Le domande che Giovanni Floris non pone in tv sono ora on-line sul sito internet di Renata Polverini. Il fuoco di fila dei navigatori che chiedono conto alla candidata del Pdl dei suoi acquisti di case con lo sconto e dell’evasione fiscale, prova che le campagne elettorali, la politica e l’informazione non sono più le stesse nell’era di internet. La cappa di censura che sta coprendo le inchieste de “Il Fatto Quotidiano” regge solo sulla carta stampata e in tv ma ci sono ormai centinaia di siti nei quali la questione dilaga. E gli internauti ne chiedono conto, alla Polverini e anche ai mass media che presto saranno costretti a occuparsene.
“Il Fatto Quotidiano” da quattro giorni porta avanti un’inchiesta solitaria nella quale abbiamo raccontato che la leader del sindacato di destra Ugl:
1) Ha comprato una casa a Roma dall’Inpdap, un ente nel quale l’Ugl è rappresentato nel consiglio di indirizzo per tutelare le pensioni dei lavoratori, garantite anche dalla sana gestione del patrimonio immobiliare;
2) La casa è stata acquistata a marzo del 2002 pagando solo 148 mila euro per sette vani catastali e un box. In via Grande Muraglia, zona Eur-Torrino, metà del prezzo di mercato;
3) Il prezzo stracciato è il frutto di uno sconto del 40,5 % su una valutazione già bassa concessa agli inquilini Inpdap che dovrebbero essere persone bisognose e non sindacalisti con le giuste entrature;
4) Polverini aveva già una casa nel quartiere Monteverde ma ha evitato la tassazione del 10 per cento donandola alla mamma 9 giorni prima dell’atto, pagando così il 3 %;
5) Polverini ha comprato una seconda casa a prezzo stracciato dallo IOR, la banca del Vaticano (con il quale la leader del Pdl laziale dovrà trattare per le convenzioni delle cliniche e per i finanziamenti agli enti religiosi se diverrà presidente). Nel dicembre del 2002, per un primo piano di 8,5 vani catastali e due box a San Saba, vicino all’Aventino, ha pagato 272 mila euro, metà del prezzo di mercato;
6) Polverini non ha pagato nemmeno stavolta la tassa sulla seconda casa del 10 per cento. Mentre nel primo caso era ricorsa a una “elusione” in questo caso si tratta di evasione fiscale. Polverini ha chiesto i benefici prima casa pagando il 3 per cento invece del 10 per cento, dichiarando al notaio il falso, cioé di non avere un’altra casa a Roma.
7) Ieri Renata Polverini ha ammesso l’errore e ha promesso che se ne assumerà le responsabilità. Ma non ha promesso la restituzione delle imposte risparmiate che dovrebbero ammontare a 19 mila euro. Si è limitata a dire che non si tratta di un reato (non tutte le evasioni rappresentano anche un falso in atto pubblico).
Ebbene, qual è stata la reazione della stampa italiana su questa vicenda?
Polverini martedì aveva due impegni che sembravano fatti apposta per permettere ai giornalisti di porre la domanda giusta.
2) La casa è stata acquistata a marzo del 2002 pagando solo 148 mila euro per sette vani catastali e un box. In via Grande Muraglia, zona Eur-Torrino, metà del prezzo di mercato;
3) Il prezzo stracciato è il frutto di uno sconto del 40,5 % su una valutazione già bassa concessa agli inquilini Inpdap che dovrebbero essere persone bisognose e non sindacalisti con le giuste entrature;
4) Polverini aveva già una casa nel quartiere Monteverde ma ha evitato la tassazione del 10 per cento donandola alla mamma 9 giorni prima dell’atto, pagando così il 3 %;
5) Polverini ha comprato una seconda casa a prezzo stracciato dallo IOR, la banca del Vaticano (con il quale la leader del Pdl laziale dovrà trattare per le convenzioni delle cliniche e per i finanziamenti agli enti religiosi se diverrà presidente). Nel dicembre del 2002, per un primo piano di 8,5 vani catastali e due box a San Saba, vicino all’Aventino, ha pagato 272 mila euro, metà del prezzo di mercato;
6) Polverini non ha pagato nemmeno stavolta la tassa sulla seconda casa del 10 per cento. Mentre nel primo caso era ricorsa a una “elusione” in questo caso si tratta di evasione fiscale. Polverini ha chiesto i benefici prima casa pagando il 3 per cento invece del 10 per cento, dichiarando al notaio il falso, cioé di non avere un’altra casa a Roma.
7) Ieri Renata Polverini ha ammesso l’errore e ha promesso che se ne assumerà le responsabilità. Ma non ha promesso la restituzione delle imposte risparmiate che dovrebbero ammontare a 19 mila euro. Si è limitata a dire che non si tratta di un reato (non tutte le evasioni rappresentano anche un falso in atto pubblico).
Ebbene, qual è stata la reazione della stampa italiana su questa vicenda?
Polverini martedì aveva due impegni che sembravano fatti apposta per permettere ai giornalisti di porre la domanda giusta.
Al mattino parlava a un convegno sull’emergenza casa.
Alla sera era a “Ballarò” per parlare di fisco.
Le agenzie di stampa e i quotidiani hanno ignorato la questione evasione titolando sulle sue dichiarazioni in favore dei poveri cittadini senza casa.
Ma è stato Floris a superarsi. La puntata di “Ballarò” era dedicata proprio alle tasse. Gli ospiti parlavano di evasori fiscali da stanare. Floris, che è stato l’inventore mediatico della Polverini, non ha osato chiedere nulla.
Per la prossima puntata, potrebbe prendere spunto dal sito della candidata. Per esempio da Vladimir che alle 18 e 38 scrive: “Le chiedo gentilmente di dare qualche spiegazione all’articolo de ‘Il Fatto Quotidiano’ ove si asserisce che lei ha evaso 19mila euro. Potrebbe essere più chiara? Grazie”.
m. l.
m. l.
1 commento:
Giovanni Floris, siciliano di Palermo, non mi è mai piaciuto: troppo furbino per i miei gusti.
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