
Finito il congresso dell’Idv l’onorevole Antonio Di Pietro si metterà «a fare quello che so meglio fare: capire chi c’è dietro ‘sto altarino». Questa «è una storia che dovrà finire con un provvedimento giudiziario», ha detto ai giornalisti. La storia è quella delle foto pubblicate dal Corriere della Sera che ritraggono nel 1992 l’allora pm di Mani Pulite a cena in una caserma dei carabinieri a Roma, accanto a Bruno Contrada, alto dirigente dei servizi da tempo chiacchierato e pochi giorni dopo finito in carcere per mafia.Torniamo a ribadire, come già fatto dall’autore degli articoli Felice Cavallaro, che il Corriere ha pubblicato solo le anticipazioni delle bozze di un libro dell’avvocato Mario Di Domenico, ex stretto collaboratore dello stesso onorevole Di Pietro, cofondatore e segretario del partito ed estensore dello statuto. E che fin dal primo giorno il nostro giornale ha riportato la versione del leader dell’Idv, ancora più ampiamente pubblicata il giorno successivo. Nota la fonte e subito sentito Di Pietro, il Corriere si è limitato a riportare le due versioni: non ha ordito, né si è prestato a complotti, non ha fatto campagne, non è stato burattino o burattinaio di chicchessia. Ha fatto il suo mestiere come l’ha fatto sempre, quando ad esempio —per primo— ha pubblicato le notizie dell’inchiesta di Bari e le rivelazioni di Patrizia D’Addario, altro caso in cui si è letto un ipotetico complotto.
Piuttosto, riteniamo che l’onorevole Di Pietro, che della trasparenza ha fatto il perno della sua carriera di pm, possa cogliere questa occasione per far chiarezza, da politico, sui quesiti che da molti, non da oggi, gli vengono rivolti, a cominciare dalle ragioni dei suoi viaggi negli Stati Uniti. Non facendo parte di quanti hanno interesse a delegittimare l’attività politica dell’onorevole Di Pietro e ritenendoci tra quanti non rinnegano l’importanza di Mani Pulite— basterebbe rileggere il recente editoriale di Sergio Romano sulla vicenda di Bettino Craxi — ci sentiamo liberi di chiedergli risposte incontrovertibili ai dubbi legati anche al fatto che per lunghi anni le foto sono rimaste ben custodite e che di quella cena nulla abbia mai saputo neanche chi, in quei giorni, lavorava a stretto contatto di gomito con lo stesso Di Pietro. Fin d’ora, comunque, lo invitiamo, quando si sarà chiuso il congresso dell’Italia dei Valori— forza politica della quale, come testimoniano le nostre cronache, abbiamo il massimo rispetto —ad un franco confronto nella sede del nostro giornale.
06 febbraio 2010

1 commento:
MAH! E' COSI' EVIDENTEMENTE CAMPATA IN ARIA LA STORIA MESSA ASSIEME DA UN EX AVVOCATO, CACCIATO DALL'ORDINE DEGLI AVVOCATI (IL POMPIERE NON LO DICE, INVECE MARCO TRAVAGLIO SI', V. SOTTO), TRATTA DA UN LIBRO NON ANCORA STAMPATO, CHE PUZZA MOLTO DI ASSERVIMENTO DEL POMPIERE DELLA SERA.
POSTO ANCHE CHE QUESTO SEDICENTE AVVOCATO HA PERSO 19 CAUSE, DICO 19, PER DIFFAMAZIONE NEI RIGUARDI DI ANTONIO DI PIETRO.
IL CORRIERE DELLA SERA DI UN TEMPO NON L'AVREBBE FATTO.
QUANTO AL VIAGGIO NEGLI U.S.A. ALLA RICERCA DI FONDI, VEDRETE CHE DI PIETRO CI ANDRA' NELLA SEDE DEL POMPIERE E SARANNO CAZZI AMARI. PER IL POMPIERE, OVVIAMENTE.
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