martedì 23 marzo 2010

Il premier spera nella sponda vaticana


"Ma se Emma vince non ci perdonano"

di CARMELO LOPAPA

"In questa partita ci giochiamo tutta la nostra credibilità. Se consegneremo Roma a una radicale, se per un nostro errore con le liste consentiremo alla Bonino di conquistare il Lazio, vedrete, dall'altra parte del Tevere non ce lo perdoneranno. Incrineremmo definitivamente i rapporti già delicati con le gerarchie". Il premier Berlusconi il suo timore lo va ripetendo da giorni, ai più stretti consiglieri di Palazzo Chigi. Confortato dal fatto che non si tratti di una personale sensazione, piuttosto di informazioni circostanziate e puntuali delle quali Gianni Letta è stato prodigo messaggero. Almeno da quando è scoppiato il pasticcio della lista Pdl in provincia di Roma. Si è convinto perciò della necessità di tornare a giurare piena fedeltà alla Chiesa, nella speranza di un ritorno elettorale giudicato irrinunciabile.

"Non è un mistero che nei Sacri Palazzi abbiano vissuto malissimo quello scivolone che rischia ora di far vincere Emma Bonino nel cuore della Cristianità" racconta un ministro. Ecco perché la presa di posizione della Cei di ieri è stata dettata più dal timore dell'affermazione della leader radicale che non dall'intento di aiutare il leader Pdl. Nasce da qui, quasi da uno scetticismo di fondo nei confronti della politica e della sua reale capacità di difendere "valori non negoziabili" e candidati "vicini" a quei valori, la decisione del vertice della Conferenza episcopale di scendere in pista apertamente. Il presidente della Cei, il cardinal Angelo Bagnasco, lo ha fatto ieri dinanzi al parlamentino dei vescovi italiani, lanciando quel monito schietto e troppo a ridosso del voto di domenica per non offrire un sapore elettorale. Così, la presa di distanze da chi ha difeso il "delitto incommensurabile" dell'aborto, nel Lazio che vede in corsa e assai accreditata Emma Bonino, diventa una presa di posizione quasi plateale. Ma la strategia della Cei, in queste concitate giornate che precedono le regionali, non si ferma affatto ai pur cari confini laziali. Un intervento analogo, fanno notare attenti osservatori entro le Mura leonine, è arrivato pure in soccorso del candidato di centrodestra in Piemonte. Anche lì, nel tentativo pur felpato di scongiurare il successo, la riconferma della laica pd Mercedes Bresso. Risale al 13 marzo l'esternazione con la quale l'arcivescovo di Torino, il cardinale Severino Poletto, con le dovute cautele ("Io sono super partes, non do indicazioni di voto"), ha invitato i cattolici a esprimere preferenza "guardando ai valori fondamentali della nostra fede". Il presidente Cei Bagnasco, infine, ieri, ha chiuso il cerchio.

Della grossa mano d'aiuto che indirettamente sarebbe arrivata ieri pomeriggio dalle gerarchie cattoliche, l'inquilino di Palazzo Chigi era stato messo a conoscenza per tempo. Preceduta da qualche ora, non a caso, dalla lettera con la quale lo stesso Silvio Berlusconi esprime "a nome del governo italiano" il pieno sostegno, di più, "affetto", "vicinanza", "solidarietà" al Pontefice. Un messaggio che non nasce solo dall'esigenza di commentare la lettera pastorale di Benedetto XVI ai cattolici irlandesi. Ma di rinsaldare un sodalizio di valori ai quali il Cavaliere non intende mai rinunciare, soprattutto alla vigilia di importanti tornate elettorali. La stesura del breve testo è frutto delle arti diplomatiche del "Gentiluomo del Santo Padre" Gianni Letta. Ma questa volta un suo peso lo hanno avuto anche le raccomandazioni di Giuliano Ferrara, che nell'editoriale del "Foglio" di ieri commentava con toni analoghi "la bella lettera di Benedetto alla nuova Corinto d'Irlanda".

Lettera, questa del presidente del Consiglio al Pontefice, che negli intenti era destinata anche ad accreditare il governo italiano come principale supporto di Benedetto XVI sullo scacchiere europeo. Certo più del cancelliere tedesco Angela Merkel che l'8 marzo, sullo scandalo Chiesa-pedofilia, non si era spinta oltre un riconoscimento al Vaticano di "prendere la questione molto seriamente". Ma per il momento è allo scacchiere interno e piuttosto spicciolo delle urne che il leader Pdl è interessato. È il fronte interno a destare le maggiori preoccupazioni. Il suggello della Cei lo conforta. In serata, il ministro cattolico Maurizio Sacconi tirava quasi un sospiro di sollievo per "l'appello a votare per quelle forze politiche che sono state molto chiare sul tema della vita". Appello che invece non deve sorprendere, ragiona un altro ministro cattolico come Gianfranco Rotondi, "perché coerente con l'impostazione di questo Pontificato: la Chiesa ha voglia di esserci e di dire la sua, anche in campagna elettorale. E nessuno questa volta può dire che sia stato Berlusconi a tirare i prelati per la tonaca".

(23 marzo 2010)

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