di Eugenio Scalfari
Da Bersani a Zaia il voto ai protagonisti delle elezioni regionali. Berlusconi si merita 10. Purtroppo
Sul Corriere della Sera di giovedì 1 aprile Pierluigi Battista ha sfornato una pagina di pagelle (12 per l'esattezza) in poche ma efficaci righe dedicate ai protagonisti delle elezioni regionali. Non avevo pensato che si potesse adottare questo metodo di giudizio anche per la politica; di solito lo si pratica sui giornali sportivi, ma Battista mi ha dato un'idea e gliene sono debitore, perciò mi ci proverò anch'io. La politica è un'attività molto complessa, si mescolano insieme tanti elementi: emotività, razionalità, geometria, volontà di potenza, vanità personale. Infine carisma. Quest'ultima è la più difficile da spiegare perché impalpabile, inafferrabile, però decisiva come il sex appeal nel campo dell'eros. Ma anche il giudizio sportivo è frutto di molti elementi: forza fisica, statura, velocità, capacità di tocco, calcolo e improvvisazione. Perciò se si danno pagelle sportive si può fare anche con la politica. Le mie sui protagonisti di questa campagna elettorale sono le seguenti.
BERSANI Una persona perbene. Non è grintoso. Leale e sorridente. Vede sempre il bicchiere mezzo pieno. Carisma no, simpatia molta. Buona competenza economica. In questa campagna elettorale ha giocato in difesa, non ha segnato gol e non ne ha presi. O meglio: i gol li hanno presi i candidati che lui non ha scelto ma piuttosto subito. Il mio voto è 6.
CASINI Si è visto abbastanza sulle televisioni. Lui è un bravo comunicatore, riesce a lanciare con impeto affermazioni spesso del tutto banali. Simpatia abbastanza. Un po' di carisma per via della bella presenza, ma nulla di più. Ha sbagliato completamente strategia. Il suo partito è stato irrilevante salvo che in Puglia dove la scelta di andare da solo ha aiutato Vendola ma chi ha deciso la sua condotta è stato da una parte il ministro Fitto e dall'altra la Poli Bortone. In tutte le altre regioni l'irrilevanza dell'Udc è stata completa tenendo presente che nelle elezioni regionali non c'è ballottaggio e vince chi prende più voti. Quando la corsa dei due candidati è molto affiancata tutte le liste alleate diventano determinanti, quella di Casini esattamente quanto le altre. Il mio voto per lui è 5.
COTA Non deve farmi velo il fatto che un leghista alla guida del Piemonte rappresenta ai miei occhi la vittoria dei lanzachinecchi, come ha scritto efficacemente sulla 'Stampa' lo storico De Luna. Ma qui giudichiamo l'efficienza in campagna elettorale e Cota merita un 7. Ha vinto anche per qualche errore della Bresso e per il voto dei 'grillini'. Ma di suo ha rafforzato la spinta leghista nelle campagne piemontesi. La sua dichiarazione post elettorale sulla pillola abortiva gli somiglia nel peggio. La medesima dichiarazione fatta dal suo collega Zaia, vittorioso in Veneto, dimostra che la Lega simbolicamente è una formazione vandeana. Quanto di peggio.
ZAIA Tutto ciò che ho scritto per Cota, voto compreso, si applica esattamente a Zaia il che significa che nella Lega i veri protagonisti sono molto pochi e non fanno i governatori delle Regioni.
SANTORO Non è stato un protagonista della campagna elettorale però in qualche modo vi ha partecipato. Il suo show dal Paladozza di Bologna è stato un evento tecnologico e mediatico ma senza alcuna influenza sulle elezioni. Dal punto di vista mediatico merita un 8 ma fuori concorso.
BAGNASCO Anche lui è fuori concorso. Se si trattasse di una partita di calcio il cardinale ha avuto il comportamento di uno spettatore che ad un certo punto della partita invade (sottobraccio al Papa) il campo scavalcando tutti i recinti e i divieti. Questo comportamento merita zero e la squalifica del campo.
VENDOLA Il carisma c'è in abbondanza. In più vari elementi di oggettiva discontinuità: è un omosessuale dichiarato, è di sinistra ed è cattolico praticante. Non ha esperienza di partito e questa è la sua quarta discontinuità. Per me il voto è 9.
BONINO Si è spesa senza risparmio ma con un handicap grave: era e resta legata ai temi classici del Partito radicale: diritti civili e legalità. Su questi temi ha avuto il consenso fervido di un buon 60 per cento dell'elettorato democratico, in più qualche voto di opinione e probabilmente anche di centrodestra, ma ha lasciato fredda una parte consistente del Pd. Il voto giusto mi sembra7.
BURLANDO Non vola, non ha carisma, ma è serio, testardo, laborioso. Ha vinto una campagna non facile. Il 7 se lo merita tutto.
FORMIGONI Ha costruito da vent'anni una macchina da guerra che domina Milano e la provincia in modo totale, sorretta da Comunione e liberazione e dalla Società delle opere. La vittoria ce l'aveva in tasca e l'avrà in sempiterno, finché quella macchina da guerra non sarà smontata. Ma chi ci riuscirà? Secondo me neanche Bossi. Il suo voto è 7 per la campagna elettorale. L'efficienza della macchina di potere da lui costruita merita 10. In chi la pensa come me questo voto suscita disperazione.
DI PIETRO Buona campagna elettorale. Carisma poco e poca simpatia. Grinta molta. Un 8 ci sta tutto.
BERLUSCONI Del suo partito non si cura, lui può farne a meno perché è il partito che non può fare a meno di lui. La Lega non lo preoccupa perché lui è un leghista ante-marcia, l'amplificatore del nordismo e del privatismo. Il suo potere è costruito sulla sua capacità di venditore e di comunicatore. Non ha costruito un partito ma un movimento con il nome 'meno male che Silvio c'è'. Quest'uomo è una iattura per il paese perché ne eccita e ne interpreta gli istinti peggiori e la peggiore cultura. Non è il primo e non sarà l'ultimo della sua specie. Quanto a carisma ne ha da vendere. Si merita 10. Purtroppo.
POLVERINI Ha grinta grinta grinta. Innamorata del potere. Pur di averlo passerebbe sul corpo di chiunque e inghiottirebbe qualsiasi rospo. Ha perfino giurato fedeltà a Berlusconi sul palco di piazza San Giovanni in quella grottesca farsa. Starà con chiunque l'aiuti a mantenere e a rafforzare il potere che ha conquistato. Ma la campagna elettorale l'ha condotta bene e merita un 8 e mezzo.
Per equanimità dovremmo anche dare pagelle a qualche intellettuale impegnato, a cominciare naturalmente da me. Ma il discorso sarebbe lungo e poi non sarei obiettivo perché parte in causa. Perciò, almeno per oggi, non facciamone niente.
(08 aprile 2010)
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