

Questa mattina ho letto i giornali e mi sono cadute le braccia. Oh no! Mi sono detto. Il virus del "lobbismo piduista" sta infettando anche la magistratura. Se adesso ci si mettono anche i magistrati a trescare con
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E' successo che un bel giorno di quest'anno (ripeto quest'anno, mica del secolo scorso) si sono riuniti intorno ad un tavolo: il condannato in Appello per mafia Marcello Dell'Utri, il faccendiere piduista Flavio Carboni, al centro di mille misteri, l'indagato Denis Verdini (il padrone del tavolo), personaggi del calibro dell’imprenditore Arcangelo Martino e del giudice tributarista Pasquale Lombardi, ora arrestati ed inoltre, udite udite, il capo degli ispettori del ministero della Giustizia, Arcibaldo Miller e, addirittura, il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo (entrambi, questi ultimi, magistrati di lungo corso che, proprio per la loro esperienza e preparazione, non potevano non sapere con chi si incontravano e perché erano stati invitati a quell’incontro carbonaro a casa del coordinatore del Popolo della libertà on.le Verdini).
Fra i temi dell’incontro, secondo quanto riportato nell’ordinanza di misura cautelare emessa di giudici di Roma a carico di tre dei commensali (Carboni, Martino e Lombardi), ci sarebbe stato anche il tentativo di pianificare specifici interventi sulla Corte Costituzionale, sul Csm e su vari giudici e Autorità per condizionarne le decisioni e le determinazioni.
Non sappiamo cosa ci sia di vero in tutto ciò, né possiamo dire ora se le attività poste in essere dagli indagati (fra i quali è bene precisare che non risultano ci siano Miller o Caliendo), possano configurare specifici reati ma è certo che l’ordinanza di misura cautelare ha contestato agli arrestati il reato di partecipazione ad una associazione a delinquere di tipo segreto (ovvero quel famigerato reato previsto dopo lo scandalo della Loggia P2 di Licio Gelli), associazione che, secondo i giudici, era ed è “volta a condizionare il funzionamento degli organismi costituzionali e di rilevanza costituzionale” (così espressamente recita il provvedimento di cattura).
Non è uno scherzo: sembra proprio che gli arrestati (e gli altri indagati, tra i quali lo stesso coordinatore del Pdl Verdini), si siano adoperati per tentare di convincere alcuni componenti della Corte Costituzionale a dichiarare legittimo il Lodo Alfano (quello che avrebbe consentito a Berlusconi di non farsi processare), ad intervenire presso il Tar della Lombardia per riammettere la lista Formigoni alle ultime elezioni regionali, a tentare di influire sul Csm per favorire la nomina dell’attuale Presidente della Corte di Appello di Milano, Alfonso Marra, a sollecitare ispezioni ministeriali nei confronti di giudici recalcitranti, ad intercedere presso il Presidente della Corte di Cassazione, Carbone, a favorire un dossieraggio infamante nei confronti del candidato alla Presidenza della Regione Campania, Caldoro (per ripicca essendo egli stato favorito al loro referente Cosentino, l’attuale sottosegretario peraltro colpito pure lui da ordinanza di misura cautelare per aver favorito la camorra), e così via... Insomma, se tutto ciò fosse vero, esisterebbe nel nostro Paese una ben oliata “armata segreta e criminale” che vuole ribaltare l’ordine democratico della nostra malaticcia Repubblica.
Il guaio è che ora questa armata vuole attirare a sé con i propri tentacoli corruttivi anche altissime personalità dello Stato, che per definizione dovrebbero essere al di sopra di ogni sospetto. Il sistema rischia la metastasi e il virus sta infettando anche la magistratura e gli organi di garanzia. E' un virus che parte dal progetto della P2 e che intende condizionare i sistemi decisori. Nel Governo è rappresentato direttamente da Silvio Berlusconi, tessera numero 1816, che sta facendo di tutto per mettere il bavaglio alla stampa e legare le mani alla magistratura. Ma, purtroppo, questo virus sta tracimando dagli stessi ambiti della P2 e sta tentando di avvolgere nei propri tentacoli
A questo punto bisogna decidere, non si può più stare a guardare, come Ponzio Pilato: o si agisce o si abbandona definitivamente il campo. E noi vogliamo agire. Lo dobbiamo a noi, alla nostra storia personale, al nostro Paese, ai nostri padri e ai nostri figli.
Chiediamo, da subito, che i magistrati vengano lasciati in pace a portare avanti le loro indagini, senza interferenze, delegittimazioni ed intimidazioni.
Chiediamo che costoro siano muniti degli strumenti necessari, come ad esempio la possibilità di poter continuare ad utilizzare le intercettazioni telefoniche per cercare le prove dei reati e i complici.
Chiediamo l’istituzione di una nuova Commissione Anselmi, come era stato fatto ai tempi della P2 (anche perché molti dei nomi che oggi abbiamo letto sui giornali erano presenti anche negli elenchi di quella loggia massonica).
Chiediamo che il Governo riferisca immediatamente in Parlamento su quanto avvenuto e che ci sia un dibattito pubblico e videotrasmesso in Aula.
Chiediamo che finalmente il Presidente del Consiglio Berlusconi dica la ragione vera per cui egli all’epoca si iscrisse alla P2 ed ora si avvale di collaboratori che ripropongono le stesse metodologie piduiste per inquinare la vita democratica del Paese.

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