Le elezioni dell’altro giorno pongono parecchi problemi, o anche problemoni, ai tre anni «tranquilli» (senza elezioni) durante i quali Berlusconi continuerà a governare. E’ chiaro che il Cavaliere resta in sella; ma indebolito nei confronti di Bossi, anche perché il suo partito, il Pdl, diventa sempre più un partito «meridionalizzato» e per ciò stesso in inevitabile rotta di collisione contro il federalismo fiscale della Lega. Beninteso, questi non sono problemi che toccano personalmente il Cavaliere. E quindi non sono, per lui, problemi veri, problemi seri.
La Lega lo incalza sul federalismo (non solo fiscale ma anche nazionale)? Berlusconi concederà il concedibile senza alcuna sofferenza. Il Vaticano invade sempre più la sfera del «libero Stato» (in libera Chiesa)? Il Cavaliere è notoriamente persona molto devota (bacia, forse per sbaglio o per lunga abitudine, persino l’anello di Gheddafi); e quindi anche qui nessun problema. Il gran capo si risente solo quando è accusato di non saper governare. Ohibò, questo no. La verità è che i giudici e una cattiva Costituzione che lo intralcia da mattina a sera gli impediscono di governare. Ma ora basta. Ora chiederà (Bossi consenziente) il presidenzialismo, da lui inteso all’ingrosso come il pieno potere di fare quel che vuole, e contestualmente metterà finalmente la mordacchia alle «toghe rosse».
Dopodiché tutti vedranno quale sia la sua statura di uomo di governo. Ma se il capo dei capi prevede per sé una navigazione trionfale, o comunque senza più problemi che lo infastidiscano personalmente, le opposizioni non possono negare di essere nei guai. Sono nei guai in parte perché sono state variamente ammaccate o sconfitte. La sinistra può esibire, è vero, due vincitori: Di Pietro e Vendola. Ma sono entrambi vincitori scomodi, quantomeno per il Pd. Vendola sposta la sinistra a sinistra, mentre alla sinistra occorrono soprattutto elettori di centro-sinistra. Invece Di Pietro carica sempre a testa bassa; e sempre è troppo spesso.
Però la sinistra è nei guai soprattutto perché è gestita da menti confuse. Primum vivere, si è sempre detto. Ma il Porcellum, la legge elettorale vigente, promette di renderla un quasi-defunto perpetuo. Il Porcellum attribuisce un premio di maggioranza del 55% dei seggi a chi ottiene la maggioranza relativa dei voti. Così è già sicuro che nel 2013 Berlusconi più Bossi vincerebbero, con il Porcellum, una comoda maggioranza di governo. Pertanto l’interesse prioritario di tutte le opposizioni è di battersi per un sistema elettorale meno iniquo. Ma Bersani ci fa soltanto sapere, di passata, che lui vedrebbe bene un ritorno al Mattarellum (ricorderete: un sistema uninominale per il 75% dei seggi). Sarebbe, per il Pd, passare dalla padella nella brace. Perché non punta, invece, sul sistema tedesco tenacemente chiesto da Casini? E’ che per Bersani il problema pare che sia di ammazzare il «centrino» di Casini. Invece è, dovrebbe essere, di salvare se stesso. Come dicevo, primum vivere. Poi, sul resto, si vedrà.
Giovanni Sartori
02 aprile 2010
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