lunedì 15 febbraio 2010

Nel testo super poteri e 150 assunzioni


Ci avevano già provato, in Senato, a smontare il giocattolo. Del decreto non piaceva, soprattutto, Protezione civile Spa, nuova società pubblica alle dipendenze dirette del già potentissimo sottosegretario alla presidenza Guido Bertolaso. L’opposizione gridava allo scandalo della «privatizzazione». Ma soprattutto nella maggioranza c’era chi bofonchiava. Due mesi prima il Parlamento aveva già dato via libera, non senza mal di pancia, a Difesa servizi, una società per azioni controllata dal ministero di Ignazio La Russa, e ora gli mettevano sotto il naso una seconda nebbiosa operazione. Nebbiosi soprattutto i suoi confini. Una nuova Italstat in grado di rinverdire i fasti dell’epoca di Ettore Bernabei, come temevano i costruttori, o piuttosto un innocuo contenitore di attività proprie del Dipartimento? Nebbioso anche l’obiettivo: forse quello di aggiungere altro potere a quello già enorme del capo supremo della Protezione civile, che con la scusa dell’emergenza si estende dal terremoto dell’Aquila al G8, agli eventi sportivi, fino alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia? A scanso di equivoci la Protezione Spa è stata bersagliata ben bene di emendamenti, a rendere concreta la diffidenza palesata anche dal ministero dell’Economia di Giulio Tremonti. In attesa del nuovo prevedibile bombardamento alla Camera: c’è chi spera definitivo.

Il clima di sospetto che l’inchiesta di Firenze sta addensando intorno agli appalti delle emergenze non aiuta. Ma se è vero che anche sondaggi riservati consiglierebbero prudenza, smantellare il provvedimento equivarrebbe a una clamorosa sconfessione di Bertolaso, intorno al quale la maggioranza avrebbe fatto muro seguendo il premier Silvio Berlusconi.

La gragnuola di emendamenti approvati al Senato ha trasformato il decreto originario nel solito guazzabuglio di articoli e commi che occupano qualcosa come 97 pagine di bollettino parlamentare. Con formulazioni spesso astruse e incomprensibili, che costringono chi ci vuole capire qualcosa a risalire la corrente impetuosa di leggi e decreti e «successive modificazioni »: alla faccia delle norme approvate (e sbandierate) da questo stesso governo, che imporrebbero la trasparenza e la leggibilità dei provvedimenti.

Dentro c’è posto per tutto. Perfino per una forma di «scudo» per mettere al ripario delle rogne il personale della Protezione civile. Fino al 31 gennaio 2011 «non possono essere intraprese azioni giudiziarie e arbitrali» nei confronti dei commissari e delle loro strutture, e anche «quelle pendenti sono sospese». Non basta, perché «i debiti insoluti non producono interessi, né sono soggetti a rivalutazione monetaria». E assunzioni: altre 150. E promozioni: anche al ministero dei Beni culturali, che potrà nominare dirigenti di prima fascia chi svolge da almeno cinque anni incarichi dirigenziali. E l’aumento dei componenti del governo: da 63 a 65. E nuovi poteri. Un esempio? La vigilanza sulla Croce Rossa italiana. Il cui commissario straordinario Francesco Rocca, ex stretto collaboratore del sindaco di Roma Gianni Alemanno che gli aveva affidato un importante incarico al Campidoglio, si è visto anche prorogare di due anni l’incarico proprio con questo decreto. Un altro esempio? Competenze speciali per la costruzione delle nuove carceri. Così speciali che il commissario straordinario per l’emergenza della sovrappopolazione carceraria può fare praticamente tutto: localizzare, espropriare, occupare. Così speciali che contro le sue decisioni si può ricorrere soltanto al giudice ordinario oppure, in casi davvero estremi, al presidente della repubblica. Niente Tar, meno che mai il Consiglio di Stato. Così speciali che la progettazione, la scelta delle ditte, la direzione dei lavori e la vigilanza saranno affidate a Protezione civile Spa. Guarda caso.

In un Paese dove ogni cosa è ormai commissariata (le grandi opere, le carceri, gli eventi sportivi, perfino la Croce Rossa) non potevano mancare commissari per la realizzazione delle reti di distribuzioni dell’energia e delle centrali elettriche: non escluse quelle nucleari. Sono previsti da un decreto legge della scorsa estate. Siccome però le procedure di nomina sono evidentemente un po’ complesse, ecco che qui gli si fa un bel regalino. Passando sopra a un comico controsenso: a quei commissari straordinari, una figura prevista dalla legge di riforma della presidenza del Consiglio datata 1988, quella legge non si applica. A questo punto manca la ciliegina sulla torta. Da dove si prendono i 355 milioni di euro necessari per tutto questo? Ma dal famoso Fas, il fondo per le aree sottoutilizzate, quello dei soldi per il Sud: che domande...

Sergio Rizzo

15 febbraio 2010

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