mercoledì 24 febbraio 2010

ANTONIO DI PIETRO
24 Febbraio 2010

Nel Milanese si sospetta che vi sia una correlazione tra inquinamento e leucemie infantili con tasso superiore alla media. Su circa 70 Comuni riunitisi nella sede della Provincia di Milano, in rappresentanza dei 134 dell'hinterland milanese che hanno aderito al blocco del traffico per domenica 28 febbraio, solo due, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, sono pronti all'iniziativa.

Contemporaneamente, nel Lambro, sono stati versati almeno 600mila metri cubi di sostanza inquinante, fuoriuscita dai depositi della ex-raffineria Lombarda Petroli di Villasanta, che ha raso al suolo e compromesso, a tempo indeterminato, l’intero ecosistema circostante confluendo nel Po.

Sul fronte politico ci sono stati arresti per mazzette e per infiltrazioni della ‘Ndrangheta. La Lombardia, considerata il motore dell’economia italiana con la produzione di un quarto del Pil nazionale e fiore all’occhiello dell’Europa, si sta trasformando nel vespasiano d’Italia.

Questa situazione non è più tollerabile.

I politici del centrodestra sono i principali responsabili di questo catastrofico risultato poiché governano da oltre vent’anni consecutivi la Regione e il capoluogo. Per quanto alzino la voce a fini propagandistici per dire “basta” a quanto è successo, per quanto improvvisino banchetti leghisti per raccogliere firme di petizioni fasulle, per quanto Formigoni si faccia filmare mentre pedala per cento metri nel tentativo di farsi eleggere per la quarta volta consecutiva Presidente della Regione, ad oggi, Pdl e Lega sono gli unici responsabili del decadentismo lombardo.

Il consenso elettorale non dà ai politici alcuna autorità per poter decidere sulla salute dei cittadini. Qualsiasi siano le ragioni della non adesione di 132 Comuni al fermo del traffico domenicale, il boicottaggio dell’iniziativa è intollerabile.

Mi sarei aspettato da parte di chi governa un atto di responsabilità a tutela dei cittadini e del bene comune che trascendesse, dunque, dai conflitti dichiarati tra amministrazioni comunali e provinciali giocati, purtroppo, sulla pelle dei milanesi.

La misura del fermo automobilistico potrà anche essere insufficiente ma, proprio per questo, mi sarei aspettato una richiesta di estensione del blocco auto anche per i giorni feriali e non un rigetto di una proposta che, seppur limitata, rappresenta comunque un punto di partenza.

I cittadini, le associazioni, le famiglie e gli imprenditori devono essere disposti a cambiamenti radicali poiché radicali saranno gli effetti del degrado che stanno già pagando loro e i loro figli.

Di una cosa sono certo: qualora Formigoni vincesse anche questa volta le elezioni regionali non cambierebbe nulla, la Lombardia rimarrebbe sì motore d’Italia, ma inquinato e malato.

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