


Nota del Quirinale per smentire “Il Giornale” sulla proposta Ceccanti
di Eduardo Di Blasi
Con una nota ufficiale, ieri mattina,
Continua infatti: “Il quotidiano Il Giornale – dopo che già ieri Il Fatto Quotidiano era intervenuto ambiguamente sull’argomento – ha tratto spunto da tale vicenda parlamentare per un sensazionalistico titolo e articolo di prima pagina, destituiti di qualsiasi fondamento, la cui natura ridicolmente ma provocatoriamente calunniosa nei confronti del presidente della Repubblica non può essere dissimulata da qualche accorgimento ipocrita:
Il Fatto Quotidiano si era d’altronde limitato ad una cronaca che faceva parlare i protagonisti parlamentari della vicenda, teneva conto della precisazione del Colle (il quale ribadiva di non essere a conoscenza dell’emendamento presentato al Senato), ma non si sottraeva alla domanda che, una volta venuta alla luce la notizia, appariva naturale: perché il Pd (o il singolo senatore Ceccanti, stando all’evoluzione della vicenda) si era mosso per dare sette anni di impunità a chi fosse nominato presidente della Repubblica?
Il costituzionalista del Pd, primo firmatario dell’emendamento, aveva argomentato, sul nostro come su altri giornali, che il ruolo della minoranza, anche su un provvedimento a dir poco controverso come il Lodo Alfano “costituzionalizzato”, poteva essere quello di “limitare il danno”, presentando anche emendamenti migliorativi del provvedimento in discussione. E ritiene che quello presentato, con l’improcessabilità del presidente della Repubblica, andava in questa direzione.
Ribatteva il direttore de Il Fatto Antonio Padellaro: “Come è possibile ‘limitare il danno’ quando il danno inferto alla Costituzione, all’etica pubblica, al decoro di un Paese, alla dignità dei cittadini, è di portata incommensurabile?”, come si può pensare di “limitare il danno” “modificando qualche parolina agli editti del premier-padrone?”. Non c’è stato molto tempo per dibatterne, perché, reso noto il provvedimento, lo stesso gruppo del Pd al Senato ha provveduto a farlo ritirare in quanto non concordato con il gruppo.
Non senza ulteriori strascichi. Ieri, ad esempio, prima dell’inizio della seduta del Consiglio Supremo di Difesa al Quirinale, il premier Berlusconi si è dovuto scusare con il Capo dello Stato per la posizione del Giornale di proprietà del fratello, ribadendo quanto va dicendo ogni volta che il quotidiano di Feltri prende di mira avversari veri o presunti del Cavaliere: “Per me Il Giornale è un problema”.
A difendersi resta dunque il solo Feltri che commenta la nota del Colle con un “noi ci siamo limitati a chiosare la notizia, quindi Napolitano dovrebbe chiedere spiegazioni a coloro i quali hanno presentato l’emendamento e l’hanno ritirato subito dopo che Il Fatto Quotidiano ha reso nota la vicenda”. Mentre il Pdl pensa bene di non commentare una vicenda che metterebbe in imbarazzo anche premier e ministri in quanto con il Lodo Alfano riceverebbero uno scudo uguale per la durata della carica, sono i massimi esponenti democratici a esprimere solidarietà al Colle. La presidente del gruppo al Senato Anna Finocchiaro detta la nota più dura definendo “inaccettabile e ingiustificato” l’attacco mosso dal Giornale a Napolitano, e precisando: “Non può essere in discussione in alcun modo la rettitudine morale, politica e istituzionale di Giorgio Napolitano”.

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