venerdì 23 aprile 2010

La carica dei 101 (anni)


di Maurizio Chierici

Rita Levi Montalcini compie 101 anni “Non li conto più, queste cose mi interessano fin lì”, ripete alla nipote Piera Levi Montalcini, presidente dell’Associazione che continua l’esperienza della Fondazione della zia. Piera è l’ingegnere che presiede la commissione urbanistica del comune di Torino. Nessuna festa, arriveranno fiori. Di qualcosa di speciale a tavola neanche parlarne: “In famiglia nutriamo scarsa considerazione per il cibo. Anche per il centesimo compleanno ha voluto una giornata non particolare. Pranzo e cena normali”.

Che la signora Levi Montalcini non fosse attenta ai piaceri della gola se ne è accorta un anno e mezzo fa Ingrid Betancourt, a Roma per incontrare il Papa, Napolitano e la signora premio Nobel che aveva sostenuto la proposta della sua candidatura per liberarla dalla prigionia lunga sei anni. Settembre torrido, Ingrid vuol bere qualcosa di fresco: “Qualcosa di fresco? Non so se l’abbiamo, ma un tè tiepido sì”, e gira gli occhi sorpresi verso la cameriera in grembiulino.

Adesso è impaziente. Restare chiusa in casa dopo caduta e operazione non le piace. Testardamente ricomincia a fare quattro passi. Esce con cautela, per riprendere il filo della vita di “prima”. È contenta dei progressi: la riabilitazione l’ha rimessa in piedi. “Pensa solo a tornare al laboratorio per poter lavorare con le sue collaboratrici”. I laboratori sono la cornice che ha accompagnato la vita della professoressa. All’Università di Torino al fianco di Giuseppe Levi, padre e protagonista del Lessico Familiare di Natalia Ginzburg.

Nel ’38 ha seguito il suo professore nel laboratorio dell’esilio, Bruxelles quando le leggi sulla razza impedivano l’università a chi era ebreo. In Belgio arrivano i tedeschi e torna a Torino: laboratorio familiare in camera da letto. Nel ’41 scappa dalle bombe con libri e quaderni: laboratorio sulle colline del Monferrato. E nel ’43, quando i nazisti rastrellano le città, il laboratorio diventa piccolissimo e clandestino attorno a Firenze mentre la famiglia si disperde per sopravvivere. Finalmente aprile ’45, Italia liberata. Può ricominciare assieme a Levi la ricerca sul sistema nervoso “in un quasi vero laboratorio nella campagna di Asti”. Poi i laboratori di Washington, Brasile, di nuovo Stati Uniti, ecco il grande premio. Ma Rita Levi Montalcini preferisce dimenticare il passato per cercare il futuro.

Anche nella politica cerca aperture diverse.

Nelle elezioni Europee ha votato per Sinistra e Libertà, Mauro Palma direttore dell’enciclopedia Treccani. Adesso un po’ trascura il Senato: la sua presenza non può salvare i governi della democrazia. E l’impegno urgente è salvare l’Ebri, centro di ricerca sul cervello da lei lanciato nel 2001 ormai con le casse vuote per la disattenzione di ministri disinteressati: 50 giovani ricercatori guardano laboratori lontani.

Prepara l’intervento di apertura del Brain Forum: incontro dove oggi si discuterà delle “Nuove frontiere sulla ricerca del cervello”. Stanno arrivando ricercatori e scienziati da ogni parte del mondo. Nella bellissima cornice del tempio di Adriano si vogliono festeggiare così i suoi 101 anni.

È il tipo di allegria che le piace. L’anno scorso è rimasta al tavolo della presidenza fino all’ultima parola dell’ultimo oratore. Convalescente, oggi non se la sente. Aprirà il meeting e tornerà a casa.

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