

Nessuna concessione del rinvio per legittimo impedimento come chiesto da Aldo Brancher. Il pm di Milano, Eugenio Fusco, si oppone alla richiesta del neoministro al Decentramento e, anzi, dice di sentirsi "preso in giro", perché "dalla certificazione del segretario generale della Presidenza del Consiglio non emerge quali deleghe abbia il ministro Brancher, insomma non si sa che ministro è". Il processo è ripreso oggi a Milano, dopo le polemiche sollevate dal ministro per aver chiesto di avvalersi della legge - approvata dal governo pochi mesi fa - per avere il tempo di "riorganizzare il dicastero". Le parole del pm ribadiscono quanto già affermato ieri dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che è intervenuto in merito alla vicenda osservando che un ministero senza portafoglio non ha alcun bisogno di essere riorganizzato.
Nella vicenda Antonveneta, Brancher è imputato di concorso in appropriazione indebita e ricettazione per denaro ricevuto da Gianpaolo Fiorani, un tempo a capo della Banca Popolare di Lodi.
Fusco, quindi, pur sottolineando l'incostituzionalità della legge rispetto agli articoli 3 e 138 della Costituzione, ha spiegato di non voler chiedere la trasmissione degli atti alla Consulta, ma nel caso in cui il giudice Annamaria Gatto decida di rivolgersi alla Consulta, dovrà farsi carico della situazione della coimputata, la moglie di Brancher, Luana Maniezzo. In quel caso, secondo il pm andrebbe stralciata la posizione del ministro per celebrare il processo a sua moglie. E comunque, ha ribadito, "eravamo d'accordo che il processo si sarebbe fatto dal 20 al 31 luglio, prima delle ferie, con sacrificio da parte di tutti, a cominciare da me. E bisogna farlo".
Il pm ha ricordato come il legale di Brancher, Filippo Dinacci, chiedendo il rinvio per legittimo impedimento al 7 ottobre, abbia fatto riferimento a numerosi provvedimenti legislativi, finalizzati alle riforme che vedono impegnato il ministro in prima persona. "Questi, però - ha osservato Fusco - sono lavori parlamentari e proprio per questo si era deciso di fare udienze di sabato, quando queste attività non si svolgono. Non ho detto nulla e non mi sono opposto a due precedenti richieste di legittimo impedimento - ha aggiunto - ma in questo caso non è giustificato. E la verità è che Brancher doveva esserci".
(26 giugno 2010)

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