lunedì 19 luglio 2010

Ancora non basta?


13/07/2010

Che altro deve succedere? "Cesare" - come lo chiamavano nel loro codice Flavio Carboni, Marcello Dell'Utri e soci - sapeva tutto.

«Cesare», cioè Silvio Berlusconi, il capo del governo di questo Paese, sapeva dei ricatti, delle minacce, dei falsi dossier confezionati per screditare candidati non graditi alla Cupola. La scelta del nome il codice è il dettaglio che fa luce sulla scena: Basso impero, scrivemmo molti mesi fa. Qualcosa di peggio. L'imperatore, diceva sua moglie. Nerone, e non più nella versione grottesca di Petrolini.

Una china irreversibile in cui avidità e delirio di onnipotenza trascinano il corpo lacero della democrazia. Cosa serve ancora perché sia chiaro anche a chi lo ha votato che al posto di un governo la maggioranza degli italiani ha eletto un losco, impunito, pericolosissime comitato d'affari che opera nell'illegalità assoluta - criminale, dunque - e che agisce al solo scopo di favorire la sua impunità, appunto, i suoi interessi e quelli delle lobbies di riferimento che in questo caso non sono solo petrolieri e signori delle armi ma, prima ancora e insieme, mafia, 'ndrangheta, camorra.

Cesare sta portando il paese intero ad una condizione terminale di malattia, un cancro in metastasi che non sappiamo più se sia possibile fermare tagliando, togliendo - non basterebbero le dimissioni di una o due delle persone coinvolte, e comunque neanche questo accade.

Ci sarebbe piuttosto da augurarsi, come accade per gli incurabili, una fine rapida, una morte che sia di sollievo. Ma cosa succede se a morire non è una persona ma un sistema di garanzie e di regole, un paese intero, la nostra Repubblica: è ugualmente lecito augurarsi la sua fine senza temere conseguenze imprevedibili? Abbiamo gli anticorpi necessari - e gli strumenti, la forza, la capacità - per gestire all'interno del processo democratico una così drammatica e invasiva crisi di putrefazione del sistema?

Qualche settimana fa questo giornale ha dedicato la copertina a Licio Gelli, "chi si rivede" era il titolo, ed ha per l'ennesima volta raccontato come questa classe politica sia figlia di quel progetto eversivo. Berlusconi-Cesare allora era un giovane affiliato così come molti dei suoi uomini. Abbiamo raccontato a chi ha meno di trent'anni cosa sia stata e cosa sia ancora la P2 senza curarci degli occhi al cielo e dei sospiri di sufficienza di chi ogni volta commisera la nostra ostinazione: "ancora la P2, che noia". Altri si sono mostrati più interessati.

El Pais ci ha chiesto un lungo articolo sul tema, diffuso in Nord e in Sud America; alcune prestigiose università americane ci hanno domandato di incontrare gli studenti e i loro docenti per raccontare questa storia. Oggi alla cricca composta da alcuni sottosegretari di governo, da uomini di Berlusconi condannati per mafia, da faccendieri già attivissimi nei giorni del crac del Banco Ambrosiano oltre che da referenti della camorra e della 'ndrangheta i giornali danno il nome di P3.

E' diversa, questa P3 dalla P2: è come se ne avesse mutuato solo il codice di comportamento - la corruzione, il ricatto, l'uso dei dossier per screditare gli avversari: è una banda che fa i suoi affari, parla in codice e in dialetto, non ha neppure la grandezza criminale di un disegno eversivo. Solo soldi, benefici privati, favori. Non abbiamo più nemmeno i golpisti di una volta.

Cesare ha provato a risolvere il problema come fa sempre: occultandolo. Ecco l'urgenza della legge bavaglio. Non ha fatto in tempo, e di nuovo minaccia.

2 commenti:

Francy274 ha detto...

Brava Concita! Finalmente qualcuno che parla come voglio io!!
O adesso o mai più, e speriamo che altri giornalisti seguano il Suo esempio prima che sia davvero troppo tardi, prima che il "diabolico decreto" passi, altrimenti quel salto che gli italiani fecero nel 1994 : "dalla padella nella brace", si tramuterà nell'incandescente lava vulcanica.
Sarebbe ora che Santoro facesse un'altra "RAI per una notte estiva" per delucidare meglio gli italiani sul significato dell'arresto di Carboni, ma che fa? dorme?

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

FRANCESCA, NESSUNO HA LA RICETTA IN TASCA, ANCHE CONCHITA DE GREGORIO SI RIVOLGE AI LETTORI E PER IL LORO TRAMITE AGLI ITALIANI. SOLO CHE, TRANNE NOI, NESSUNO SEMBRA PIU' CAPACE DI INDIGNARSI, NON C'E' UNO SCATTO DI ORGOGLIO NAZIONALE.
LEGGI IL FONDO DI EUGENIO SCALFARI, E' IN QUESTA PAGINA, FA CAPIRE TANTE COSA MA NON HA NEMMENO LUI LA RICETTA.
NESSUNO SA COME FAR CROLLARE IL PDL DALL'ESTERNO, ALCUNI DICONO PER VIA POLITICA (SCALFARI) ALTRI CON UNA OPPOSIZIONE INTRANSIGENTE (COME IDV E IL FATTO QUOTIDIANO).
L'UNICA SPERANZA E' CHE IMPLODA ADESSO, A PRIMAVERA PROSSIMA GIA' E' TROPPO TARDI.
SANTORO STA ALLE PRESE CON UNA RAI BERLUSCONIZZATA E STA LOTTANDO COME UN LEONE, MA UN'ALTRA TRASMISSIONE "RAI PER UNA NOTTE ESTIVA" COSTA.
ANNOZERO PER ME E' CONDANNATO, SALVO CHE SANTORO NON EMIGRI SU LA7.