domenica 21 febbraio 2010

Bertolaso a San Fratello: fango su di me


Vogliono distruggere la mia credibilità

Guido Bertolaso è a San Fratello, il paese del Messinese colpito da una devastante frana una settimana fa. Insieme al presidente siciliano Raffaele Lombardo, ha fatto un sopralluogo aereo in tutta la zona colpita e poi un giro a piedi nel paese con il sindaco Salvatore Fidoti Pinto.

PREVENZIONE - «Lo Stato c'è, è arrivato immediatamente e non se ne andrà fino a quando non avrà dato tutte le risposte che vogliono gli abitanti di San Fratello - ha detto il sottosegretario -. È da otto anni e mezzo che parlo di prevenzione, che dico che l'Italia è una e che bisogna investire per prevenire e gestire le emergenze. Non sono i Nebrodi che stanno franando: sta franando la provincia, parte della Calabria. C'è una situazione molto più ampia e critica rispetto a un caso isolato». Il presidente Lombardo ha aggiunto che sul lungomare tirrenico di Messina «si è costruito in maniera folle. Ci sono case a meno di 30 metri dalla riva, e sono bagnate dal mare». Parlando di San Fratello, il governatore ha detto di avere visto dall'elicottero «le grandi fratture aperte dalla frana e che la situazione progredisce lentamente».

«VOGLIONO DISTRUGGERMI» - Bertolaso e Lombardo hanno poi partecipato a una seduta straordinaria del Consiglio comunale. E in quella occasione il capo della Protezione civile ha parlato dell'inchiesta su episodi di corruzione che lo vede indagato. «Stanno cercando di distruggere la mia credibilità, è sotto gli occhi di tutti. Anche qualche titolo di oggi continua a insinuare una serie di comportamenti che non mi appartengono e che non ho mai avuto. Quindi di cosa si tratta se non di cercare di minare la credibilità di un rappresentante dello Stato? - ha detto Bertolaso tra gli applausi dei presenti -. Quando parlo con gli abitanti di San Fratello e di qualsiasi altra parte d'Italia prendo degli impegni e gli italiani mi credono e mi rispettano perché sanno che io poi quegli impegni li mantengo. Nel momento in cui si cerca di gettare fango su una persona, un sistema e un'organizzazione il rischio è che si perda la fiducia. Bisogna essere seri, severi nei giudizi ma imparziali e obiettivi».

CASE DA ABBATTERE - Parlando di San Fratello, Bertolaso ha sottolineato che «la situazione è molto critica, ma ci vorrà almeno un mese per fare una diagnosi definitiva». «È una delle più grandi frane mai registrate in Sicilia - spiega -: cinquanta milioni di metri cubi di terra si stanno spostando, anche se il movimento rallenta. Fino a quando la frana non si sarà fermata non si può intervenire per la messa in sicurezza e la stabilizzazione della zona». Un'operazione, ha aggiunto, che richiederà molti fondi. A San Fratello sono un centinaio le case danneggiate che rischiano di essere abbattute ma Bartolaso ha garantito che nessuno dovrà lasciare il paese: «Non posso garantire che tornerete alle vostre case ma certamente resterete a San Fratello - ha detto agli abitanti che lo hanno applaudito calorosamente -. Quando la frana si fermerà una buona parte di voi potrà tornare a casa, ma non in tutte. Non parlo di anni ma di mesi». Gli sfollati sono 1.500, ma tanta gente ha deciso di non lasciare il paese dei Nebrodi. «Le istituzioni si devono muovere in fretta per mettere la zona in sicurezza e fare in modo che si possa restare, tutti - spiega una residente -. Questo Bertolaso e gli altri lo devono sapere: noi da qui non ce ne andiamo e non permetteremo che il paese muoia».

APPELLO A BERLUSCONI - Un'altra donna ha lanciato un appello al premier Berlusconi: «Parli della Sicilia, venga qui e ci aiuti, perché non ci sono italiani di serie A e italiani di serie B: anche noi siamo italiani». «Non ci abbandonate...» dice sommessamente un'altra signora a Bertolaso e Lombardo davanti alla scuola elementare di San Fratello, che sarà abbattuta. Un'amica le dà manforte: «Dottor Bertolaso, iniziate i lavori e poi noi sanfratellani li completeremo perché siamo gente abituata a lavorare». Un giovane parla del ponte sullo Stretto: «È sicuramente un'opera strategica per la Sicilia ma non potrà unire un'isola che scompare. Occorrono subito interventi per fare fronte ai danni e soprattutto all'emergenza. Qui manca la cultura della prevenzione». «Con me su questo tema lei sfonda una porta aperta - ha replicato il capo della Protezione civile -. Sono più di otto anni che parlo di questo ed è la mia lotta che continuerò».

Redazione online

21 febbraio 2010

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

E' PROPRIO VERO CHE L'ITALIA E' UN PAESE FOLLE! MI CHIEDO COM'E' STATO POSSIBILE CHE UN MEDICO (BERTOLASO) SIA STATO NOMINATO CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE.
IN BASE A QUALI COMPETENZE SPECIFICHE, MERITI ACCADEMICI, STUDI TECNICI, PRODUZIONE SCIENTIFICA INTERNAZIONALE CIO' SIA POTUTO ACCADERE.
CI MERITIAMO DAVVERO TUTTO IL PEGGIO.