
E i consumatori ricorrono al Tar
di LEANDRO PALESTINI
I primi dati Auditel sono un bollettino di guerra per la Rai amputata dei suoi talk show migliori: telefilm e documentari piazzati al posto di Bruno Vespa e Giovanni Floris deprimono gli ascolti, il "bavaglio" di queste elezioni produrrà un danno economico all'azienda. Roberto Rao, capogruppo dell'Udc in Vigilanza Rai, stima la perdita (in base agli introiti pubblicitari) in quattro milioni di euro. Si evidenzia che il telefilm di RaiUno (che sostituiva Porta a porta) non ha raggiunto il 10% di share. RaiTre, senza Ballarò è precipitata all'8% di share. Così, il direttore generale Rai, Mauro Masi, sta correndo ai ripari. Ai direttori di RaiUno (Mauro Mazza) e RaiDue (Massimo Liofredi) ha chiesto un sovrappiù di fantasia per tappare al meglio i buchi di palinsesto. Da oggi, e forse per l'intero mese, Maurizio Costanzo dovrebbe allestire una sorta di Bontà sua notturna nel territorio lasciato libero da Porta a porta: evitando accuratamente i temi politici, il navigato conduttore del Costanzo show potrebbe doppiare gli ascolti ottenuti lunedì dal telefilm Squadra speciale. Bruno Vespa, dopo la manifestazione contro lo stop ai talk show commenta: "La coperta si è strappata nel modo sbagliato. I silenzio dei talk show politici in campagna elettorale non si era mai visto e spero non succeda mai più".
Antonio Di Bella, direttore di RaiTre, si lecca le ferite per l'audience dimezzata del martedì privo di Ballarò (la Grande Storia-La dittatura fa l'8.36% di share). E, pur comprendendo il gesto solidale di Lucia Annunziata, che chiude il suo programma, In 1/2 ora, nonostante il Cda Rai non l'avesse sospeso, ora deve trovare un'alternativa: di domenica amplierà Geo & Geo. A RaiDue il direttore Massimo Liofredi deve tappare la voragine di ascolti del giovedì (stasera c'è La carica dei 101 al posto di Annozero) e sostituire L'ultima parola del venerdì: si era pensato a una versione notturna del Fatto del giorno di Monica Setta (che di pomeriggio ha oltre 2 milioni di fan), ma la giornalista ha declinato l'invito. "Io e la mia redazione non prendiamo il posto del collega Paragone. Non siamo dei crumiri", dichiara la Setta.
Per Carlo Verna, segretario dei giornalisti Rai (Usigrai) con film e repliche al posto dell'informazione "gli italiani assaggiano prove tecniche di tv sovietica". Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, sostiene che il blocco dei talk show contrasta con il contratto di servizio Rai. La Federconsumatori ha impugnato il regolamento e chiede la sospensione al Tar. Intervengono anche i politici di entrambi gli schieramenti. Il vicepresidente della Vigilanza, Giorgio Merlo (Pd), dice che "la ferita al servizio pubblico è stata grave" anche se non è il caso di parlare di "martiri". Per Domenico Nania (Pdl), "serve subito una nuova legge". Leoluca Orlando (Idv) vede nel "bavaglio" Rai una "deriva fascista". Luigi Zanda e Vincenzo Vita (entrambi Pd) auspicano l'intervento di Parlamento e Agcom. Oliviero Diliberto accusa i vertici della Rai di "strumentalizzare" il regolamento della Vigilanza. Ma Alessio Butti, Pdl reagisce con humour alla sostituzione di Santoro con La carica dei 101: "Crudelia Demon è impegno a non far disabituare il pubblico alle performance di Santoro".
(04 marzo 2010)
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