Wolfgang Amadeus Mozart: Symphony No. 40 in G minor, K.550 / Trevor Pinnock, conductor · Berliner Philharmoniker / Recorded at the Berlin Philharmonie, 10 October 2008.
sabato 31 luglio 2010
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Diario di politica, attualità, scienze, storia, curiosità
5 commenti:
La sinfonia in Sol minore n. 40 K 550 di Wolfgang Amadeus Mozart vide la luce insieme alle sinfonie n. 39 in Mi bemolle (K 543) e n. 41 in Do maggiore (K 551 nota come Jupiter) nell'estate del 1788, ed è forse l'opera più celebre di Mozart, nota anche ai non intenditori di musica classica.
Mozart visse in quel periodo tre mesi dolorosi - soprattutto a causa della scomparsa del padre - che lo portarono a creare tre fra i suoi capolavori. Questa sinfonia chiude, di fatto, l'esperienza del salisburghese in ambito sinfonico.
Si tratta della sinfonia più nota di Mozart; nell'immaginario collettivo è, insieme alla quinta di Ludwig van Beethoven, la sinfonia per antonomasia. Robert Schumann arriverà ad accostarla ai criteri ideali della bellezza greca.
Questa sinfonia, originariamente considerata come esempio di grazia e leggerezza - forse confondendo la semplicità con cui vi si sviluppano e susseguono le varie melodie - ci appare oggi come fortemente introspettiva e di alto contenuto drammatico.
Il minuetto è un esempio di questa drammaticità ed anticipa quelle atmosfere romantiche che ritroveremo in Beethoven e che qui appaiono trattenute, quasi nascoste.
Il musicologo tedesco Alfred Einstein descrivendo gli svolgimenti armonici della sinfonia usa queste parole: "sono come dei tuffi negli abissi dell'anima, simbolizzati in modulazioni tanto audaci che i contemporanei di Mozart non devono essere stati in grado di seguirli e tanto sublimi che soltanto Mozart stesso poté riportarli su di un livello terreno" (da Mozart. Il carattere e l'opera, trad. Ricordi Milano 1951)
perchè stai singhiozzando?mi hai messo curiosità addosso ...ciao Marianna
No, non è vero, non sto singhiozzando, era solo un innocente gioco di parole.
Però questi commenti dovresti farli sul tuo post, così mi oriento meglio, ho poca memoria.
Buona prosecuzione di vacanze.
Che meraviglia.. è un tuffo negli abissi dell'anima.. non c'è altra migliore definizione.
Hai notato come nel dolore fuoriescono le opere più belle, mentre nella serenità noiose melasse??
Strano che la massima resa dell'estro viene fuori quando l'anima è straziata, ne esce fuori la meraviglia umana.. sarà che il dolore ci rende meno egoisti?
Si, ho notato.
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