Il silenzio dello Stato
Prima di scrivere le nostre inchieste su Renato Schifani, abbiamo sempre chiesto al presidente di rispondere alle nostre domande. Prima via e-mail e poi per telefono. Pensavamo fosse un dovere della seconda carica dello Stato rispondere ma non è accaduto. Il primo articolo riguardava un palazzo abusivo costruito da Pietro Lo Sicco, un imprenditore difeso da Schifani davanti ai giudici amministrativi e successivamente arrestato e condannato per mafia. Il palazzo abusivo era stato edificato calpestando i diritti delle indifese sorelle Pilliu. I giudici stabilirono che la licenza del palazzo era frutto della corruzione dell’assessore e di un falso. Lo Sicco aveva costruito senza rispettare le distanze perché aveva finto - con la complicità del comune - di avere già le particelle delle Pilliu. Schifani da avvocato aveva difeso il torto del più forte. Con queste domande gli offrivamo l’occasione per difendere, da politico, le ragioni dei deboli. Non lo ha fatto.
1) Presidente Schifani qual è la sua posizione sulla storia di quel palazzo. Lei ha partecipato al sopralluogo dove si rilevavano le distanze con le case delle Pilliu, nel 1993. Ciononostante ha difeso la legittimità del palazzo. Alla luce delle decisioni della giustizia amministrativa (definitiva) e civile (primo grado), oggi secondo lei va abbattuto?
2) Perché ha difeso Pietro Lo Sicco in una causa così ingiusta e imbarazzante?
3) Perché lo studio Pinelli-Schifani (dove suo figlio Roberto è socio e lei è comproprietario dell'immobile) continua a difendere la legittimità di un palazzo con una storia davvero indifendibile, perorando i ricorsi dei promittenti acquirenti?
4) È vero che gli imprenditori Giuseppe Cosenza (poi sottoposto a misure di prevenzione per mafia) e Antonino Sei-dita (poi condannato per fatti di mafia) che sono stati gli intermediari delle richieste dell'assessore Raimondo a Pietro Lo Sicco, erano clienti del suo studio?
5) E, se è vero, non pensa che sarebbe stato meglio non curare gli interessi legali di Lo Sicco, Cosenza, Seidita?
6) È vero che l'assessore Raimondo, condannato prima di morire per questa vicenda per corruzione da parte di Lo Sicco, era suo caro amico?
7) Cosa pensa delle angherie subìte dalle signorine Pilliu?Dalla posizione in cui è adesso, non crede di dover dare delle spiegazioni su quelle sue attività professionali?
8) Innocenzo Lo Sicco ha parlato del condono Berlusconi del 1994 come "pennellato" sulle esigenze del palazzo di Lo Sicco. Effettivamente quel condono prevede la possibilità di ottenere la sanatoria dopo l'annullamento della concessione, come poi è accaduto con la decisione di secondo grado del Cga siciliano per il palazzo di Piazza Leoni, addirittura senza i limiti di cubatura. Successivamente, grazie a un emendamento alla legge 388 del 2000 presentato dal senatore Centaro di FI nel 2000 e approvato durante la sessione di finanziaria, l'amministratore del palazzo Turchio ha potuto chiedere la sanatoria. Lei cosa risponde alle "accuse" di Innocenzo Lo Sicco?
Distinti saluti
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