mercoledì 28 aprile 2010

Propaganda e bavaglio


27/04/2010

Un'informazione come quella del Cinegiornale Luce: la voce fuori campo che spieghi le meraviglie del nucleare - inquadrati operai operosi alle macchine del progresso - silenzio assoluto invece sulle indagini e sul malaffare, sui corrotti i corruttori e sulle cricche. Fino a 4 anni di carcere e multe in grado di far chiudere i giornali per chi sgarra.

Bavaglio e propaganda, ecco cosa ci aspetta. Sette italiani su dieci davanti alla tv a vedere le strette di mano con Putin, non una parola sulle mafie, su quelli che ridono quando l'Italia crolla e si arricchiscono così.

Il bavaglio è pronto, si comincia ad annodare da oggi. Si toglie la voce ai giornalisti e si taglia il welfare. Ieri la maggioranza ha bocciato le «misure straordinarie per il sostegno del reddito e la tutela di determinate categorie di lavoratori». Che sarebbero state destinate, per esempio, ai dipendenti dell'ex Eutelia: migliaia di lavoratori da mesi senza stipendio, senza neppure la cassa integrazione. Senza lavoro e senza voce.

Questa è l'Italia. Tre letture, oggi, sul nostro giornale a illuminare il quadro economico, politico, sociale. Vincenzo Visco, Rossana Rossanda, Alex Zanotelli.

Visco, in un articolo per il "Cantiere" che abbiamo aperto da settimane, descrive un quadro fitto di dati: l'assenza di un dibattito serio e onesto sulla situazione economica, dice, «è un errore gravissimo che sta compiendo il governo, ma neanche l'opposizione sembra pienamente consapevole della situazione». Negli anni passati abbiamo provveduto a restringere i salari e i costi del lavoro e a sostenere le esportazioni riducendo tasse e contributi. Dobbiamo aiutare (e indurre) le imprese a raggiungere dimensioni accettabili o continuare a sussidiare con decine di miliardi di euro le nostre micro imprese attraverso l'evasione fiscale tollerata e protetta? «Per risolvere problemi che non si riescono ad affrontare da oltre 10 anni - impossibile enunciarli nel clima di violenta e artificiale conflittualità in cui viviamo - non può essere utile perseguire un bipolarismo "temperato", in luogo della contrapposizione violenta e intollerante a cui ci siamo abituati (e di cui il Pd è essenzialmente la vittima designata)?».

Rossanda, in un passaggio dell'intervista: «Non credo a un ritorno al fascismo puro e duro, senza libertà di associazione (e quindi senza elezioni, partiti e sindacati) né di parola (quindi senza stampa). Il limite accettabile per l'Europa a moneta unica è quello della maggioranza attuale - un liberismo socialmente crudele e nazionalmente velleitario. Fini ne fa parte, il trattato europeo gli va benissimo e viceversa, mentre Bossi e Berlusconi fingono di attaccarlo e stanno diventando imbarazzanti». «Dinanzi a una crisi del centrodestra temo che sarebbe terribile, una coalizione tipo Cln con dentro Montezemolo, Casini, Fini e Bersani».

Alex Zanotelli sulle Rosarno d'Italia, infine. «Il razzismo è utilizzato a scopi di propaganda dalle forze politiche di sinistra e di destra. La situazione attuale ha origine nella Turco-Napolitano (1998), che ci ha regalato i Centri di permanenza temporanea, quei lager dove abbiamo rinchiuso gli immigrati. Seguita dalla Bossi-Fini che considero immorale e non-costituzionale, perché non riconosce gli immigrati come soggetti di diritto ma, esclusivamente, come manodopera a basso prezzo da poter rispedire, a tempo debito, al mittente». Da leggere e rileggere, stamani, al sit davanti al Senato per difendere la libera informazione.

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