

«Si profila ormai, con oltre il 30 per cento dei seggi scrutinati, un risultato molto significativo che viaggia intorno al 70 per cento a favore di Nichi Vendola», si prepara a festeggiare Nicola Fratoianni, coordinatore regionale di "Sinistra, Ecologia e Libertà", la formazione politica di riferimento del governatore uscente della Puglia. E parla di «dato omogeneo in tutte le province».
«Comunque vada le informazioni sulla grande partecipazione alle primarie pugliesi ci dicono che ha vinto la democrazia dei cittadini», corre a commentare Arturo Parisi. «Le primarie che cinque anni fa proprio in Puglia avevano visto per la prima volta la luce escono da questa prova definitivamente rafforzate. I cittadini pugliesi che nel 2005 avevano aperto la strada hanno impedito - sottolinea Parisi - che la Puglia, che delle primarie era stata la culla ne diventasse la tomba. È bene che i sostenitori della democrazia della delega ai professionisti e ai capi partito se ne facciano una ragione».
Mentre anche nel Pd pugliese c'è chi saluta come positivo il risultato. «La Puglia non si è lasciata condizionare dalla razionalità di alcuni strateghi, ha deciso con il cuore», dice il deputato pugliese Gero Grassi: «Il popolo delle Primarie e i partiti del centrosinistra» hanno «valutato positivamente il risultato conseguito in questi cinque anni dalla giunta di centrosinistra e hanno ritenuto di non disperdere l'esperienza maturata». Secondo Grassi, «è questa la chiave di lettura: non la vittoria di un candidato sull'altro, ma la vittoria di un progetto valido che continua a raccogliere il consenso di militanti e gente comune».
Adesso il punto è «ritrovare la coesione», lo dice al centrosinistra e a Vendola che «deve condividere la sua vittoria con il Pd, che certamente come partito ha contribuito in larga misura alla sua ricandidatura». E adesso, vinte le primarie, «ha il dovere di spendere tutte le energie necessarie, per rendere forte e larga la coalizione e recuperare il consenso e l'amicizia di chi la pensava diversamente».
«Respinto il ricatto centrista», dice il deputato del Pd Mario Barbi: «Gli elettori del centrosinistra con la loro partecipazione hanno respinto il tentativo dei vertici nazionali del Pd di decidere a livello di capi-partito i candidati presidenti e votando Vendola hanno rifiutato il ricatto centrista che voleva imporre candidato e modo oligarchico di fare politica».
File lunghe, attese pazienti anche di 50 minuti-un'ora, sfidando un freddo insolito per la Puglia, per votare alle primarie che il centrosinistra ha organizzato per scegliere il candidato presidente alle regionali di marzo. I pugliesi si sono mobilitati e quando chiudono le urne alle nove di sera il conto dei votanti viaggia verso i duecentomila.
Più di quelli che andarono al voto nel 2005 quando Boccia e Vendola si confrontarono per la prima volta: allora l'economista del Pd era sostenuto da tutti i partiti della Grande Alleanza Democratica (Gad), mentre dall'altra parte Vendola, appoggiato solo da Rifondazione comunista e dai Verdi, a sorpresa uscì vincente dal confronto con poco più di 1.600 voti di vantaggio.
In quella consultazione, che fece da apripista per le altre primarie nel centrosinistra anche a livello nazionale, a votare in Puglia furono poco meno di 80.000 persone: si votò in 112 seggi in tutta la Puglia. In questa consultazione sono stati allestiti oltre 200 seggi, almeno uno in quasi tutti i comuni della regione.
Nel Salento, a Monteroni e a Trepuzzi, dove un cronista era riuscito a votare malgrado non fosse residente in alcuno dei due comuni, sono stati rimossi i presidenti dei seggi che gli avevano consentito la doppia preferenza.
I seggi chiuderanno alle 21 e da quel momento i risultati dello spoglio confluiranno nel centro di raccolta nella sede del Pd regionale a Bari. Sarà lì che, quando gli esiti del confronto saranno chiari, i due candidati terranno una conferenza stampa nella quale, stando a quanto annunciato nei giorni scorsi, il perdente dichiarerà il proprio appoggio al vincitore.
24 gennaio 2010
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