mercoledì 24 febbraio 2010

"Da quei quattro nessun segno di pentimento-ecco perché la cricca deve restare in carcere"


Di CARLO BONINI

Pessime notizie per la "cricca". È cambiata la competenza dell'inchiesta (Perugia), il tribunale del Riesame di Firenze ha celebrato ieri la sua udienza, ma la morsa dell'indagine che la stritola non si allenta. Anzi. E non solo perché ad Angelo Balducci, Mauro Della Giovampaola, Diego Anemone e Fabio De Santis saranno nelle prossime ore notificate in carcere le nuove ordinanze di custodia cautelare cui sta lavorando il gip di Perugia e che sostituiranno quelle di Firenze. Ma perché l'abbozzo di difesa che Balducci e Della Giovampaola hanno articolato il 12 febbraio scorso nell'interrogatorio di garanzia ("Repubblica" ha dato conto ieri del loro contenuto) ha avuto quale unico effetto quello di radicare ancora di più le convinzioni della pubblica accusa. Di non spostare di un solo millimetro il quadro degli indizi a carico, rendendoli semmai ancora più stringenti.

Fa testo il "parere" con cui i pubblici ministeri di Firenze Luca Turco e Giuseppina Mione, il 13 febbraio scorso, si sono detti contrari alla richiesta di scarcerazione che era stata avanzata dai difensori degli indagati dopo il loro arresto. Ventitré pagine costruite come una requisitoria, dove non si lascia margine al dubbio e le risposte offerte sin qui dagli indagati vengono liquidate ora come menzogne, ora come espedienti sintomatici "dell'assenza di una sia pur minima presa di coscienza della natura gravemente illecita dei comportamenti tenuti".

Scrivono i pubblici ministeri: "Il tenore degli interrogatori resi dagli indagati si pone in stridente contrasto con l'evidenza indiziaria, quale emerge dal tenore delle conversazioni acquisite e le verifiche sinora eseguite dalla Polizia giudiziaria (...) né risulta, per altro, che gli indagati pubblici ufficiali abbiano assunto determinazioni circa la dismissione della loro qualifica". Quel che raccontano "Balducci&co", insomma, non solo non è sufficiente a proporre una ricostruzione alternativa di quanto è accaduto, ma suona addirittura "inverosimile". E questa "insincerità" diventa ancora più grave perché non si accompagna a una decisione che, normalmente, qualunque arrestato assume per riguadagnare un pezzo della propria libertà: dimettersi da quegli incarichi (in questo caso pubblici) che qualificano il reato (la corruzione) di cui è accusato.

In questa chiave è sintomatica - a giudizio dei pubblici ministeri - la posizione di Balducci. "Ha sempre rivestito - si legge nel "parere" - un ruolo direttivo e di coordinamento, pacificamente riconosciutogli dai coindagati De Santis e della Giovampaola, per i quali è "il Capo" o "il grande Capo" (...) Risulta essere in costante contatto con Guido Bertolaso, capo del Dipartimento della Protezione civile, in particolare con riguardo al G8 della Maddalena (...) Ha un rapporto corruttivo con Diego Anemone, in un contesto fortemente compromesso sul piano della legalità dei rapporti intessuti e dei comportamenti tenuti, talora in circostanze grottesche (...) È un pubblico ufficiale, con ruolo apicale nelle istituzioni statuali, che "ha messo a disposizione" di Diego Anemone la propria funzione (...) Richiede utilità per se stesso, i propri familiari e per conto terzi: si pensi alle vacanze del professor Carlo Malinconico, all'assunzione di Anthony Smit su richiesta di Mauro Masi (...) È un pubblico ufficiale corrotto anche da numerosi altri imprenditori. Tra cui, ad esempio, Valerio Carducci". Ebbene, a fronte di questa montagna di contestazioni che lo schiaccia, i suoi argomenti difensivi suonano "riduttivi", talvolta fino al paradosso. Come quello secondo cui i "benefit" che gli vengono contestati altro non sarebbero che regolari servizi i cui costi sono normalmente previsti nei capitolati di appalto e regolarmente sopportati dalle imprese appaltanti. "Se ciò fosse vero - scrivono i pm - sarà interessante sapere quali valutazioni opererà la Corte dei Conti". Ma, "in ogni caso, già allo stato può affermarsi senza ombra di smentita che Balducci ha usufruito di utenze intestate all'autista tuttofare di Diego Anemone. E questo non può avere a che fare in alcun modo con i capitolati di appalto".

Insomma, per la Procura di Firenze non esiste prova contraria o anche soltanto indizio utile a riscrivere il segno malato, corrotto, dei rapporti stabiliti da Balducci con gli imprenditori che incrocia nel suo lavoro di funzionario pubblico. Né è un argomento utile la circostanza che gli appalti oggetto dell'inchiesta presentino una loro "regolarità formale". E questo proprio perché "lo stato di "eccezione" sottraeva alla legge ordinaria i Grandi Eventi affidati alla Protezione Civile".

Il ragionamento che vale per Balducci si ripropone per i suoi ex soci e oggi compagni di galera. Perché se la difesa del "Capo" appare ai pubblici ministeri insostenibile, nulla spostano i silenzi di De Santis e Anemone (entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande dei magistrati) o i paradossi di Mauro Della Giovampaola. Delle risposte di quest'ultimo (preoccupato durante l'interrogatorio di garanzia di sottolineare la "normalità" dei rapporti tra Guido Bertolaso e le imprese appaltanti), la Procura pare, a tratti, persino sbalordita. Anche lui "è a disposizione di Anemone", fino ad esserne "socio occulto" nella "Medea progetti e consulenze srl". Anche lui gode dei suoi "benefit", come una serata a Venezia in compagnia di una "prostituta". Eppure, per difendersi arriva a non ammettere neppure quale è stato il suo mestiere.

"Sorprende - scrivono infatti i pm - che Della Giovampaola neghi persino la qualifica di pubblico ufficiale assunta dapprima quale responsabile del controllo dei cantieri del G8 alla Maddalena e, a far data dal giugno 2009, quale facente parte della Struttura di Missione per la gestione dei lavori in questione".

(24 febbraio 2010)

3 commenti:

i glicini di cetta ha detto...

Se li lasciano in carcere è più facile che incomincino a parlare.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Ci resteranno, eccome e anche Bertolao Meravigliao è a rischio!

anna ha detto...

Quest'ultimo si sente sicuro perché ritiene di avere le spalle coperte dal suo degno compagno di scorribande con balde fanciulle!