

Alla vigilia dell'attesissimo intervento di domani a Mirabello, il presidente della Camera Gianfranco Fini è intervenuto alla festa dell'Api a Labro preparando il terreno: "E' indispensabile - ha detto - specie nei momenti convulsi, complicati, quando sembra si perda la bussola del comune agire, avere ben chiaro che, nel dibattito politico, non ci può essere la categoria del nemico. Nel dibattito ci può essere l'avversario. L'idea di nemico evoca l'idea della distruzione, l'avversario è colui che puoi battere e che ti può battere". "Il nemico - ha precisato - evoca lo scontro e la distruzione. L'avversario ti può battere e tu lo puoi battare, ma all'interno di regole e di idealità".
"La politica deve essere qualcosa di diverso dalla schermaglia da campagna elettorale. Avere una concezione che va al di là del confronto significa mettere nella società l'antidoto alla sfiducia", ha aggiunto il presidente della Camera. "L'impegno politico è l'unico antidoto alla crisi della democrazia, di cui si cominciano ad avvisare alcuni segnali, a partire dal venir meno dell'impegno dei più giovani". Per ribadire il concetto, Fini ha sottolineato che "la politica non è e non deve essere solo la gestione del presente, ma capacità di immaginare il futuro. E questo passa anche attraverso il rispetto". ''E' necessario un serio lavoro di confronto tra le varie culture politiche - ha concluso - per individuare ciò che unisce e non solo per fare a gara su ciò che divide, perchè l'impressione è che, caduto un muro, se ne alza un altro per non risolvere i problemi".
Il presidente della Camera è stato accolto dagli applausi ma qua e là sono apparsi - e subito scomparsi - i cartelli "Fini sei come Di Pietro" e "Fini traditore". L'intervento dal palco è comunque stato applaudito ben sei volte, nonostante la platea fosse per lo più composta da militanti di centrosinistra. L'incontro ha anche lasciato spazio a una breve contestazione: "Ti ho seguito per anni - ha apostrofato una signora - ma adesso ci hai traditi". Il presidente della Camera non ha lasciato correre e, rivolgendosi alla donna, ha replicato: "Macchè traditi, macchè traditi". Un altro cittadino si è rivolto a Fini mentre entrava in macchina per dirgli "Vinceremo". Il leader di Fli lo ha salutato con un buffetto sulla guancia.
Intanto, il paese di tremila abitanti di Mirabello si prepara a diventare, per un giorno, la capitale della politica italiana. Il problema che attanaglia gli organizzatori non è come riempire la festa ed assicurare una platea degna all'attesissimo discorso di domani di Gianfranco Fini, ma come gestire le migliaia di persone (se ne attendono diecimila) che arriveranno per ascoltarlo.
(04 settembre 2010)

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