di Furio Colombo
Il sindaco di Firenze, il giovane Renzi, ha emesso un suo verdetto, di cui si diverte molto, ma che non ha voglia di discutere: rotta-mare le persone che ingombrano la sua scena politica, ovvero gli “anziani” del Pd. Matteo ha bisogno di balzi rapidi, immagina la vita (politica e no) come uno stadio in cui le prove migliori le dai da giovane e le dai subito. Il lettore sa che l'autore di queste note non è un ragazzo. Potrebbe essere offeso con il giovane sfacciato o almeno sventolare la famosa domanda “Ma non c'è più rispetto?”. Nessuno è così ingenuo da pensare che si sia perso il riguardo o l'attenzione per gli anziani. Come dire? Roba vecchia. Forse la parola “rottamazione” è un po' infelice, perché la rottamazione riguarda oggetti. Per gli esseri umani attempati – almeno fino a poco tempo fa – la parola era “casa di riposo” o “ospedale”. Però il vero senso dell'invocazione di Renzi si può capire solo collocandola in uno spazio e in un tempo. Lo spazio è un partito politico, il Pd, lo stesso partito di Renzi. Il tempo è adesso. E questo incuriosisce.
Il falso problema dell’anagrafe
NEL PD (come del resto in quasi tutti i partiti, salvo ornamentali eccezioni simboliche) non ci sono vecchi. Non in posizione di responsabilità o di guida. Con l'eccezione del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio, nessun ultrasettantenne comanda in Italia. Il Paese è saldamente in mano a cinquantenni molto in forma (praticamente non ci sono obesi in Parlamento) con una retrovia di sessantenni ben radicati nel potere e nella Tv, ovviamente interessati a restare. Qua e là si intravedono capelli tinti, si notano dimagrimenti dietetici e si ammirano tracce di buona moda e di buon gusto tra le donne parlamentari.
Direte: ma anche i cinquantenni e i sessantenni sono un ostacolo per Matteo Renzi. Perché non sono la sua generazione. E così chiama a raccolta persone della stessa età per un convegno che dovrebbe essere sul “come prevenire e rallentare l'invecchiamento” (chi ne è così ossessionato dovrebbe pensarci in tempo) e invece è su temi politici. Difficile vedere il legame fra la buona politica e l'età, nell'ambito del tempo attivo e di lavoro. Si rivolgono molte lodi a Cameron, che è giovane, ma anche ad Angela Merkel, che non è giovane. Gli Stati Uniti hanno vinto la guerra più importante (finora) della nostra storia, guidati da un signore anziano in sedia a rotelle. L'intero mondo libero combatteva contro il mondo “giovane” del nazismo e del fascismo (Galeazzo Ciano, già ministro degli Esteri, è stato fucilato a 40 anni) mentre tutti i capi delle democrazie erano “over sixty”. Peron, al tempo del colpo di Stato, era un vivace quarantenne. Adesso l'intera Argentina sta piangendo il suo presidente, il sessantenne Kirchner, morto improvvisamente mentre stava per essere eletto con un diluvio di voti (dopo un intervallo della sua più giovane moglie) per la seconda volta. Di che cosa parleranno il trentacinquenne Matteo Renzi e i suoi colleghi imbarazzati (perché troppo vicini ai quaranta) quando finalmente faranno la loro assemblea della giovinezza? Come sfondare la vispa barriera dei cinquantenni, la stabile tenuta dei sessantenni? Eppure la risposta è semplice. Dipende dal coraggio con cui ti esponi, o dalla cautela con cui ti defili dietro l'angolo. Se hai coraggio, non fai una questione anagrafica (poiché nessuno al mondo è più bravo perché più giovane), fai una questione di idee. È sbagliata la gestione del Pd? Parliamone. Tu sei uno che vuole andare più avanti o più indietro? Ti importa di più o di meno degli operai licenziati, re-integrati, cacciati di nuovo dalla Fiat di Pomigliano? Gli immigrati sono un problema al punto da misurarli a punti, oppure noi vogliamo che l'Italia sia un Paese come l'America, quando ha accolto milioni di italiani, irlandesi, ebrei, ispanici, asiatici, con pochi stracci, molti figli, nessuna lingua, che in tre generazioni hanno prodotto decine di premi Nobel “americani” dal nome impronunciabile? Come si fa a invocare la globalizzazione per ridurre i salari e poi tentare di sigillare le frontiere come quando il resto del mondo era un pericolo? La corruzione è un problema della Repubblica o una ossessione dei giudici politicizzati?
Berlusconi, esattamente così com'è, quanto migliore sarebbe (a parte le storie Noemi-Ruby) se avesse 35 anni? E ciò che è imperdonabile in Previti e Dell'Utri è l'età? Per esempio, Cosentino è giovane, in piena forma, molto attivo. Ma, dicono i giudici, attivo con la camorra.
Se i nuovi vitelloni girano a vuoto
IN ALTRE parole, salvo il discutere legittimamente sull'età della pensione, il gruppo generazionale, con barriera “Non più di quarant'anni” (come i Giovani Industriali) non è una penosa perdita di tempo, sul modello felliniano dei “vitelloni”? Ragazzi nel pieno della creatività e della efficienza fisica si trovano insieme per dire “siamo giovani”, un fatto bello e banale, certificabile in municipio, invece di uscire dall'incontro per dire “Ecco il nostro pacchetto di idee”.
Altrimenti, con tutta la simpatia e la nostalgia per l'età giovane, non puoi fare a meno di chiederti: “Ma tu, fra Matteo Renzi e Stefano Rodotà, chi voteresti?”.
1 commento:
ANCHE QUESTO ARTICOLO DI FURIO COLOMBO RIMANE SENZA COMMENTI. VUOI VEDERE CHE LA CULTURA DI UN GRANDE GIORNALISTA IMBARAZZA TUTTI? EPPURE, E' CHIARISSIMO: MATTEO RENZI E' UN GIACOBINO!
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