lunedì 2 agosto 2010

Michele Vietti è il nuovo vicepresidente "Recuperare prestigio dopo gli scandali"


Michele Vietti è il nuovo vicepresidente del Csm. L'ex presidente vicario dell'Udc alla Camera, 56 anni, piemontese, avvocato ed ex sottosegretario alla Giustizia, è stato eletto a Palazzo dei Marescialli con 24 voti su 26 (due le schede bianche). Presente il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha presieduto la seduta e, secondo consuetudine, non ha votato.

Nel suo discorso d'insediamento, Vietti ha sottolineato l'esigenza del Csm, scosso "dai recenti scandali" (evidente riferimento alla cosiddetta P3), di "riguadagnare prestigio e consenso" con "rigore e serietà", recuperando il bene prezioso della "credibilità, imparzialità e terzietà della magistratura".

Vietti ha quindi invitato il Csm a mettere fine alla "contrapposizione tra politica e giustizia", un astratto dualismo di cui liberarsi "avendo di mira l'efficienza del funzionamento della giustizia, con particolare riguardo alla durata dei processi". Per la soluzione dello scontro il neo vicepresidente del Csm ha garantito il suo impegno, "perché la funzione giurisdizionale sia al riparo da recriminazioni e scontri con la politica, in un corretto equilibrio costituzionale".

Vietti ha infine ringraziato anche chi non lo ha votato, sottolineando come l'ampia convergenza sul suo nome nasca dalla volontà di dare un "segnale" che conferisca "a questa investitura autorevolezza e forza nei rapporti interni ed esterni al Csm".

Dopo l'elezione di Vietti, il presidente della Repubblica ha espresso soddisfazione per la capacità del Csm di eleggere quasi all'unanimità il proprio vicepresidente e ha auspicato che la nuova consiliatura sappia affrontare con la dovuta decisione la questione dei controlli sulla professionalità dei magistrati. In particolare, con un nuovo, indiretto ma chiaro riferimento al caso P3, Napolitano ha detto che l'impegno formativo dei giovani "a poco varrebbe se non si accompagnasse a effettivi controlli di professionalità".

Napolitano ha salutato Vietti come il "vicepresidente di tutti" e parlando al plenum del Csm si è inoltre detto persuaso del fatto che il nuovo consiglio "saprà affrontare con obiettività e concretezza anche le questioni più complesse che di volta in volta saranno sottoposte, così da pervenire a soluzioni adeguate attraverso un confronto sereno non inficiato da rigide contrapposizioni".

Assicurando la sua piena disponibilità a "seguire con scrupolosa attenzione" l'attività del Csm e a contribuire ad essa "anche attraverso richiami e sollecitazioni" quando necessario, il capo dello Stato ha infine raccomandato "il più stretto e leale rapporto di collaborazione con il Ministro della giustizia, un conferimento degli incarichi tempestivo che non si presti alle ricorrenti polemiche sul condizionamento di visioni correntizie, uno sguardo attento agli appelli organizzativi della giustizia, escludendo che si debba richiedere tutto a modifiche normative o a nuove risorse finanziarie".

Schifani: "Garanzia di equlibrio". Il presidente del Senato, Renato Schifani, si è detto certo "che il grande equilibrio di Michele Vietti, frutto della sua storia professionale e politica, costituirà elemento di forte garanzia per la guida di un Csm autorevole ed imparziale".

Casini: "Emozione e orgoglio". Il leader Udc Pier Ferdinando Casini, invece, ha voluto esprimere l'emozione e l'orgoglio per "la nomina di Michele Vietti, con cui ho condiviso la responsabilità di guidare i deputati dell'Unione di Centro in Parlamento". "Speriamo - ha auspicato Casini - che egli possa contribuire, anche per l'ampio consenso ricevuto, ad aprire una pagina nuova nel rapporto tra il potere legislativo e l'ordine giudiziario".

De Magistris: "Vietti, pagina buia". Di tono ben diverso le dichiarazioni di Luigi De Magistris dell'Idv, secondo cui si tratta di una "pagina buia" per il Csm. "Era necessario un segnale di forte discontinuità vista la piena emergenza morale portata alla luce dall'inchiesta sulla P3 - premette l'eurodeputato - invece è stato inviato agli italiani un messaggio di continuità con quel collateralismo politico e quella correntocrazia che hanno caratterizzato la storia, anche recente, dell'organo di autogoverno dei magistrati". Una scelta di "casta", per De Magistris, che ricorda come Vietti abbia dato "la paternità a leggi vergogna come la depenalizzazione del falso in bilancio o il legittimo impedimento" oltre ad aver partecipato "all'affossamento della legge contro l'omofobia".

(02 agosto 2010)

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