lunedì 22 febbraio 2010

All you need is law


di Marco Travaglio

Ci hanno provato, e di questo gli siamo grati. Ma alla fine i legislatori pret à porter del Banana han dovuto arrendersi: è più forte di loro, una legge anti-corruzione non gli viene proprio, esula dalle loro umane possibilità.

Mettiamoci nei loro panni: l’altro giorno all’improvviso, dopo una vita spesa a sfornare leggi pro-corruzione, Angelino Jolie e la sua badante, al secolo Niccolò Ghedini, vengono convocati dal capo per una mission impossible: “Ragazzi, stavolta dovete farmi una legge contro la corruzione. No, non sono impazzito, è la gente che è incazzata. Fate voi, mettetecela tutta, leggete qualche libro, ce la potete fare”.

Il duo Ad Personam si mette all’opera. Anzitutto consulta il dizionario della lingua italiana, alla voce “anti-corruzione”, ma non trova la pagina, a suo tempo strappata per non cadere in tentazione.

I due chiedono in giro fra amici e clienti, ma niente da fare: nessuno che li aiuti a decodificare il criptico concetto.

Vanno capiti: non s’erano ancora riavuti dalle ultime cinque leggi pro-corruzione - lodo Alfano bis, processo morto, legittimo impedimento, impunità parlamentare e anti-intercettazionie quello pretende che vadano contro natura.

Come chiedere a Basaglia si riaprire i manicomi e alla Merlin i bordelli.

Angy & Nick provano e riprovano, alzano pene di qua, le abbassano di là, infilano tre reati e ne escludono sei (quelli del capo), dividono, sottraggono, aggiungono, estraggono radici quadre, moltiplicano pigreco e alla fine presentano un testicolino che fa ridere perfino il Banana: “Avevo detto anti, non pro!”.

Pare che quel buontempone di Ghedini, per combattere meglio la corruzione, avesse pensato di ridurre da 8 a 6 anni la pena massima per la corruzione giudiziaria, guardacaso quella per cui sono imputati il Banana e Mills. E, siccome nelle norme sostanziali vale sempre la più favorevole al reo, la norma avrebbe incenerito all’istante il processo.

La forza dell’abitudine.

La cosa è parsa eccessiva financo al Banana, che l’ha rinviata in attesa di tempi migliori. Peccato, perché l’ambasciatore Romano aveva già indossato la feluca d’ordinanza per prenderla sul serio: “Un buon segnale”, l’ha definita sul Pompiere. Invece Feltri e Ferrara han subito colto l’aspetto eversivo di un’eventuale legge anticorruzione: solo a sentirla nominare, han messo mano alla fondina.

Il Giornale l’ha nascosta da par suo (ieri apriva sul traffico urbano, alla Johnny Stecchino), manganellando quel mariuolo di Fini che osa pronunciare la parola “legge”.

Il Foglio chiede al capo se sia diventato matto: “Deputati in rivolta, sgomento per l’ineleggibilità degli inquisiti che consegna le liste ai pm”. Meglio consegnarle ai ladri.

Libero, anzi Occupato, è bipartisan: pubblica commenti sia pro sia contro i ladri.

Memorabile quello di Pomicino, l’esperto: “Non serve una legge per essere onesti”. E lui, dall’alto del patteggiamento per corruzione e della condanna per finanziamento illecito, ne è la prova vivente.

Ma il bello deve ancora venire: il Banana prepara le “liste pulite”. Fuori indagati e condannati, dentro le igieniste dentali. “Via dai partiti chi commette reati”. Esclusi i presenti, si capisce. Pare che abbia cazziato il povero Verdini, beccato a fare un millesimo di quel che ha sempre fatto lui: affari privati con soldi pubblici. E senza neppure avvertirlo per dividere. Ora s’annuncia un giudizio universale a Palazzo Grazioli. Decine di forzisti hanno smesso di dormire a casa.

I primi convocati dovrebbero essere Sciascia e Berruti, condannati l’uno per le tangenti Fininvest alla Finanza, l’altro per aver depistato le indagini: “Ragazzi, ma davvero corrompevate e depistavate a nome mio senza dirmi niente? A saperlo ve l’avrei impedito”.

Seguirà Previti: “Cesare, mi dicono che avresti corrotto un giudice con soldi miei per regalarmi la Mondadori: non potevi avvertirmi? L’avrei subito restituita”.

L’ultimo, per motivi precauzionali, sarà Dell’Utri: “Marcello, si vocifera di uno stalliere, tale Mangano, in casa mia. Ne sai per caso qualcosa?”.

2 commenti:

Francy274 ha detto...

Marco è "arrabbiatino", l'hai letta la lettera che ha scritto a Santoro?? Sembra sia stato colto da "voglia di resa", naturalmente in tanti Gli abbiao scritto che siamo con Lui, speriamo si sia ripreso, da quest'articolo direi proprio si si :))

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Sì, è sul mio blog. Ha tutte le ragioni di essere arrabbiato. Santoro ha detto che avrebbe risposto a Marco domani, martedì.
Secondo me troverà Santoro il modo di mettere la mordacchia a quella gentaglia.