lunedì 15 febbraio 2010

L'addio della Binetti divide il Pd


Su Facebook impazzano commenti soddisfatti: "Ciao, cilicio"; "Grazie signore grazie"; "L'avevo detto che se nevicava a Roma, qualche altro miracolo sarebbe accaduto...". Ed è accaduto che Paola Binetti, la teodem, dopo mesi di annunci, ha deciso di lasciare il Pd. Oggi invierà le lettere di commiato al segretario Pierluigi Bersani e al capogruppo, Dario Franceschini oltre che a Pier Ferdinando Casini, il leader dell'Udc, il partito in cui si trasferisce. L'Arcigay a congresso le dedica una standing ovation per l'addio alla sinistra.

Bersani invece fa un lungo comunicato per dire che è "dispiaciuto davvero, più delle altre volte". Di quando cioè, è andato via Francesco Rutelli con Donato Mosella, Marco Calgaro per creare l'Api, raggruppamento di centro, e Renzo Lusetti, Dorina Bianchi, Enzo Carra che invece hanno preceduto Binetti nell'Udc. Quindi, al segretario Pd dispiace, ma non può "condividere le sue motivazioni". Per Binetti è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, anche se la giornata per l'annuncio, spiega, è stata scelta soprattutto perché "sono gli 80 anni della fondazione della sezione femminile dell'Opus Dei". Ha incontrato molti amici "che condividono la mia scelta". Ne ha parlato con alti prelati, Ruini ad esempio? "Ne ho parlato con molti, con monsignor Fisichella, con monsignor Ravasi... la deriva zapaterista del Pd non posso accettarla, non posso restare con Emma Bonino. Ho aspettato un segnale dal partito, ma Pannella ha dato l'alt a Ceccanti, il democratico cattolico che avrebbe dovuto scrivere il programma elettorale con Bonino. Bisogna fare un grande centro, mi auguro che Rutelli si fonda con l'Udc. Sono contenti che vada via dal Pd? Sono contenta per chi è contento, grazie a Dio me ne sono andata. Ma molti sono dispiaciuti".

Tra questi, Rosy Bindi, la presidente del Pd, che invita a una riflessione nel partito anche se, osserva, c'è stato un equivoco da parte di Binetti: "Nel Pd non si sta come in un condominio, bisogna fare la fatica di incontrare le idee degli altri". Dispiaciuto Enrico Letta ("Ma il progetto Pd pagherà"); Gentiloni ("Il partito è più povero"); Castagnetti ("Amarezza"); Parisi ("C'è una incapacità del partito"). Bersani poi lancia una proposta per affrontare la crisi economica: "Questo è l'unico paese dell'Ocse che non tassa i grandi patrimoni". E il Pdl replica: "Vuole mettere la patrimoniale".

(15 febbraio 2010)

2 commenti:

vanda ha detto...

Era ora che se ne andasse.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

SONO D'ACCORDO CON TE.