Il Cenacolo di Leonardo è uno dei capolavori più noti e studiati al mondo. Il lungo restauro, le condizioni di difficile conservazione dovute ai «vizi d'origine» della parte sulla quale è stato realizzato l'affresco, sono tra gli elementi che negli anni lo hanno riportato all'attenzione del pubblico.
Ma c'è poi un versante legato alle interpretazioni del «linguaggio» di Leonardo che ha attratto,da sempre, molti studiosi. Un filone che, per la quantità di misteri che sembra racchiudere, ha perfino avuto una traduzione «popolare» di grande successo grazie al libro (e al film che ne è stato tratto) Il Codice da Vinci di Dan Brown. Un successo mondiale, quello dello scrittore americano, che ha indirizzato anche le principali attenzioni del pubblico su alcuni particolari dell'affresco. Non necessariamente i più importanti, però. Come quello della «figura femminile» accanto a Gesù, molto funzionale alla ricostruzione di Dan Brawn per la tesi del matrimonio tra Cristo e la Maddalena e la successiva discendenza, mantenuta segreta e protetta dai Templari. Il romanzo fa riferimento sia alla simbologia (la V che si forma tra San Giovanni e il Cristo) sia alla rappresentazione, effettiva, di una donna (la Maddalena) e non dell'evangelista, alla destra di Gesù. Ovviamente la verità romanzata, che pure si basa su ipotesi di studio consultate da Dan Brawn, affascina. Ma davvero, nel suo affresco, Leonardo ha dipinto una donna al posto di San Giovanni?
LO STUDIO SULL'ARAZZO - Panorama, questa settimana, pubblica un'intervista a Sabrina Sforza Galizia, studiosa che pubblica ora un libro intitolato «Il Cenacolo di Leonardo in Vaticano. Storia di un Arazzo in seta e oro», aggiunge nuovi particolari sia sulle profezie astronomiche che la versione leonardesca dell'Ultima Cena conterrebbe, sia sul particolare della figura femminile. La novità è che gli elementi sui quali ha potuto basarsi la studiosa derivano (anche) da un arazzo, copia esatta del Cenacolo commissionata a Leonardo da Luigi XII, custodito ora in Vaticano. In base all'esame dell'arazzo, risultano più chiari tanti indizi sulle profezie «cifrate» nel capolavoro, in particolare il calcolo sulla fine del mondo. E, anche, sulla figura femminile. «Quello di Dan Brawn - dice a Panorama Sforza Galizia - è un pasticcio che ha suggestionato milioni di persone, ma non offre un cifrario per decrittare il messaggio del Cenacolo. Leonardo dipinge davvero San Giovanni con tratti somatici di una donna e lo fa volutamente, perché nel linguaggio che usa San Giovanni è "femmina"». Il motivo? Perché, secondo la studiosa «utilizza la tradizione pittorica che fa uso della dualità maschio-femmina per simboleggiare una disgiunzione astronomica necessaria per il calcolo dei tempi (...). Complicato? Forse, ma nulla è semplice negli studi su Leonardo. E poi, spiega, la terminologia maschio-femmina vige tuttora anche tra i nostri falegnami ed elettricisti e rispecchia un termine tecnico applicato anche all'astronomia».
«GIOVANNINA , VISO FANTASTICO» - Certamente i lettori di Dan Brawn e quanti che hanno visto il film si saranno sorpresi di sapere che nel Cenacolo fosse rappresentata una donna. Magari hanno pensato anche a una forzatura romanzesca. Invece la «presenza» femminile era già nota agli studiosi. Diversa cosa è attribuirle poi significati precisi e legati a messaggi cifrati. Le spiegazioni per la presenza della figura femminile possono essere anche altre. E persino molo più semplici, perché lasciate dallo stesso maestro nei suoi scritti. «Per trovare i volti degli apostoli - spiega infatti Vittoria Haziel, studiosa dell'opera leonardesca - Leonardo girava per le strade di Milano e segnava appunti sui suoi manoscritti sulle figure incontrate. Per una di queste egli scrive chiaramente che si tratta di "Giovannina, viso fantastico sta a Santa Caterina allo spedale"». Non si sa se si trattasse di un'infermiera o di una malata. Ma secondo la Haziel, che ha pubblicato di recente il libro «La Confessione di Leonardo» è proprio lei che dà origine alla figura alla destra di Gesù. «Questo appunto si trova infatti proprio sotto a quello della figura che ispira Cristo, o meglio Crissto, con due esse, come scrive Leonardo: "Giovan Conte, quello del cardinale del Mortaro". «Nessun apostolo "travestito" da donna quindi - conclude la Haziel - ma una donna vera e propria».
Redazione Online
08 aprile 2010
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