lunedì 26 luglio 2010

Italia dei Valori, pressing sui finiani


DONADI (IDV): “UN GOVERNO DI UN ANNO PER BONIFICARE IL PAESE”. MA DELLA VEDOVA: “NON HA NESSUN SENSO”

di Marco Palombi

"Un governo di scopo che duri sei mesi o un anno con l’obiettivo di bonificare la Rai, fare la legge sul conflitto d’interessi, riformare il sistema elettorale e, ovviamente, prendere quei provvedimenti necessari ad affrontare la crisi economica”. Massimo Donadi spiega così, parlando col Fatto, la proposta avanzata ieri da Antonio Di Pietro: “È giunta l’ora di dividere il campo in due – ha detto l’ex pm – da un lato il partito dell’illegalità a struttura e vertice piduista, dall’altro quella della legalità. Il mio è un invito a Bersani e Fini: facciamo una coalizione nuova”. Non si tratta di dare un “nuovo assetto alla politica italiana”, insiste il capogruppo di Idv alla Camera, né delle famigerate larghe intese: “La proposta di Casini, ripresa dal Pd con l’unico distinguo del no a Berlusconi , è fatta per portare a termine la legislatura ed è aperta a tutto il PdL, mentre noi siamo interessati ad un’intesa tecnica e breve solo con quella piccola parte della maggioranza che in questi mesi s’è risvegliata sulla legalità”. Quanto alla Lega, “davanti ad una drammatica questione morale, ha scelto di fare come le tre scimmiette: non vede, non sente e non parla. Non sappiamo proprio che farcene”.

LA RISPOSTA del Pd, per il momento, è abbastanza tiepida. Pier Luigi Bersani ha scelto di far parlare il capo della sua segreteria, Filippo Penati: “Più che tempo di alleanze è necessario uno sforzo comune in Parlamento”. Quell’ala della maggioranza che ha a cuore l’etica pubblica, è l’invito del Pd, “non accetti vincoli di maggioranza su temi come legalità e democrazia per i quali deve valere la libertà di coscienza”.

Un po’ poco per Italia dei Valori: “Di fronte ad una degenerazione morale senza precedenti – sostiene Donadi – il riscontro in sede parlamentare che chiede il Pd può servire solo a migliorare qua e là qualche legge, non certo a superare questa fase politica”. Certo, “una prima convergenza potrebbe avvenire tra poco su alcuni passaggi parlamentari”. Non è detto, conclude il dirigente di IdV, che “i tempi siano maturi da subito, ma mi limito a notare che ciò che solo qualche mese fa sembrava irrealizzabile oggi è un normale argomento di dibattito”. Il problema dei tempi sembra aleggiare anche nelle parole della deputata finiana Angela Napoli. Si può parlare di legalità nel partito di Berlusconi e Verdini? Le chiediamo. “Guardi, me lo contestano tutti i giorni – risponde – ma io sostengo che una battaglia dall’interno sia più difficile ma più fruttuosa. E poi uscire adesso dal Pdl per andare dove? Non è il momento idoneo, i Verdini e compagni rimarrebbero al loro posto, senza contare che tutti i partiti hanno i loro Verdini”. Quanto all’invito di Di Pietro, “io penso che non servono le nuove coalizioni – ci spiega - ma le azioni e il rispetto del principio di legalità in ogni partito. Potremmo dire che su questo tema si dovrebbe coalizzare l’intero Parlamento”.

UN RIFIUTO netto all’ex magistrato arriva da Benedetto Della Vedova, uno degli uomini più vicini a Fini: “Non ha nessun senso, sarebbe solo un ulteriore elemento di anomalia nella politica italiana col risultato di diluire all’infinito questa lunga fase di eccezionalità”. Insomma “serve un’etica civile condivisa , che poi è l’appartenenza ai valori costituzionali, non certo una nuova coalizione”. Niente “partitone antiberlusconiano”, dunque, ma nessuna sottostima di quanto sta accadendo: “Io non sottovaluto affatto, anzi mi fa proprio incazzare quello che leggo sui giornali e lo dico pensando che al processo il reato associativo della cosiddetta P3 evaporerà in un attimo. Quello che vorrei dire ai miei colleghi del PdL è che confondono il perimetro penale col giudizio politico: se uno non è condannato in terzo grado allora va tutto bene, ma la responsabilità pubblica è assai più ampia di ciò che costituisce reato”. Intanto ieri l’ala berlusconiana del Pdl ha avviato una sorta di pubblico processo a Granata per le sue posizioni sulle stragi di mafia. Il miglior alleato della “nuova coalizione” potrebbe essere l’insofferenza al dissenso del Cavaliere.

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