“I giudici vogliono cambiare i governi”. L’Anm: sconcertante
E su Raiuno solito monologo, altro che par condicio
di Carlo Tecce
Un comizio lungo un giorno, un solo nemico da screditare.
Silvio Berlusconi fa della campagna elettorale per le Regionali un attacco frontale alla magistratura: “C’è un partito dei giudici che interviene nella politica con il fine di cambiare i governi voluti e votati dagli elettori. Abbiamo una malattia della democrazia, una vera patologia”.
Un’offensiva di gruppo, accompagnata dal ministro Alfano e dal Pdl, lanciata con una telefonata in diretta – violando la par condicio – a Uno-mattina e proseguita al Lingotto: “La sovranità appartiene al popolo che la trasferisce ai rappresentanti in Parlamento. Le leggi del Parlamento ricevono – precisa Berlusconi a Torino – anche la firma del capo dello Stato e dovrebbero diventare legge. Nemmeno per sogno: perché se a questa sinistra dei giudici queste leggi non vanno bene fanno eccezione di costituzionalità”. E quindi l’ostacolo raddoppia: “Fanno ricorso alla Corte costituzionale che – aggiunge il presidente del Consiglio – è composta da undici membri della sinistra e da quattro di centrodestra e così ottengono che tutte le volte la Corte abroghi la legge fatta dal Parlamento. Conseguenza: la sovranità nei fatti non appartiene più al Parlamento, ma ai giudici di sinistra e questa è una grave, grave, grave patologia della nostra democrazia”.
Il Guardasigilli interviene con prontezza, non per tutelare il dicastero che dirige, ma per sostenere il discorso di Berlusconi: “È noto a tutti che vi è una frangia iperpoliticizzata della nostra magistratura e, come oggi ha ribadito Berlusconi, fortunatamente si tratta di una estrema minoranza”.
Il ministro della Giustizia con un aggettivo (iperpoliticizzata) riapre il fronte e con un avverbio (fortunatamente) cerca di rimediare. Poco per evitare le proteste dell’Anm: “È scorcentante l’aggressione quotidiana contro un’istituzione dello Stato”.
Procediamo in ordine cronologico.
L’ultima volta - era lo scorso 29 settembre - chiamava per ricevere gli auguri di compleanno, il conduttore Stefano Ziantoni l’aveva omaggiato: “Questa è anche casa sua”. E Berlusconi l’aveva promesso: “Grazie di cuore, vi prendo in parole”. E ha sfruttato la finestra – gestita dal Tg1 – all’interno del contenitore di RaiUno per fare bersaglio comune tra giudici e minoranza: “Non possiamo dialogare con l’opposizione che è ricorsa al partito delle procure. Se cambia ne riparleremo”.
A Torino ha completato il pensiero: “Nei prossimi tre anni di lavoro faremo per prima cosa una grande riforma della giustizia perché dobbiamo uscire da questa situazione di democrazia ferita e violata”.
Per fare propaganda elettorale al Lingotto o in televisione su RaiUno – con poche differenze – Berlusconi ha morso un microfono aperto. A Unomattina, stavolta, non c’era la Petruni (ora vice di Augusto Minzolini), bensì la collega Sonia Sarno, cronista al seguito di Palazzo Chigi.
La trasmissione ha violato la par condicio e – nell’immediato – scatenato alcune reazioni. Perché il Pd ha ritirato le truppe, dissuaso dall’invito recapitato a Bersani per venerdì. Una nota dell’Autorità di controllo chiarisce che la par condicio è garantita se ci sono le dichiarazioni dei rappresentanti dei partiti in corsa alle Regionali, non solo con la presenza del duopolio Pd-Pdl: “È ormai indifferibile nel tempo che, nei programmi di informazione, e in primis nei notiziari, acquistino il dovuto rilievo i temi politico-elettorali, al fine di consentire ai cittadini una corretta e completa conoscenza di tutte le liste in competizione”.
I giornalisti del Tg1 inciampano nell’imbarazzo: c’è chi si nega al telefono (Petruni) e chi biascica una risposta incompleta (Ziantoni).
Il comunicato della segreteria di redazione alza il volume: “Venerdì andrà un’intervista telefonica a Bersani. Ogni polemica è assolutamente pretestuosa”.
Nonostante la ricerca di una copertura – proposte all’Udc per Casini e alla Lega per Maroni, non all’Idv – per evitare una sanzione (sino al 3 per cento del fatturato Rai, circa 90 milioni di euro), domani la Commissione servizi dell’Autorità valuterà Unomattina. I consiglieri Lauria e Sortino chiedono una verifica immediata. Inchiesta di Trani, agende incrociate. Oggi Mauro Masi farà una relazione al Cda. E domani Giancarlo Innocenzi sarà in Commissione? Lì dove l’ha messo Berlusconi, che possiede già la soluzione: “Avremo la forza di abrogare la legge sulla par condicio”.
Nessun commento:
Posta un commento