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L’autodifesa di Fini passa da un video: mi dimetto se la casa è di Tulliani, stop a chi alimenta tutto questo. E ripartiamo
di Eduardo Di Blasi
“Con le insinuazioni, con le calunnie, con i dossier, con la politica ridotta ad una lotta senza esclusione di colpi per eliminare l’avversario si distrugge la democrazia. Si mette a repentaglio il futuro della libertà. Chi ha irresponsabilmente alimentato questo gioco al massacro si fermi, fermiamoci tutti prima che sia troppo tardi. Fermiamoci pensando al futuro del Paese. Riprendiamo il confronto: duro, come è giusto che sia, ma civile e corretto”. Il Presidente della Camera Gianfranco Fini prova a tornare a parlare di politica. Da Youtube, alle sette di sera, in coda ad una lunga giustificazione su chi sia il proprietario della società off shore padrona dell’ormai famosa casa di Rue Princesse Charlotte a Montecarlo, il co-fondatore messo alla porta dal Pdl alla fine dello scorso luglio, prova ad usare l’unico strumento che ha: la politica. Mette avanti la sua storia, i 27 anni in parlamento senza l’ombra di un avviso di garanzia, il suo non possedere ville, case o barche intestate a società off shore (e chi vuole capire, capisca).
La difesa di un ingenuo
MA È SULLA questione tutta immobiliare che l’autodifesa non ha la forza necessaria per convincere: “Come ho già avuto modo di chiarire, solo dopo la vendita ho saputo che in quella casa viveva il signor Giancarlo Tulliani. Il fatto mi ha provocato un’arrabbiatura colossale, anche se egli mi ha detto che pagava un regolare contratto d’affitto e che aveva sostenuto le spese di ristrutturazione”, afferma. La difesa di chi non è al corrente dei fatti è sempre difficile da sostenere: “Certo - aggiunge Fini - anche io mi chiedo, e ne ho pieno diritto visto il putiferio che mi è stato scatenato addosso, chi è il vero proprietario della casa di Montecarlo? È Giancarlo Tulliani, come tanti pensano? Non lo so. Gliel’ho chiesto con insistenza: egli ha sempre negato con forza, pubblicamente e in privato. Restano i dubbi? Certamente, anche a me”. E allora come se ne esce se neanche il principale oggetto della campagna di stampa è convinto di quello che afferma? “Se dovesse emergere con certezza che Tulliani è il proprietario e che la mia buona fede è stata tradita, non esiterei a lasciare la Presidenza della Camera. Non per personali responsabilità - che non ci sono - bensì perchè la mia etica pubblica me lo imporrebbe”. È l’unica carta che può giocare a questo punto della partita. Èd è una carta certo più debole di quella lanciata alle telecamere del tg di Mentana, una ventina di giorni fa, quando disse: “È una vicenda che quando sarà chiara farà ridere. Io non ho nulla da temere e nulla da nascondere”. Certo, ribadisce, non è questione che coinvolge “l’amministrazione della cosa pubblica”.
Spioni di casa nostra
COSA È CAMBIATO, a parte un’agitarsi di carte, di intrighi o di dossier? Nulla, sembrerebbe. Perché il teatrino che è stato messo in piedi per annunciare la “prova regina”, messo in fila dal Presidente della Camera alla categoria “campagna di illazioni, insinuazioni, calunnie propalate da giornali di centro-destra e alimentate da personaggi torbidi e squalificati” (non ai servizi segreti che difende, assieme ai loro responsabili, Gianni Letta e Gianni De Gennaro), sembra realmente un “giallo di terz’ordine”. Siti “dominicani” che pubblicano “la lettera di un Ministro di Santa Lucia, diffusa da un giornalista ecuadoregno, rilanciata in Italia da un sito di gossip a seguito delle improbabili segnalazioni di attenti lettori”. Attacca “faccendieri professionisti, a spasso nel Centro America da settimane (a proposito, chi paga le spese?) per trovare la prova regina della mia presunta colpa”, o al ministro di un Paese che vive con le società offshore che si preoccupa di informare il proprio governo della compravendita di un appartamento di cinquanta metri quadri a Montecarlo.
Perchè su questo, sui giornali usati come un “manganello” per distruggere l’avversario politico, che Fini può combattere la sua battaglia chiedendo che la politica esca da questo crepuscolo. Proprio per questo esordisce alle sette di sera: “Da qualche tempo lo spettacolo offerto dalla politica è semplicemente deprimente”. Non è un caso che l’audiomessaggio che ieri il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha rilanciato attraverso il sito internet dei “Promotori della Libertà”, iniziasse da una simile considerazione: “In questi giorni l’immagine che dà di sè la politica è un vero disastro, è molto peggio del teatrino di sempre, del teatrino delle chiacchiere, degli insulti, delle falsità...”. È anche per questo che Fini può rilanciare il proprio profilo di responsabilità: “Gli italiani - conclude - si attendono che la legislatura continui per affrontare i problemi e rendere migliore la loro vita. Mi auguro che tutti, a partire dal Presidente del Consiglio, siano dello stesso avviso. Se così non sarà gli italiani sapranno giudicare. E per quel che mi riguarda ho certamente la coscienza a posto”. Nonostante i dossier, i faccendieri, le società off shore, le calunnie, i giornali, il tentativo di distruggere l’avversario, il metodo Boffo e le minacce, la legislatura può anche continuare. Gianfranco Fini non sembra volersi prendere la responsabilità di staccare la spina.
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