlati l’avvocato Petrucci e il premier? Mistero. Dice che ad Arcore c’è stata un sontuoso cenone di fine anno: che sorpresa. Dice che c’era Apicella. E figurati: la notizia era se mancava. Dice l’Ansa che gli hanno dedicato un francobollo in Sierra Leone: c’è Silvio che stringe la mano ad Obama (forse per loro è il contrario). Gli manca una apparizione nel prossimo film di Natale della Disney e la resurrezione sarà completa (a Walter Veltroni riuscì l’impresa di doppiare Gino il tacchino in Chicken little). Dice che il premier è riapparso il 31 dicembre in un centro commerciale.
San precario blog. È’ tutto vero. Per 24 ore ci siamo chiesti: ma come, c’è la prima apparizione e non si trova nemmeno una foto? Adesso grazie al sito di San Precario (che l’ha ricevuta da un anonimo) abbiamo anche la prova fotografica. C’è lui, Silvio Berlusconi che si tocca la punta del naso mentre parla come se mostrasse a una signora le sue stimmate. Nessuna sorpresa sulla location, invece. Dove dove mai potrebbe ri-apparire Berlusconi se non in un centro commerciale? Ha iniziato la sua carriera politica nel 1993 nel supermercato di Casalecchio del Reno, era quasi ovvio che per il suo grande ritorno sulla scena si manifestasse in un posto come Il Gigante di Villasanta, in Brianza. È come San Pietro per il Papa. I testimoni riferiscono che ha fatto un giro di due ore. Ha salutato il direttore, è passato alla cassa per salutare i dipendenti, ha comprato borse e valigie in un negozio di pelletteria. Nella foto diffusa da San Precario la signora a cui Berlusconi mostra il naso ha una sciarpa arcobaleno. I visi della scorta, tutto intorno, sono preoccupatissimi (potrebbe essere altrimenti?). Lui ha un giubbotto con una specie di aquila sul petto (sarà un souvenir di Putin).
Bende & ferite. In ogni caso siamo di nuovo al corpo di Berlusconi, al mistero di fede che contiene. In rete, sul sito dove è apparsa la foto, qualche paranoico ipotizza: le bende non sono dove dovrebbero essere, le ferite provocate dal piccolo Duomo non sono al loro posto. Cose del tipo: “Ma cosa c’entrano quei cerotti sulla guancia?? È la prova di una menzogna colossale !!!”. Oppure: “Uno a cui hanno rotto 2 denti che si fa incerottare il naso... ha approfittato e si è fatto l'ennesima plastica: che vergogna!!!”. E addirittura: “Mi pareva che la benda fosse sull’altro lato”. E invece nessun retroscena, nessun trucco: era proprio lì, solo un po’ più grande. Ma ormai la suggestione del Caimano produce in noi allucinazioni e ricordi ingannevoli.
Il ritocchino. Malgrado l’inventiva dei dietrologi, malgrado il dubbio (legittimo) se abbia già fatto (o meno) il “ritocchino”, infatti, siamo di nuovo a discutere di lui, del suo corpo, del suo incarnato. Arriveranno i manifesti (già prenotati, assicura La Repubblica) con il viso insanguinato dopo i colpi di Tartaglia? È vero che il Cavaliere ha recuperato due punti nei sondaggi per l’aggressione? Secondo una scuola di pensiero (in testa Marco Pannella) l’immagine del Berlusconi ferito, al di là di ogni suggestione e dell’istinto solidale che può ispirare, indebolisce l’immagine del premier, mostra la sua vulnerabilità. A Sabina Guzzanti quelle ferite hanno indotto un sentimento di pena e di umana solidarietà. A chi scrive hanno ispirato simpatia. In tutti noi, di sicuro, curiosità. L’unica cosa certa è che questa accurata regìa nella resurrezione mediatica prova ancora una volta che un elemento cardine dell’egemonia berlusconiana è il fatto che di lui finiamo per parlare, il suo corpo, i suoi mille segni, la sua capacità di plasmare la sua immagine per piegarla al messaggio. Marco Belpoliti (Il corpo del capo, Guanda) ha recuperato negli archivi le foto del se stesso di un tempo, che Berlusconi oggi non ama più. Quelle sfuggite all’occhio vigile di Mity Simonetto. Quelle con i basettoni e il riporto, con i mustacchi che pare un ussaro, quelle con il cappotto di Astrakan che nemmeno Al Pacino in Scarface. Forse, fra qualche anno, anche queste foto saranno ritirate dal mercato e sostituite da un nuovo conio, come quelle ormai dimenticate con il cerottone sul collo, dopo il colpo di treppiede. Questo scatto di Berlusconi che si tocca il naso, 31 dicembre, anno di grazia 2009, supermercato il Gigante di Villasanta potrebbe essere l’ultimo graffito di un’epoca. Come sarebbe bello, nel 2010, discutere di Bersani che riappare in un salumificio dell’Emilia dopo la vacanza a New York. Magari con i capelli ricci.
San precario blog. È’ tutto vero. Per 24 ore ci siamo chiesti: ma come, c’è la prima apparizione e non si trova nemmeno una foto? Adesso grazie al sito di San Precario (che l’ha ricevuta da un anonimo) abbiamo anche la prova fotografica. C’è lui, Silvio Berlusconi che si tocca la punta del naso mentre parla come se mostrasse a una signora le sue stimmate. Nessuna sorpresa sulla location, invece. Dove dove mai potrebbe ri-apparire Berlusconi se non in un centro commerciale? Ha iniziato la sua carriera politica nel 1993 nel supermercato di Casalecchio del Reno, era quasi ovvio che per il suo grande ritorno sulla scena si manifestasse in un posto come Il Gigante di Villasanta, in Brianza. È come San Pietro per il Papa. I testimoni riferiscono che ha fatto un giro di due ore. Ha salutato il direttore, è passato alla cassa per salutare i dipendenti, ha comprato borse e valigie in un negozio di pelletteria. Nella foto diffusa da San Precario la signora a cui Berlusconi mostra il naso ha una sciarpa arcobaleno. I visi della scorta, tutto intorno, sono preoccupatissimi (potrebbe essere altrimenti?). Lui ha un giubbotto con una specie di aquila sul petto (sarà un souvenir di Putin).
Bende & ferite. In ogni caso siamo di nuovo al corpo di Berlusconi, al mistero di fede che contiene. In rete, sul sito dove è apparsa la foto, qualche paranoico ipotizza: le bende non sono dove dovrebbero essere, le ferite provocate dal piccolo Duomo non sono al loro posto. Cose del tipo: “Ma cosa c’entrano quei cerotti sulla guancia?? È la prova di una menzogna colossale !!!”. Oppure: “Uno a cui hanno rotto 2 denti che si fa incerottare il naso... ha approfittato e si è fatto l'ennesima plastica: che vergogna!!!”. E addirittura: “Mi pareva che la benda fosse sull’altro lato”. E invece nessun retroscena, nessun trucco: era proprio lì, solo un po’ più grande. Ma ormai la suggestione del Caimano produce in noi allucinazioni e ricordi ingannevoli.
Il ritocchino. Malgrado l’inventiva dei dietrologi, malgrado il dubbio (legittimo) se abbia già fatto (o meno) il “ritocchino”, infatti, siamo di nuovo a discutere di lui, del suo corpo, del suo incarnato. Arriveranno i manifesti (già prenotati, assicura La Repubblica) con il viso insanguinato dopo i colpi di Tartaglia? È vero che il Cavaliere ha recuperato due punti nei sondaggi per l’aggressione? Secondo una scuola di pensiero (in testa Marco Pannella) l’immagine del Berlusconi ferito, al di là di ogni suggestione e dell’istinto solidale che può ispirare, indebolisce l’immagine del premier, mostra la sua vulnerabilità. A Sabina Guzzanti quelle ferite hanno indotto un sentimento di pena e di umana solidarietà. A chi scrive hanno ispirato simpatia. In tutti noi, di sicuro, curiosità. L’unica cosa certa è che questa accurata regìa nella resurrezione mediatica prova ancora una volta che un elemento cardine dell’egemonia berlusconiana è il fatto che di lui finiamo per parlare, il suo corpo, i suoi mille segni, la sua capacità di plasmare la sua immagine per piegarla al messaggio. Marco Belpoliti (Il corpo del capo, Guanda) ha recuperato negli archivi le foto del se stesso di un tempo, che Berlusconi oggi non ama più. Quelle sfuggite all’occhio vigile di Mity Simonetto. Quelle con i basettoni e il riporto, con i mustacchi che pare un ussaro, quelle con il cappotto di Astrakan che nemmeno Al Pacino in Scarface. Forse, fra qualche anno, anche queste foto saranno ritirate dal mercato e sostituite da un nuovo conio, come quelle ormai dimenticate con il cerottone sul collo, dopo il colpo di treppiede. Questo scatto di Berlusconi che si tocca il naso, 31 dicembre, anno di grazia 2009, supermercato il Gigante di Villasanta potrebbe essere l’ultimo graffito di un’epoca. Come sarebbe bello, nel 2010, discutere di Bersani che riappare in un salumificio dell’Emilia dopo la vacanza a New York. Magari con i capelli ricci.
2 commenti:
Non si rifà il naso deve tenere le cicatrici per dimostrare che è una vittima Ciao Luigi buon Anno
Ciao Vanda, buon anno anche a te.
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