
AMEDEO
A Mirabello è andato in scena «il festival delle ipocrisie e delle chiacchiere da Prima Repubblica». Ieri sera Berlusconi ha sentito Bossi al telefono (i due si vedranno oggi ad Arcore) per commentare il discorso di Fini. Le loro valutazioni coincidono: non ci sarà nessun nuovo patto di legislatura con Fini, ma una verifica parlamentare sull’esistenza di una maggioranza su 5 punti programmatici. «Una verifica - spiega il capogruppo Pdl Cicchitto - che verrà fatta innanzitutto tra i finiani, tra quelli che voglio tener fede al mandato popolare e coloro che pensano a un altro scenario politico senza Berlusconi».
L’intervento del presidente della Camera è considerato una sponda all’opposizione e alla magistratura, un attacco durissimo al governo e all’alleanza tra Pdl e Lega. E tutto ciò non potrà rimanere senza conseguenze. Nell’arco di due mesi dovrà essere chiaro, anche con il Quirinale, se si andrà ad elezioni anticipate in primavera o se ci sono le condizioni per proseguire la legislatura. «Non consentirò a Fini di utilizzare la sua visibilità istituzionale per logorarmi, farsi propaganda e mettere radici al suo partitino», ha spiegato il premier per il quale non esiste un altro centrodestra al di fuori di quello attuale. Un altro centrodestra che Fini ha teorizzato come un ritorno alle origini o un’altra storia, demolendo la figura del Cavaliere, sfregiando la sua immagine.
«E in tutto questo tempo lui dov’era? Era un desaparecido negli ultimi 15 anni? Viveva sulla luna? Troppo comodo prendersi tutti i meriti e gettare fango sugli altri», ha sostenuto Berlusconi. Fini fa «il furbo»: «Ha paura del voto, prende tempo e intanto mi azzoppa. Il federalismo è quello che è stato concordato con Bossi, non esistono altre ipotesi». Il presidente del Consiglio non accetta di farsi dettare l’agenda dal rivale e non crede che Fini voglia veramente trovare un’intesa sul processo breve. Per Berlusconi non verrà lasciato spazio al gioco delle tre carte: finge di sostenere il governo per organizzare le sue truppe e quelle dei suoi potenziali alleati del futuro, da Casini a Rutelli a Bersani che tramerebbero per un esecutivo tecnico, con la sponda del Colle.
Altro che nuovo patto di legislatura: se si aprisse il capitolo della verifica di programma, verrebbe smontata l’architrave dell’alleanza con
Un «ipocrita», appunto, «un professionista della politica» che cambia le carte in tavola. Ma non può continuare a farlo sedendo sullo scranno più alto di Montecitorio. «Fini - puntualizza infatti Cicchitto - dovrà riflettere sulla congruità di essere leader di una formazione politica con il suo ruolo di presidente della Camera». La sensazione netta dei berlusconiani è che si sia aperta l’autostrada delle urne. «Il discorso di Fini - osserva Osvaldo Napoli - ha indicato un orizzonte ben chiaro: il voto anticipato. In sostanza ha invitato Berlusconi a passare sotto le forche caudine di Futuro e libertà. Anzi, a vivere sotto le forche caudine di una verifica permanente e ininterrotta. Insomma, il governo dovrebbe mettersi agiatamente sulla graticola e farsi cuocere lentamente. Il patto di legislatura cui ha alluso Fini assomiglia tanto a un coltello puntato alla gola».
Tra le tante cose che hanno dato fastidio agli uomini del premier sono stati i commenti entusiastici arrivati dall’opposizione. Del resto, afferma Mario Valducci, quello di Mirabello è «un discorso da opposizione. E’ da oppositore accusare il governo di alcuni provvedimenti e non riconoscere alcun merito alla sua azione. Con queste premesse - sottolinea Valducci - risulta difficile prevedere un patto di legislatura che realizzi i cinque punti». E’ da oppositore demolire la figura Berlusconi come ha fatto Fini, sostenere che il Pdl non c’è più solo perchè lui si è messo fuori da solo.
«Ipocrisia» da parte di chi parla di etica pubblica e non chiarisce la vicenda di Montecarlo. «Ipocrisia e invidia». Per Berlusconi sono queste le due parole che caratterizzano il presidente della Camera, il quale non ha sopportato il rapporto politico privilegiato con Bossi, non ha saputo gestire il rapporto con i suoi ex colonnelli. Invidia perchè questi colonnelli ex An, coerenti con il progetto del Pdl, hanno trovato un nuovo generale nel Cavaliere. Ma ora cosa potrà fare Berlusconi per incastrare il suo rivale se i parlamentari di Futuro e Libertà voteranno i 5 punti del programma? A questa domanda ancora non c’è una risposta.


1 commento:
NON REALIZZERANNO MAI(NON PER MANCANZA DI CAPACITA' MA PERCHE' NON GLIENE FREGA NIENTE) QUANTO QUESTI DISCORSI DI UNA DESTRA BECERA E DISTRUTTIVA FANNO SCHIFO A QUEL 40% DI ELETTORI CHE DISERTANMO LE URNE, OLTRE QUELLI, COME ME, CHE VANNO A VOTARE E PROVANO UNO SCHIFO ANCORA MAGGIORE.
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