ISAIA SALES
ISAIA SALES, STUDIOSO ED EX PARLAMENTARE, ANALIZZA LA SCELTA DI DE LUCA IN CAMPANIA
di Enrico Fierro
di Enrico Fierro
“Vuole parlare della Campania? Facciamolo, ma sappia che l'analisi è triste. Da dove partiamo?”. Da dove partire con Isaia Sales? Scrittore, raffinato analista dei sistemi di potere e della loro degenerazione criminale, ex parlamentare del Pci-Pds e infine consigliere economico di Antonio Bassolino, incarico lasciato qualche anno fa per dissensi profondi col governatore e soprattutto con la sua corte.
Partiamo proprio da Bassolino.
Il suo è un triste declino. Bassolino ha creato la sua solitudine e arriva al tramonto nudo, un leader che non è stato in grado di costruire una classe dirigente che ora si trova ad essere spettatore di un deprimente teatrino. Il tradimento dei suoi uomini, persone che gli devono tutto, che senza di lui non sarebbero state nessuno. Bassolino ha avuto un gusto masochistico nella scelta degli uomini.
Sales, faccia qualche nome.
Penso a Teresa Armato, che da assessore alla Sanità era attaccata da tutti e che Bassolino difese, a Costantino Boffa, suo capogabinetto, diventato deputato, penso a Claudio Velardi...
Che di Bassolino è stato assessore al Turismo.
Combinando non pochi guai per il suo modo di fare. Ora è lo spin-doctor di Vincenzo De Luca, il nemico di Bassolino. Insomma, la vicenda di Antonio Bassolino è una sorta di Macbeth, andrebbe spiegata più con categorie letterarie che con l'analisi politica.
Invece parliamo di politica. Vincenzo De Luca candidato unico a governatore.
Un capolavoro politico. Vorrei conoscere i geni che hanno concepito questa strategia. Pensavamo di aver toccato il fondo ma mi devo ricredere: stiamo scivolando sempre più giù. Perché in Campania non solo l'Udc sta con il centro-destra, ma non riusciamo neppure a portare a casa il risultato imprenscindibile per il Pd di una alleanza con le forze della sinistra e con Idv. La scelta di De Luca è catastrofica. É come volersi alleare con i cattolici e mettere nel programma l'abolizione della Messa. Si vuole l'alleanza con Rifondazione e Sinistra e libertà proponendo il candidato che da sindaco va a caccia dei senegalesi casa per casa. E come può accettare Di Pietro la proposta di un candidato per il quale è stato chiesto per ben due volte l'arresto, e che ha goduto del privilegio di ottenere dal Parlamento la distruzione delle intercettazioni che lo riguardano? Se, come De Luca dice, non ci sono problemi perché lui ha difeso il lavoro di centinaia di operai, allora metta in rete quelle telefonate. Chi le ha sentite parla di contenuti che descrivono un sistema di potere impressionante.
De Luca è l'uomo della discontinuità con Bassolino e il suo sistema di potere.
De Luca è il politico campano più in sintonia con la concezione della politica come gestione di un sistema di potere, al suo confronto Bassolino è un dilettante. La verità è che il gruppo dirigente nazionale del Pd in nome dell'antibassolinismo ha alimentato e fatto crescere in Campania una serie di satrapi di provincia. Ne ha armato la mano e ora non sono in grado di fermarli. Nella concezione del vertice Pd, il territorio serve solo per sostenere il centro. Chi gestisce un sistema di potere territoriale può fare quello che vuole. Salerno conta 140mila abitanti ed è in grado di condizionare la politica nazionale del Pd, un partito che si sta sgretolando sotto la spinta dei potentati locali.
Però De Luca è gradito anche agli oppositori di Bersani dentro il Pd.
Che uno come De Luca sia sostenuto da Franceschini è incomprensibile e anche un po' sgradevole. La verità è che per caratterizzarsi come anti-Bassolino, De Luca ha usato una serie di parole d'ordine. Rifiuti, sanità, sistema di potere e clientele. Sui rifiuti si è opposto al termovalorizzatore, poi si è detto disponibile a farlo a Salerno, ma quando il governo ha deciso che a gestirlo era la Provincia, governata dal Pdl, ha cambiato idea, non serve più. Sanità: le sue manifestazioni sono affollate di manager delle Asl. Sistema di potere: le sue fila sono piene di persone che fino al 2008 erano in giunta con Bassolino.
Quindi dove sta la discontinuità?
Ma via, qui siamo di fronte ad un misto di stalinismo (si vuole imporre a Bassolino di sostenere il suo storico nemico) e di leghismo, il controllo delle clientele territoriali. De Luca è un leghista del Sud. A meno che non è proprio questo il modello del Pd. Ma se è così il partito di Bersani si taglia i ponti con migliaia di elettori e di iscritti.
Per chi voterà alle regionali?
Le ideologie sono finite da un pezzo, sono iscritto al Pd, ma se non cambieranno le cose, tra il mio partito e la verità sceglierò la verità”.

11 commenti:
Cari sostenitori del PD, di Bersani e Franceschini, siete serviti a dovere! Se non l'avete ancora capito il PD va a puttane, altro che i dissidi interni al PDL!
Il soggetto in questione è decisamente impresentabile. Mi chiedo con quali criteri il Pd scelga i propri candidati.
La subalternità alla politica più deteriore è evidente, ma dato che a quanto pare, al peggio non c'è mai fine, qui credo che ci troviamo di fronte (se possibile) a qualcosa di peggio.
Voglio dire che in questo caso quel partito è subalterno alla criminalità... o poco meno.
Come il Pd possa pensare, in tal modo, di cambiare la Campania ed in prospettiva futura, l'Italia, questo sfugge alle mie (forse costitutive, non so) capacità di comprensione.
Così si alimenta il qualunquismo, il "tanto sono tutti uguali", così si rafforza la camorra e l'odio o il disprezzo per la politica.
Berlinguer si rivolta nella tomba.
Insomma, in soldoni sei d'accordo con me!
Come potrei non esserlo, Luigi?
Ma come sempre, quando ragiono (o cerco di ragionare) sulla politica del nostro Paese, vorrei CAPIRE perchè mai siamo andati ad infognarci tanto.
Vorrei capire se ci sono delle cause razionali, insomma più o meno logiche.
Che ci siano cause legate o collegate alla criminalità e ad un mercato lasciato privo di freni è evidente...
Eppure... mah, forse questo è un Paese impossibile da capire.
Per es., con una crisi economico-sociale come l'attuale, come si può votare in massa un miliardario... di cui poi si sanno diverse "cosette"?
Giovanni Giolitti disse: "L'Italia non è un paese impossibile da governare, è inutile"!
Spesso è forte la tentazione di pensarla proprio come Giolitti. Fortissima.
Quel che mi spaventa ed inquieta più di tutto, è come la maggior parte degli italiani e delle italiane siano disposti a mandar giù qualsiasi cosa... per decenni, se non per secoli.
Governanti inetti o corrotti, mafia, terrorismo, ignoranza, inefficienza, corruzione.
Tranne il campionato di calcio.
Se un governo abolisse quello, chissà, forse allora la gente inizierebbe a perdere la pazienza; magari, per ragionare veramente ci metterebbe ancora un po'.
Lo vedi che dai ragione a Giolitti! Anche Vittorio Zucconi, presente a Le Storie, la trasmissione di Corrado Augias su Rai3, ha detto che noi non possiamo essere un popolo con uno, due forti valori condivisi perchè siamo il risultato del DNA dei popoli di tutto il mondo, visto che anche i Mongoli ci hanno invaso. Inoltre, spiegava a un giovane in studio che la concorrenza della mano d'opera a basso costo è imbattibile, per cui la difesa della produzione manifatturiera è improponibile.
Ciò che non è stato fatto è l'organizzazione di corsi di riqualificazione e l'aggregazione di di gruppi di ideazione di nuove proposte industriali. Ha citato l'esempio dell'informatica, pensata negli U.S.A. a prodotta nei paesi asiatrici.
Convincente.
Aspetta... io ho parlato di "tentazione" di dar ragione a Giolitti.
Ma alle tentazioni bisogna resistere!
Non condivido l'idea di Zucconi perchè secondo me i popoli non possono spiegarsi solo con la storia delle loro invasioni, ma anche con quella della loro storia sul piano generale, della loro civiltà, psicologia, religione e non ultima, sulla storia e la potenza di chi ha sempre detenuto e detiene le leve del potere culturale ed economico-sociale (Chiesa e borghesia).
Io penso che si potrebbe/dovrebbe far leva sui concetti di lavoro e di giustizia sociale.
Ma naturalmente, bisogna far ciò con un linguaggio comprensibile a tutti e battersi realmente, per lavoro e giustizia sociale.
Certo, le privatizzazioni selvagge ed i privilegi giuridici (precesso breve, per es.) non aiutano.
Ahimè, io credo che Zucconi abbia ragione! Anche Augias assentiva.
Se ti va puoi ascoltare la puntata di oggi sul tuo p.c.: Rai3 "Le Storie".
E' certo che Zucconi l'ha detto meglio di me.
Va bene, Luigi.
Ma dato che probabilmente sulle cose che ho detto nell'ultimo commento non credo tu sia in disaccordo con me, ora mi "sposto" su un altro tuo post.
P.s.: ma quanto "posti"? (non quanto "costi").
Commenterei tutti i tuoi articoli, ma spesso non il tempo
Posto tutti i giorni!
Sono un pensionato!
Posta un commento