

Giallo su una possibile intesa raggiunta nel Pdl sul Lodo Alfano. Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, annuncia che è stato "trovato in Senato un accordo nella maggioranza su un testo che credo verrà confermato alla Camera e da questo punto di vista c'è stato un consolidamento della maggioranza". Cicchitto sostiene quindi che non c'è più il rischio che il governo cada sul tema della giustizia, come ventilato dal presidente della Camera, Gianfranco Fini. Ma Italo Bocchino, interpellato da Repubblica.it, non conferma l'accordo raggiunto. Non è a conoscenza di alcuna intesa anche Maurizio Saia, unico esponente Fli in commissione Affari costituzionali al Senato. "Chiedetelo a Cicchitto, io non ne so nulla" afferma Saia che aggiunge: "Confermo che domani ci sarà una riunione Fli con Giulia Bongiorno e poi presenteremo il nostro emendamento". Poco dopo arriva una nota del capogruppo Pdl che precisa: "Auspichiamo che al Senato si raggiunga un accordo soddisfacente sul lodo Alfano che come tale rafforzerebbe la maggioranza e verrebbe certamente sostenuto anche alla Camera".
Prima delle dichiarazioni di Cicchitto, il gruppo finiano aveva vincolato il suo voto favorevole alla non reiterabilità del lodo: "Senza la norma che renderebbe lo scudo utilizzabile più volte, siamo pronti a votarlo - ha sottolineato il deputato Fli Nino Lo Presti al termine di un pranzo con lo stesso Bocchino - del resto avevamo già votato in questo senso la volta precedente".
Dopo la decisione di ieri della commissione Affari costituzionali del Senato di riaprire i termini per la presentazione degli emendamenti al lodo Alfano, stamani il presidente della commissione, Carlo Vizzini, si era detto ottimista sulla possibilità di trovare un'intesa: "Non so a che punto sia concretamente la trattativa tra Pdl e finiani, ma so che il ministro della Giustizia ha detto ieri che pensa ragionevolmente che non è sui temi della giustizia che ci possa essere una rottura". Un emendamento di Fli sulla non reiterabilità dovrebbe essere presentato già domani.
Ma, nonostante i tentativi di distensione, a una parte dei finiani il lodo proprio non piace. "Non può essere un provvedimento ad personam e non può essere un provvedimento che assicura un'assoluta intangibilità. Su questo tema bisogna che ci sia senso di responsabilità da parte di tutti, perché c'è il serio e concreto rischio della crisi di governo''. Così si è spresso ai microfoni di CNRmedia Fabio Granata, deputato di Fli. E d'accordo sembra anche Carmelo Briguglio: "Il lodo Alfano è ormai il luogo simbolico dell'impunità perché troppo legato a una fattispecie concreta che sono i processi di Berlusconi. Per questo Fli non deve votarlo".
I malumori dei finiani potrebbero essere sfruttati dal Pd, che annuncia il possibile voto favorevole a eventuali emendamenti presentati da Fli: "E' possibile che voteremo gli emendamenti di Futuro e Libertà. Certo, prima dobbiamo vedere le carte" ha detto la presidente dei senatori democratici, Anna Finocchiaro, che ha anche però confermato il "no radicale al provvedimento". "Diciamo no a una norma che sarebbe la ventesima ad personam per Berlusconi. Servirebbe solo per non farlo andare sotto processo".
Su possibili modifiche al testo per quanto riguarda l'argomento della reiterabilità è intervenuto anche il ministro della Difesa, Ignazio
Rimane invece senza appello in no del Pd: ''Questo lodo Alfano, anche se costituzionale, reiterabile o non reiterabile che sia, è non solo l'ennesimo salvacondotto che il presidente Berlusconi chiede per se stesso - afferma Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del PD, ai microfoni di Radio anch'io - ma davvero, come peraltro la stessa lettera del presidente della Repubblica in un certo senso dimostra, ma è anche uno sconquasso ulteriore al nostro sistema costituzionale. Il nostro è un 'no mai e in nessun caso' perché è sbagliata l'idea in sé''.
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni esclude che la stabilità di governo dipenda dal lodo e si dice convinto che il governo non rischia la crisi sullo 'scudo' per il premier. ''Siete voi che ne parlate - ha detto rivolto ai giornalisti -, ma il lodo Alfano non è l'ombelico del mondo politico...''.
(27 ottobre 2010)

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