lunedì 11 gennaio 2010

Berlusconi oggi da Napolitano vertice sulle riforme, giustizia al centro


di Carmelo Lopapa


Ventinove giorni dopo l'aggressione, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi torna oggi a Palazzo Chigi. Rientro da full immersion. Vertice con lo stato maggiore del Pdl su scudo giudiziario, riforme costituzionali e elezioni regionali. Ma soprattutto, faccia a faccia con il capo dello Stato Giorgio Napolitano. La richiesta è partita giorni addietro da Arcore, tramite il sottosegretario Gianni Letta, con molta probabilità il Quirinale riuscirà a ritagliare uno spazio nell'agenda del presidente nel pomeriggio.

Sarà il primo incontro dopo il grande gelo dei mesi scorsi, seguito tuttavia dalle tre telefonate intercorse tra il presidente della Repubblica e il premier durante le settimane della convalescenza. Giustizia, riforme e rilancio dell'economia tra i temi che con molta probabilità saranno al centro del confronto. Prima della visita al Colle, Berlusconi ha invitato tutto lo stato maggiore del Pdl a Palazzo Grazioli per una colazione di lavoro che avrà tutti i connotati del vertice per la ripresa. Attorno al tavolo, non solo il Guardasigilli Alfano e il consigliere giuridico Ghedini, ma anche i tre coordinatori Bondi, La Russa e Verdini, i capigruppo del partito e i presidenti delle commissioni Giustizia e Affari istituzionali. Invitati non casuali: nel menù, le norme da blindare e portare subito in aula, indispensabili al premier per evitare la sentenza del processo Mills al traguardo a Milano. Su quegli strumenti legislativi la maggioranza procederà a tappe forzate. Prevedibile un passaggio dedicato alle riforme costituzionali, in merito alle quali il presidente del Consiglio è disposto a partire dalla bozza Violante, ma "corretta" sui poteri del premier. Quindi fisco e regionali. Con i tre coordinatori sarà fatto il punto sui nodi irrisolti di Puglia e Campania (Poli Bortone e Caldore in pole).

Tuttavia il clima è destinato a restare teso nei rapporti tra il capo del governo e il presidente della Camera Fini. Nessuna richiesta è arrivata alla presidenza di Montecitorio in vista del più volte annunciato faccia a faccia tra i due cofondatori del Pdl. In settimana, forse. Ma Berlusconi non sembra avere alcuna fretta. Segnali di distensione si registrano tuttavia da entrambi i fronti. Berlusconi dovrebbe congelare, almeno per questo primo consiglio dei ministri di mercoledì, la nomina di Daniela Santanché a sottosegretario, osteggiata dai finiani. Dall'altro lato, proprio la squadra degli ex An vicini al presidente della Camera accantona, per ora, il ddl sulla cittadinanza agli immigrati che domani sarebbe tornato d'attualità. "Dopo quello che è accaduto a Rosarno è meglio rinviare il provvedimento in commissione per approfondimenti" annuncia il vicecapogruppo finiano Pdl Italo Bocchino. Anche perché altri ex aennini, ormai lontani da Fini - il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano e il sindaco di Roma Gianni Alemanno - presenteranno oggi una loro piattaforma sulla cittadinanza. Si tratta di una proposta ben più restrittiva rispetto al ddl Granata-Sarubbi: conseguimento della cittadinanza a tappe, in un periodo più lungo dei cinque anni. Proprio Alemanno, che oggi riunirà la sua fondazione Nuova Italia, si ripromette di lavorare per la "concordia tra Fini e Berlusconi". Ma il premier, più che sul presidente della Camera, sembra già proiettato sulle regionali. La campagna partirà a breve con una kermesse nazionale, alla quale seguirà il tour a tappe in giro per l'Italia. Berlusconi torna da capo del governo ma anche da leader Pdl a tempo pieno.

(11 gennaio 2010)

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