"Non sono io ad aver posto dei problemi e dunque non sono io a dover dare risposte: semmai è Gianfranco Fini che ha sollevato delle questioni. Io ascolterò e replicherò sulla base di ciò che dirà". Questo - secondo quanto riferito da alcuni presenti all'incontro a Palazzo Grazioli con i vertici del Pdl - l'atteggiamento che Silvio Berlusconi intende tenere tenere domani, alla direzione nazionale del partito, nel confronto con l'ex leader di An. Con l'idea di sottoporre all'organismo un documento che regoli il dissenso interno. Perché le correnti, dice il premier, sono "le metastasi dei partiti".
Più tardi, a margine della celebrazione dell'indipendenza dello Stato di Israele a Villa Miani, durante la quale stringe frettolosamente la mano al presidente della Camera, il premier preannuncia: "Domani sarà la celebrazione della vittoria elettorale, per raccontare quanto ha fatto il governo in questi anni e quanto farà in futuro". Già, il futuro. Riferiscono le stesse fonti che Berlusconi considera "intoccabile" il programma elettorale e che parlerà soprattutto del tema che gli sta più a cuore, quelle riforme che la maggioranza intende realizzare entro la fine della legislatura. "Io parlerò di questo - ha spiegato il Cavaliere -, se qualcuno vuole porre altre questioni è liberissimo di farlo, e se lo farà eventualmente replicherò. Detto ciò, sia chiaro che io non devo nessuna risposta, perché non sono stato io a sollevare questioni che riguardano il Pdl e che interessano poco i nostri elettori".
Con questo orientamento, si intende arrivare a un documento, possibilmente da sottoporre alla votazione dell'organismo di partito, che stabilisca le regole del dissenso interno. Un modo per ribadire che la minoranza si deve adeguare alle decisioni della maggioranza. Solo così, è stato il ragionamento attribuito a Berlusconi, si può garantire la governabilità. "Il Pdl - è la spiegazione del Cavaliere - è un movimento che nasce dal popolo, non è un partito con le correnti. Le correnti facevano parte dei vecchi partiti".
Al momento non è ancora stato definito nei dettagli il programma della direzione nazionale, ma si sta ragionando su una scaletta che prevede una relazione introduttiva affidata al presidente del Consiglio, quindi gli interventi di alcuni ministri e in particolare di quelli responsabili delle materie oggetto delle riforme. Previsto, ovviamente, l'intervento di Fini. La direzione nazionale si dovrebbe concludere con una replica finale di Berlusconi, prevista intorno alle 18. La scaletta, sottolinea uno dei partecipanti, è ancora provvisoria e può subire cambiamenti.
(21 aprile 2010)
Nessun commento:
Posta un commento