

di Antonio Padellaro
Giorni fa il “Corriere della sera” interrogandosi sull’ “enigma Brancher” avanzava (cautamente) il sospetto che costui si fosse fatto nominare ministro del nulla solo per sfuggire al processo per appropriazione indebita che sarebbe dovuto iniziare il 26 giugno al Tribunale di Milano. E, infatti, nemmeno una settimana dopo il giuramento nelle mani del capo dello Stato (con applauso finale di tutti i presenti) Brancher ha invocato il suo bel legittimo impedimento. Ovvero l’ultima vergogna escogitata dal capo della Banda Bassotti per mettersi, lui e i suoi fidi, fuori dalla legge. Dunque, del suo processo Brancher se ne potrà sbattere allegramente. Evviva. Possiamo dire che è stato superato, anzi polverizzato, ogni limite di umana decenza? Possiamo chiedere come sia possibile accettare un simile uso sconcio e violento delle istituzioni? Il governo che ci ritroviamo è quello che è, ma che sia diventato il ricettacolo di chi non vuole pagare i conti con la giustizia può essere accettato come se niente fosse? Cosa ne pensa il Presidente della Repubblica che quella nomina ha comunque firmato? Con questo andazzo perché meravigliarsi se il prossimo ministro da nominare si chiamerà Dell’Utri?

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