mercoledì 13 gennaio 2010

Stato di emergenza per le carceri. Il governo approva il piano Alfano


Il Consiglio dei ministri ha approvato il piano carceri, proposto dal guardasigilli, Angelino Alfano e la dichiarazione dello stato di emergenza per i penitenziari italiani. "La situazione nelle carceri è diventata intollerabile - ha detto Silvio Berlusconi durante il primo Consiglio dei ministri del 2010 - uno Stato civile non può togliere la dignità delle persone. In passato, il problema del sovraffollamento veniva risolto con amnistie e condoni, noi invece vogliamo dare una soluzione duratura nel tempo. Per la prima volta abbiamo deciso di dar vita ad un piano per affrontare questa emergenza nelle carceri italiane. Ieri notte - ha aggiunto - hanno dormito nelle nostri istituti di detenzione più di 60 mila persone: la situazione è più intollerabile".

Aumentano i poteri di Ionta. Con la proclamazione dello stato di emergenza nelle carceri italiane, il capo del DAP (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) sarà investito di maggiori poteri, ulteriori a quelli che gli erano stati conferiti lo scorso anno quando fu nominato commissario straordinario per l'edilizia carceraria. Franco Ionta diventa, in sostanza, commissario delegato, alla stregua della figura di Guido Bertolaso alla Protezione Civile quando si sono verificate una serie di emergenze territoriali, non ultima quella della gestione del dopo-terremoto in Abruzzo.

Cala il segreto sulle procedure. In altre parole - secondo quanto prevede la bozza di piano messo a punto dallo stesso Ionta lo scorso ottobre - il capo del Dap per risolvere l'emergenza può avvalersi, in deroga alle norme in vigore, anche di consulenti esterni e può decidere la segretazione delle procedure di affidamento dei contratti pubblici. Le procedure per la costruzione delle nuove carceri saranno in questo modo semplificate e, sotto la responsabilità del presidente del Consiglio, la documentazione relativa agli appalti può essere classificata come "riservatissima": tale livello infatti - si legge nella bozza di piano carceri - si presenta idoneo a selezionare gli operatori economici interessati agli appalti e a proteggere la documentazione relativa.

Il giudizio delle Associazioni . Combattere il sovraffollamento carcerario puntando a fare in modo che chi esce impari la lezione e non torni più dietro le sbarre. E' la proposta contenuta in un documento presentato oggi dall'Associazione Antigone, da Arci e dall'Associazione Volontari in Carcere (VIC) della Caritas di Roma, che chiede al governo di rinunciare a costruire nuovi penitenziari e di destinare i 500 milioni di euro previsti in finanziaria per l'edilizia carceraria alla realizzazione di 10mila progetti di recupero sociale.

Meglio costruire o educare? Il tasso di recidiva ordinario, spiega patrizio gonnella, presidente di Antigone, è del 68%, mentre è meno della metà, il 30%, per chi sconta la pena in regime prevalente di misura alternativa. Il documento delle Associazioni, presentato a Montecitorio, in concomitanza con il voto, spiega che "con 500 milioni di euro, seppure si riuscisse a costruire 25 mini-carceri, cosa mai accaduta nella storia repubblicana, avremmo 5mila nuovi posti letto, i quali sarebbero comunque assorbiti, visti i trend di crescita di 800 unità al mese, in un solo semestre". Con la stessa somma, invece, "si potrebbero finanziare 10mila progetti tutorati di recupero sociale per detenuti che potrebbero svolgere ben più proficui lavori socialmente utili".

Un rotolo di carta igienica ogni 10 giorni. Nel carcere di Rebibbia un rotolo di carta igienica deve bastare al detenuto per 10 settimane, se non ha i soldi per comprarne uno per conto proprio al supermercato interno. E' quanto ha denunciato il cappellano del carcere, don Sandro Spriano, presidente del VIC (l'associazione dei volontari) della Caritas di Roma, presentando il documento sul sovraffollamento carcerario firmato dalla sua associazione insieme ad Antigone e Arci. "Persino a Rebibbia, che è un carcere modello - ha spiegato - mancano i soldi per tutto. Non ci sono fondi per la manutenzione, per comprare una lampadina, piove dappertutto. I direttori fanno i salti mortali per riuscire a tenere in piedi il carcere, ma fanno quello possono. Un detenuto riceve un rotolo di carta igienica per due mesi e mezzo, ditemi se questa è dignità. Per i detenuti più poveri questo è un dramma".

Intanto ci sono 40 carceri vuote. Per fare fronte al sovraffollamento Carcerario ci sarebbero già 40 penitenziari già pronti, che però non sono utilizzati. E' la denuncia del Partito degli Operatori della Sicurezza e della Difesa (Psd). Nonostante le strutture già a disposizione, sottolinea il psd, "il governo progetta la costruzione di nuovi istituti penitenziari stanziando addirittura 500 milioni di euro chiedendo ulteriori fondi all'Unione Europea con apposita proposta divenuta addirittura oggetto di una risoluzione dell'Europarlamento. La semplice, ma soprattutto notevolmente meno onerosa, ristrutturazione degli edifici già presenti sul territorio - dicono ancora al Psd - risulterebbe attuabile in tempi brevissimi se confrontati con quelli necessari alla costruzione ex novo di carceri, contribuendo così alla realizzazione della tanto perseguita razionalizzazione del sistema penitenziario, punto programmatico di governo".

L'attuale situazione. Sono Oltre circa 64.500 i detenuti nelle celle dei penitenziari italiani, a fronte una capienza regolamentare di 44.066 posti. In tutte e venti le regioni non ce n'è una dove il numero di reclusi coincide con i posti letto disponibili. E in dieci la quantità di persone costrette è addirittura superiore al massimo tollerabile, stabilito dal ministero. Numeri drammatici, aggiornati al 4 gennaio scorso che provengono direttamente dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Cifre che dicono senza possibilità di equivoci che, seppure l'"asticella" della tollerabilità sia stata spostata in alto, a 66.563 posti, grazie a una serie di interventi di ristrutturazione compiuti nel 2009, le carceri scoppiano lo stesso.

La maggioranza sono stranieri. Ad affollare i 206 penitenziari italiani sono sempre di più gli stranieri, che costituiscono il 37 per cento della popolazione detenuta (circa 24 mila, secondo i sindacati della polizia penitenziaria). E tra di loro la maggioranza è costituita dagli extracomunitari (quasi 20mila).

(13 gennaio 2010)

2 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Quando ho letto questo articolo mi sono datto: "Siamo alla follia pura". Ionta Commissario straordinario, procedure d'appalto secretate, Antigone che dice che con 500 milioni di euro si possono scostruirre appena 25 mini-carceri (ma sa quel che dice? Per me no, di carceri non capisce nulla), ci sarebbero 40 (!) carceri vuote (!?): ma dove ? ma quali? com'è che non ne ho mai sentito parlare ? avrannno preso un abbaglio.
L'ho detto, follia pura!

vanda ha detto...

Ero curiosa di sapere cosa ne pensavi a proposito ho già capito tutto come una grande ciaoooo