mercoledì 14 luglio 2010

Cosentino si dimette dal governo "Nessun dossier, Fini vuole potere"


Alla fine la decisione è stata presa: Nicola Cosentino si è dimesso dalla carica di sottosegretario all’Economia. Decisione presa nel corso dell’incontro con il premier Silvio Berlusconi, che dunque si è convinto che quella delle dimissioni dal governo e non da coordinatore del partito in Campania era l’unica strada per disinnescare la mina della mozione di sfiducia che mercoledì sarebbe stata posta in votazione alla Camera.

Le voci di dimissioni erano state alimentate in giornata anche dal leader della Lega Umberto Bossi che, interpellato dai giornalisti, ha parlato di ipotesi «possibile» per poi fare dietrofront e negare di aver mai parlato del caso. Sulla mossa di Cosentino di certo è pesata la decisione, presa questa mattina da Gianfranco Fini, di mettere in calendario per il 21 luglio la mozione di sfiducia nei suoi confronti. È toccato proprio a Fini assumere la decisione finale sulla calendarizzazione in assenza di un accordo nella capigruppo: scelta che aveva scatenato le reazioni furiose di Pdl e Lega e che ha aperto l’ennesima falla nella maggioranza. Visto anche che i finiani ieri hanno annunciato di essere pronti a votare a favore della sfiducia.

Cosentino ha annunciato le sue dimissioni con un comunicato nel quale si difende dalle accuse, nega di aver fatto dossieraggio nei confronti del governatore Caldoro, attacca il presidente Fini e spiega di volersi dedicare alla vita del Pdl in Campania per fermare le manovre «interne ed esterne». «In relazione alle vicende recentemente apparse - afferma Cosentino - riguardanti alcuni episodi accaduti durante la campagna elettorale per le elezioni regionali della Campania, alcuni rappresentanti dell’opposizione hanno ritenuto di poter presentare una strumentale ed infondata mozione di sfiducia che già di per se non potrebbe che apparire irricevibile. Queste mozioni sono soltanto le ultime di una lunga serie che hanno connotazioni chiaramente persecutorie e che tentano di colpire politicamente tutto ciò che con grande lavoro e con oggettivo successo ho potuto costruire proprio in Campania consentendo al centro destra di ottenere risultati mai sperati prima».

Poi l'attacco a Fini: «Il presidente della Camera con solerzia degna di miglior causa, dopo che già per due volte proprio alla Camera dei Deputati analoghe mozioni erano state votate e respinte con larga maggioranza, così come anche una al Senato, ha ritenuto di volerle calendarizzare in tempi brevissimi basandosi quindi soltanto su indimostrate e inconsistenti notizie di stampa. Tale atteggiamento ben si comprende ove si conoscano le dinamiche politiche in Campania e coloro che sono i più stretti collaboratori dell’On. Fini, quale l’On. Bocchino che da anni, senza successo, tenta di incidere sul territorio non già per interessi del partito bensì per mere ragioni di potere personale e che alla prova elettorale è sempre stato sconfitto. È risibile che l’On. Fini voglia far passare le sue decisioni come se derivassero da una sorta di tensione morale verso la legalità quando si tratta soltanto di un tentativo, anche assai scoperto, di ottenere il potere nel partito tramite l’On. Bocchino».

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

LA FACCIA DI BR0NZO E' QUALCOSA CHE DI CERTO NON FA DIFETTO NELL'ITALIA D'OGGI.
SPERIAMO CHE ADESSO SI INNESCHI FINALMENTE LA VALANGA CHE SPAZZI VIA TUTTA LA DELINQUENZA CHE SI ANNIDA NELLE ISTITUZIONI.
O ADESSO MAI PIU'!