di Marco Travaglio
Il vice-Alfano, al secolo Luciano Violante, “apprezza i passi in avanti compiuti dal Pdl”. E lo fa subito sapere al Pompiere della Sera. In effetti il Pdl di passi in avanti ne ha fatti parecchi: lodo Alfano incostituzionale, processo breve cioè morto, illegittimo impedimento, prossimamente superlodo Al Nano incostituzionale ma costituzionale per legge e scudo spaziale autoimmunitario per tutta
Qualche elettore potrebbe domandargli a che titolo parli, visto che non è nemmeno più deputato: non l’ha eletto nessuno.
Si sperava che si fosse finalmente ritirato a vita privata, invece Bersani l’ha riesumato dalla pensione nientemeno che come responsabile del Pd per le riforme dello Stato.
Qualche elettore potrebbe pure domandare in quale punto del programma elettorale del Pd fosse previsto il ritorno all’immunità: ma, non essendosi neppure candidato, Violante non deve rispettare alcun programma. Del resto non lo rispettano neppure quelli che l’hanno scritto. Anzi, riescono persino a calpestare lo statuto del Pd dopo averlo scritto e approvato (vedi candidatura senza primarie dell’imputato De Luca in Campania).
Diciamo che Violante ha voluto fare una bella sorpresina ai suoi ex elettori. Sentite cosa dice al Pompiere: “Se la maggioranza riuscirà ad approvare il legittimo impedimento entro fine febbraio, i 18 mesi previsti per questa ‘legge ponte’ ci porteranno al mese di agosto del 2011. Abbiamo poco tempo a disposizione, dunque”. Per fare un po’ di opposizione? Sì, ciao: “Entro quella data dobbiamo approvare le riforme costituzionali senza le quali non si può affrontare, eventualmente, il tema dell’immunità. La cornice è questa”.
Vi piace il presepe?
Il tempo stringe,
Ma attenzione ai “paletti”, perché il vice-Alfano del Pd ha pensato anche a quelli. Il più avvincente è questo: “L’immunità non può coprire i reati commessi prima dell’assunzione dell’incarico”. Dice proprio così: i reati commessi. Cioè dà per scontato che i parlamentari delinquano e dunque abbisognino di uno scudo per poterlo fare liberamente. Purché lo facciano quando sono già dentro il Parlamento.
Un po’ di pazienza: prima si facciano eleggere e solo dopo comincino a violare le leggi, magari quelle che essi stessi approvano. Il tutto, si capisce, è finalizzato a rafforzare “la democrazia italiana” con “un Parlamento rinvigorito nelle sue funzioni”. Vuoi mettere il vigore che emana un Parlamento pieno di inquisiti impuniti?
Altri due paletti draconiani li fissa un altro giovin virgulto della politica nostrana, Nicola Mancino, su Repubblica: “Che l’immunità non la proponga il governo, ma il Parlamento; e che si preveda una maggioranza qualificata, tra il 60 e il 65%, per respingere le richieste di autorizzazione a procedere dei magistrati”.
Già immaginiamo il feroce braccio di ferro fra il governo Berlusconi che vorrebbe l’immunità e la sua maggioranza (quella capeggiata da Gasparri e Cicchitto) che oppone fiera resistenza: no, l’immunità no! E figurarsi quanto sarà difficile trovare una “maggioranza qualificata” dei due terzi per respingere le richieste dei giudici: basta dare un’occhiata alle votazioni degli ultimi 15 anni su arresti e intercettazioni indirette degli eletti: tutti plebisciti con l’80-90% di No, unici contrari i dipietristi e qualche centrosinistro sciolto. A dicembre, contro l’arresto di Cosentino per Camorra, oltre a Pdl e Lega, han votato addirittura 50 del Pd. Anziché arrampicarsi sui paletti, questi signori dovrebbero risparmiarci almeno l’ipocrisia e confessare, com’era scritto in un famoso manifesto della Lega nord del 1996 con la faccia di Dell’Utri: “Votatemi, se no mi arrestano”.
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